Arriva il Jobs Act per gli autonomi: novità e più tutele per 2 milioni di Partite Iva

  Il lavoro è, senza dubbio, la più grande sfida dei nostri tempi che si è chiamati a vincere con qualunque mezzo. Finora, purtroppo, nessuno è riuscito a tamponare l’emorragia di posti di lavoro che, nella maggior parte dei casi, ha messo all’angolo i giovani, i più penalizzati da una crisi infinita.

Chiunque sia a tirare i dadi, insomma, c’è sempre un pegno da pagare e all’appello non mancano neanche i lavoratori autonomi: sono stati tanti quelli che nel 2016 hanno deciso di dire addio alla propria attività con i titolari di partita Iva che sono diminuiti di oltre 400 mila unità. Il Governo, dunque, corre ai ripari e completa la riforma del lavoro con il Jobs Act per  autonomi e professionisti che promette una vera e propria rivoluzione strizzando l’occhio a una categoria che spesso resta fuori dalle riforme, considerata  ‘di serie b’.

Tra le novità del disegno di legge un pacchetto di agevolazioni fiscali per incoraggiare la formazione di professionisti e lavoratori autonomi. Il ddl stabilisce infatti la deducibilità integrale delle spese sostenute per l’iscrizione a master, corsi di formazione o di aggiornamento professionale, convegni e congressi (nel limite di 10mila euro all’anno) e delle spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità erogati da organismi accreditati (nel limite di 5mila euro l’anno).

Un capitolo importante quello che riguarda malattia, infortunio e gravidanza: se si svolge attività continuativa, non si può estinguere il rapporto ma può essere sospeso fino a 150 giorni (salvo il venir meno dell’interesse del ‘datore’). In caso di maternità, inoltre, col consenso del committente, la neo-mamma potrà essere sostituita da colleghi di fiducia, purchè abbiano le stesse competenze professionali. Qualora la malattia sia grave, sarà inoltre possibile sospendere il versamento dei contributi per due anni. Questo. ovviamente, non significa che i contributi non devono essere pagati, ma che, una volta terminato il periodo di sospensione, il lavoratore potrà procedere a rateizzare il debito.

Uno degli aspetti più controversi è quello che riguarda i pagamenti. Anche qui, in arrivo importanti novità:  qualunque clausola contrattuale stabilisca il pagamento dopo 60 giorni dall’emissione della fattura o dalla sua richiesta è considerata abusiva.

Inoltre, il committente non può recedere dal contratto a prestazione continuativa senza preavviso e non può modificare unilateralmente le clausole.

Altro punto importante della riforma riguarda i rimborsi spese per l’esecuzione dell’incarico per conto del committente che non andranno a formare il reddito del professionista.

Inoltre, è prevista l’istituzione di  uno sportello dedicato al lavoro autonomo per aumentare la partecipazione dei professionisti agli appalti pubblici, per favorire il loro accesso alle informazioni relative alle gare. Il testo, infatti, ribadisce l’equiparazione dei professionisti alle PMI ai fini dell’accesso ai fondi strutturali europei, ammettendone  la partecipazione ai bandi attraverso reti di imprese e consorzi.

 

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