Arresto di Messina Denaro tra Alessandro Sallusti e Giorgia Meloni

Alessandro Sallusti è intervenuto in collegamento a Otto e Mezzo, su La7, per partecipare alla discussione su Matteo Messina Denaro, il boss dei boss che è stato arrestato nella sua Sicilia dopo trent’anni di latitanza. Per l’occasione la premier Giorgia Meloni è immediatamente volata a Palermo, dove ha parlato giustamente di giornata storica, assicurando che il suo governo continuerà la lotta alla mafia. “Non è però un arresto politico ma militare”, ha esordito il direttore di Libero.

“Per la seconda volta – ha proseguito – un arresto del genere avviene sotto un governo di centrodestra: prima di Messina Denaro era toccato a Bernardo Provenzano. Questo smentisce la retorica e la narrazione sui governi di centrodestra poco attenti alle questioni di mafia, collaterali. Invece l’arresto di Messina Denaro è una dimostrazione, dato che è arrivato poche settimane dopo che l’esecutivo ha deciso la linea durissima nei confronti della mafia, rifiutandosi di rivedere il carcere duro”.

«Al procuratore capo di Palermo e agli investigatori ho detto che l’Italia è fiera di loro, che il risultato è il loro ed è grazie al loro lavoro quotidiano di grande determinazione e dedizione. Possono contare sui provvedimenti del governo per portare insieme questa battaglia contro la mafia»: Giorgia Meloni scandisce le parole con orgoglio, davanti ai cronisti assiepati alla Procura del capoluogo siciliano.

Meloni è arrivata da Roma per complimentarsi personalmente con il procuratore Maurizio De Lucia, dopo l’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro. Meloni ha lanciato quindi l’idea di celebrare il 16 gennaio come giornata da ricordare. «Mi piace immaginare che questo possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro degli uomini e delle donne che hanno portato avanti la guerra contro la mafia. Ed è una proposta che farò». Per il premier «è un giorno di festa. Possiamo dire ai nostri figli che la mafia si può battere. Non abbiamo sconfitto la mafia ma questa battaglia era una battaglia fondamentale da vincere ed è un colpo duro per la criminalità  organizzata».

Nessuna polemica con quanti avevano lamentato scarsa attenzione al tema della lotta alla criminalità organizzata: «Cosa dico a chi diceva che la mafia nel nostro governo era sparita dall’agenza politica? Non voglio replicare, penso che questa giornata si commenti da sola», ha tagliato corto. L’arresto del boss latitante da 30 anni è la risposta migliore.

«Non penso che la lotta alla mafia possa essere un tema divisivo – prosegue la Meloni – chi tenta di fare della lotta alla mafia  un tema divisivo fa un favore, per paradosso, alla criminalità organizzata. È una battaglia che dobbiamo condurre tutti insieme. Posso dire che la politica e lo Stato devono sostenere chi si occupa con il suo lavoro di questo. Spero che su queste materie, piuttosto che usarle per fare polemica, si possa lavorare tutti insieme».

«Sono fiera del fatto – ha quindi ribadito Meloni – che il primo provvedimento del mio governo sia stato difendere il carcere duro (41 Bis, ndr). Perché se oggi, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, non corriamo rischi di regimi carcerari meno rigidi è perché quell’istituto voluto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stato difeso dall’esecutivo».

“Questo fatto- ha rimarcato Sallusti – smentisce quindi che i governi di centrodestra siano diversi da qualsiasi altro governo sulla lotta alla mafia. Per quanto riguarda invece il capitolo intercettazioni, nessuno ha detto, neanche il ministro Nordio, che debbano essere limitate per la lotta alla mafia. Mi sembra una polemica molto strumentale e oggi c’è la prova che si intercetta e si arresta anche con il governo di centrodestra”.

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