Armao: ‘Un piano straordinario per rilanciare il patrimonio culturale, turistico, agricolo e peschiero della Sicilia’

Gaetano Armao, vicepresidente designato della Regione Siciliana del Centrodestra e leader del Movimento dei SicilianIndignati, ha dichiarato: ‘Una volta al governo regionale  chiederemo allo Stato i due miliardi di euro di mancati trasferimenti alle Province siciliane di questi anni che, invece, sono stati versati alle altre Province d’Italia. Ciò si è tradotto in minori manutenzioni stradali e scolastiche, disagi per i dipendenti e sopratutto per i cittadini. Nella necessaria rinegoziazione degli accordi finanziari con lo Stato  chiederemo anche le risorse alle quali ha rinunciato il governo del PD, dopo la dannosa riforma varata con i 5 Stelle’.
Nel dettaglio, per quanto concerne l’obiettivo di una Pubblica Amministrazione che funzioni al meglio, Armao sostiene l’importanza cruciale della riorganizzazione della macchina amministrativa e della sua sburocratizzazione, affiancando a ciò il risanamento dei Comuni e il pieno utilizzo delle risorse dell’Unione Europea.
Le procedure amministrative,  ha spiegato Armao,  debbono concludersi in 30 o al massimo in 120 giorni e svolgersi su piattaforma informatica (e-government), estendendo il silenzio-assenso. Dopo un breve periodo norme europee e statali che innovano debbono trovare applicazione attraverso il rinvio dinamico, salva la possibilità dell’ARS di intervenire con legge. Sul piano organizzativo si deve procedere alla razionalizzazione di risorse umane e strumentali creando un unico bacino Regione-comuni per un servizio efficiente a cittadini e imprese.
Al fine di dare immediato impulso all’esigenza di una celere e complessiva riforma del sistema regionale andrà sottoposto all’ARS, sin dalla prima seduta utile,  dice Armao,   un D.D.L. che deleghi il governo al ridisegno di procedure amministrative, in particolare quelle di accelerazione della spesa dei fondi UE, ri-organizzazione delle strutture centrali e territoriali, personale, enti e partecipazioni, rapporti con gli enti locali con regolamenti da adottare entro tre mesi dall’approvazione. Dopo toccherà al governo emanare, entro quattro mesi, i regolamenti di delegificazione e di riordino delle materie offrendo, già dalla prossima primavera, una nuova organizzazione regionale ai siciliani.
Una trasparente azione riformatrice  impone, poi, di limitare subito il voto segreto generalizzato all’ARS, dietro il quale spesso si nascondono ricatti e sotterfugi, limitandolo soltanto alle ipotesi di questioni sulle persone come nelle assemblee parlamentari statali.
Va riscritto  il rapporto tra Regione e comuni, snellendo l’apparato centrale ed allocando funzioni e personale a livello comunale e dei liberi consorzi, riscrivendo l’assetto del livello intermedio devastato dalla soppressione delle Province (voluta da Crocetta e dal Movimento Cinque Stelle) con le drammatiche conseguenze sulla manutenzione delle strade e delle scuole che i siciliani ben conoscono.
Il Fondo delle autonomie annualmente stanziato per i Comuni deve divenire triennale, conclude Armao,  garantendo così tempi certi e programmazione per le risorse finanziarie. Nell’utilizzo delle risorse europee occorre una drastica accelerazione dei tempi burocratici ed un miglioramento della concertazione con imprese ed enti locali riuscendo a riqualificare la spesa di fondi essenziali per lo sviluppo economico e sociale.
L’Autonomia, inattuata e tradita, da strumento di riscatto è divenuta alibi per una classe politica e burocratica parassitaria ed incapace. Il governo regionale del PD, neanche scalfito dalla ‘opposizione di carta’ dei 5Stelle, ha commissariato molte strutture regionali producendo immobilismo e clientele. Molti, sodali o rimasti in colpevole silenzio, oggi pretenderebbero di invocare ‘discontinuità’ puntando solo a sostituire il precedente Governo senza idee e programmi.
