Cateno De Luca era il vero “dominus” di un’associazione a delinquere capace di mettere in atto per un “significativo arco temporale” un sistema che, attraverso il ricorso ad “artifici contabili” ha assicurato “un profitto illecito milionario a danno dell’erario”. Lo scrive il Gip Monia di Francesco nell’ordinanza di arresto per il neo deputato dell’Ars, parlando di una “spiccata personalità criminale”.
“La spregiudicatezza e la pervicacia degli odierni indagati, e soprattutto di colui che risulta essere il capo e promotore di questa organizzazione illecita – afferma il Gip – si palesa anche attraverso i contegni assunti durante gli accertamenti allorquando…gli stessi si prodigano nel confezionare ad arte i documenti”, “lasciando chiaramente trapelare la preoccupazione di sistemare le carte dando ad esse una parvenza di regolarità e legalità al fine di superare indenni i controlli fiscali”. Una “spregiudicatezza e caratura criminale”, dice ancora il Gip, che si manifesta anche nel meccanismo “assai affinato, complesso ed articolato delle frodi fiscali” messe in atto.