Il fascicolo su due degli indagati del caso Siri e’ stato trasferito ai pm di Trapani per competenza territoriale. A deciderlo e’ stato il gip di Palermo, Guglielmo Nicastro, che ieri ha disposto gli arresti del re dell’eolico Vito Nicastri e dell’ex consulente della Lega Paolo Arata. Nell’ordinanza, il giudice ha rigettato alcune richieste avanzate dalla Dda di Palermo tra cui la cosiddetta “aggravante dell’agevolazione mafiosa”, non ritenendo “sussistente la gravita’ indiziaria in ordine alla circostanza speciale di cui all’art. 416 bis.1cp”. Il carteggio spedito ai magistrati trapanesi riguarda le posizioni di due imprenditori, Antonello Barbieri, 48 anni, e Francesco Isca, 59 anni. Il primo e’ nato a Milano, con origini calabresi e gia’ condannato per riciclaggio dal tribunale di Torino, mentre il secondo originario di Calatafimi opera nel settore del calcestruzzo e secondo un collaboratore di giustizia era “finanziato dalle famiglie mafiose di Calatafimi e di Vita” e “aveva il monopolio nella zona”.
Per i due, la Dda di Palermo aveva chiesto l’applicazione di una misura cautelare, ma il gip ha dichiarato “l’incompetenza per territorio del Tribunale di Palermo” disponendo “l’immediata trasmissione degli atti al pm in sede per l’inoltro al pm presso il Tribunale di Trapani”. Per i pm, “le indagini sino a ora svolte hanno pure consentito di accertare che alcuni progetti imprenditoriali di Nicastri hanno visto come partecipe occulto anche Francesco Isca”. Per entrambi la Dda aveva chiesto il riconoscimento dell’aggravante mafiosa ma secondo il giudice Nicastro “la gravita indiziaria e stata ravvisata unicamente per il delitto continuato di trasferimento fraudolento di valori, formalmente contestato a tutti gli indagati come commesso in “Trapani, Alcamo, Novara, Roma ed altre localita del territorio italiano”.