Per Armao, quindi, occorre ‘ri-significare lo Statuto di un’importante Regione europea ed insulare puntando sull’autogoverno responsabile e decidente deve essere l’obiettivo prioritario, ma nel contempo occorre attuare appieno l’autonomia finanziaria e gli strumenti di perequazione infrastrutturale a tutela del diritto all’innovazione dei siciliani, a partire dalla rinegoziazione degli accordi finanziari, alla celere adozione delle leggi statutarie, delle riforme di settore, istituendo il difensore civico e rafforzando la cooperazione con i Comuni’.
L’autogoverno e l’insularità della Sicilia  costituiscono un’opportunità per ripartire, puntando su competenze, legalità, fiscalità di sviluppo, agro-alimentare, risorse finanziarie, infrastrutture, turismo, beni culturali ed aree interne ed isole minori, centralità mediterranea; innovando le forme di autonomia, modernizzando ed attuando pienamente lo Statuto regionale in una prospettiva euro-mediterranea.
I Beni culturali e il turismo costituiscono assi di sviluppo essenziali per la Sicilia, nei quali occorre il massimo coinvolgimento delle imprese per rafforzare la qualità dell’offerta e la competitività del ‘sistema Sicilia.
Si deve anche puntare a valorizzare lo straordinario patrimonio culturale e i sette siti Unesco,  ha aggiunto Armao,  tutelando l’identità siciliana sono obiettivi che risultano essenziale per puntare allo sviluppo. I musei ed i parchi archeologici, una fetta rilevante del patrimonio che annovera i principali attrattori turistici regionali vanno messi a sistema e integrati nell’offerta culturale e turistica.
La Sicilia  deve divenire la frontiera culturale d’Europa, cerniera tra l’Europa e l’Africa, luogo di dialogo e d’incontro. Per questo occorre puntare alla realizzazione  del Politecnico del Mediterraneo e della Fondazione europea per il dialogo interculturale.
Occorre riqualificare il patrimonio alberghiero – ha proseguito il leader dei SicilianIndignati – puntando sul turismo di qualità (a partire dall’apertura di 3 casinò, al golf, raddoppiando i campi, al termalismo, al benessere, all’enogastronomia), ma anche incentivando la crescente rete di bed&breakfast con servizi di rete che ne abbassino i costi di gestione.
La stagione favorevole che si sta attraversando per le note vicende che riguardano il nord-Africa va consolidata, rendendo stabili i flussi turistici e puntando alla destagionalizzazione.
Nonostante la timida crescita della produzione   la Sicilia importa la gran parte dei prodotti agro-alimentari che consuma, incidendo sul deficit economico regionale oltre che in alcuni casi pregiudicando la salute e tradendo la cultura eno-gastronomica mediterranea. L’Agricoltura, l’Agroalimentare e la Pesca, le connesse industrie di trasformazione, sono settori che debbono fortemente contribuire allo sviluppo economico della nostra Regione, pertanto risulta necessario dotarla di un piano di sviluppo del settore primario che favorisca l’ammodernamento ed il potenziamento delle nostre imprese, in special modo quelle agricole, che le indirizzi verso l’acquisizione di tutti gli strumenti per competere con il mercato globalizzato.
Armao ha spiegato che occorre puntare al recupero delle tradizioni artigiane, dell’agricoltura di qualità ed al pieno impiego di tecnologie avanzate. Appare evidente che va avviata con assoluta urgenza la programmazione di interventi e azioni volti alla revisione e alla ristrutturazione dell’intero comparto produttivo primario siciliano, tenendo conto della sua potenziale capacità produttiva, notevole per la presenza di importantissime risorse naturali e ambientali, nel rispetto della gestione sostenibile di queste risorse. L’attuazione di tali programmi apporterà in breve tempo enormi benefici per l’economia e l’equilibrio sociale della Sicilia.
E’ necessario tutelare la bio-diversità e la natura – ha concluso Armao – mediante il coinvolgimento di imprese e volontariato, mettendo a reddito il patrimonio naturale sino ad oggi percepito solo come fonte di divieti. Si deve lanciare un ‘Piano di rinascita’ che mobiliti risorse umane e conoscenze di Università, imprese e centri di ricerca regionali, chiamando a raccolta, con la costruzione di una rete internazionale di solidarietà ed opportunità economica e culturale (Sicily Foundation), coloro che ormai vivono fuori dalla Sicilia ed hanno ancora la ‘Terra Madre’ nel cuore ed utilizzando risorse europee e  nazionali destinate alla Sicilia in favore di nuove imprese.

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