Appello di Trump: ‘E’ ora di sanare le divisioni’

Donald Trump ha lanciato un appello all’unità nazionale in occasione del Giorno del Ringraziamento che si celebra oggi negli Stati Uniti. E’ giunto il momento, di iniziare a guarire le nostre divisioni, ha detto il presidente eletto nel suo messaggio video diffuso anche via Twitter, aggiungendo però che le tensioni non spariscono in una notte.

‘Abbiamo davanti a noi la possibilità di fare insieme la storia per portare a Washington un cambiamento reale, reale sicurezza nelle nostre città e reale prosperità nelle nostre comunità, compresi i quartieri più disagiati’.

‘La mia preghiera in questo Thanksgiving è che cominciamo a sanare le nostre divisioni’, afferma Donald Trump nel video messaggio agli americani per la festa del Ringraziamento.

L’APPELLO (DA YOUTUBE)

Dopo la Trump Tower a New York, un’altra proprietà con il marchio Trump si appresta a diventare una vera e propria dependance della Casa Bianca. Si tratta dell’ esclusivo resort Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, dove già da alcune ore l’intera macchina presidenziale si è messa in moto per l’arrivo del presidente eletto Donald Trump. Il quale ha deciso di passare al caldo e con la sua famiglia la festa del Thanksgiving, il giorno del ringraziamento. Già ribattezzata ‘la Casa Bianca d’inverno, Mar-a-Lago,   scommettono molti osservatori,  diventerà la residenza dove il presidente Trump trasferirà più volte lo Studio Ovale nei mesi più freddi. D’altronde il resort ben si presta ad ospitare un Commander in Chief. Non a caso quando fu costruito nel 1924, la sua proprietaria, Marjorie Merriweather Post (ereditiera del re dei cereali) lo penso’ anche come un rifugio per i presidenti americani. E alla sua morte nel 1973 nel testamento donò la proprietà al governo americano. Tuttavia, i costi troppo alti di mantenimento costrinsero Washington a rifiutare l’offerta. Attualmente la proprietà ha 58 stanze da letto, 33 bagni, numerosi tavoli in marmo, 12 caminetti, cinque campi da golf, più di una piscina e persino tre bunker, rifugi anti-bomba. Anche se la residenza dei Trump è all’interno del resort, l’area è completamente separata e non è accessibile agli altri ospiti del club. Trump acquistò la proprieta’ per dieci milioni di dollari nel 1985 e il resort fu inaugurato ufficialmente nel 1995 dopo un lungo restauro. Come la Trump Tower a New York in stile Luigi XV, anche il resort assomiglia ad una dimora reale europea e ancora una volta fu l’ex moglie del magnate Ivana ad occuparsi del restauro. Per la sala da pranzo Ivana si ispiro’ all’Italia, in particolare allo stile di Palazzo Chigi a Roma. Nel bar invece c’e’ un ritratto del magnate in tenuta da tennis. Trump annuncia poi  le sue prime scelte ‘al femminile’, per un’amministrazione e un governo i cui connotati restano tuttavia ancora poco definiti. Con la nomina della 44enne governatrice del Sud Carolina Nikki Haley come prossima ambasciatrice Usa all’Onu e quella di Betsy Devos a ministro dell’Istruzione, il presidente annuncia le prime scelte al femminile. Haley nelle primarie aveva appoggiato Marco Rubio, al punto che si era parlato di un possibile ‘dream team’ per i due giovani e brillanti politici, suggestione poi soffocata dall’inarrestabile corsa del tycoon. Haley però era rimasta vigile e scettica, anche nel suo intervento alla convention repubblicana in cui,  presentata come ‘astro nascente’ del partito, pur accettando la nomination di Trump aveva messo ben in chiaro che lo slancio era in larga misura volto a impedire che Hillary Clinton diventasse presidente. Figlia di genitori Sikh emigrati dal Punjab, la governatrice della South Carolina Nikki Haley ha rotto oggi il blocco di uomini anziani bianchi delle precedenti nomine di Trump. Avversaria nei mesi della campagna elettorale, se confermata dal Senato, Haley sarà l’ambasciatrice all’Onu della nuova amministrazione repubblicana, ereditando il posto occupato negli ultimi anni da Susan Rice e poi Samantha Power. 44 anni, nome da ragazza Nimrata Ranhawa, sposata coi riti metodista e sikh con il capitano della Guardia Nazionale Michael Haley, Nikki è governatrice da sei anni (la prima donna in South Carolina e la più giovane negli Usa). La sua parabola politica comincia nella cittadina di Bamberg, dove mamma e papà avevano aperto un negozio negli anni Settanta. Haley, cresciuta nella religione di famiglia ma poi convertita al cristianesimo, ci aveva lavorato prima dell’ingresso in politica tra le file del Tea Party antitasse. Crescere a Bamberg non fu facile: Ajii e Raj erano i primi emigranti dall’India approdati nella cittadina. A 5 anni Nikki e la sorellina furono squalificate dal concorso Little Miss Bamberg perché non rientravano nella categoria delle bambine ‘bianche’,  e neanche in quella delle ‘nere’. La sparatoria nella chiesa nera di Charleston in cui un neonazista fece strage di nove fedeli fu il momento chiave della sua carriera. La governatrice riuscì a convincere i legislatori della South Carolina a rimuovere la bandiera confederata che per oltre 50 anni era stata issata nel cortile del Campidoglio statale. Nel partito repubblicano Nikki Haley è una star: in gennaio le fu affidata la replica all’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione del Presidente Barack Obama.   Esperienza di politica estera? Scarsa, e potrebbe rappresentare un ostacolo nel processo di conferma in Senato, se si escludono otto missioni commerciali all’estero. Una delle quali, costata ai contribuenti 127 mila dollari per una settimana in alberghi di lusso in Europa, venne aspramente criticata. La poca esperienza in politica estera della governatrice non importa granché a questo punto. E’ una ‘deal maker’, una capace di unire le persone a prescindere dal loro background o dall’appartenenza di partito, ha spiegato Trump concedendo quindi che la ‘diversità’ è la chiave di volta in questa nomina, cui Haley può contribuire a partire dal suo dna da figlia di genitori sikh. E poi c’è la ‘questione femminile’.  Si aspetta poi la conferma ufficiale di Ben Carson a capo del dipartimento per l’Edilizia, il primo afroamericano tra gli uomini del presidente. Del resto l’ex neurochirurgo, dopo il ritiro dalle primarie, si era speso parecchio per Trump. E che ora il presidente eletto trovi per lui una collocazione efficace non stupisce. Così come, nel sistema di pesi e contrappesi, è chiara la logica per la scelta della miliardaria e grande donatrice a suo favore Betsy Devos, già legata al partito repubblicano in Michigan e attivista nel mondo della scuola, a guida del dipartimento dell’Istruzione.

Roberto Cristiano

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