In una fredda notte invernale all’ombra dell’Obelisco, in pieno centro a Buenos Aires, circa 50 mila persone hanno celebrato la festa del calcio e del mundial. Dopo 24 anni, da Italia ’90, l’Argentina è in finale. Il sogno del Maracanà si è avverato, e poco importa che ora la squadra da battere sia la Germania. Nella capitale e nelle altre principali città del paese, dal nord al confine con la Bolivia alla Patagonia, il paese si è tuffato nella fiesta dopo quasi tre di sofferenza e una vittoria agguantata all’ultimo rigore contro la temibile Olanda di Robben. Era festa anche nella storica Plaza de Mayo, dove si affaccia sia la Casa Rosada sia quella che per anni è stata la cattedrale di papa Francesco, l’ex arcivescovo della città e il più noto dei tifosi di calcio argentino. Ma anche in altri quartieri della megalopoli argentina, da Caballito a Flores passando per Avellaneda e Belgrano, migliaia di tifosi, molti dei quali con addosso la maglia della Seleccion, hanno fatto festa agitando il tradizionale cotillon biancoceleste. Scene simili si sono verificate anche nelle altre regioni del paese, da Salta, nel profondo nord, fino ad Ushuaia, la città più australe del mondo, dove la temperatura era sotto lo zero. Batterela Germania non è impossibile assicura Diego Armando Maradona, che spiega come contro l’Olanda l’Argentina non abbia giocato bene, ma non ha neppure lasciato giocare gli avversari e questo è stato importantissimo.