È in arrivo un nuovo grande aiuto per le famiglie più disagiate, con reddito fino a 15mila euro, che avranno una card apposita per poter fare la spesa in aggiunta alla Social card, l’aiuto per i più fragili che serve per fare la spesa e pagare le bollette di luce e gas. Il nuovo strumento messo a punto dal Governo per combattere la povertà è disciplinato dall’articolo 75 della prima bozza della Manovra.
Cosa è la Card risparmio
Innanzitutto occorre premettere che la Carta risparmio spesa sarà gestita dai Comuni, non dall’INPS come la Social card.
Poi, bisogna precisare che non sarà una vera e propria Card come quella riconosciuta ai percettore del reddito di cittadinanza.
Tale buoni saranno spendibili presso punti vendita convenzionati, anche a fronte di ulteriore sconto sul prezzo dei prodotti acquistati.
Le risorse stanziate
La dotazione riconosciuta da Governo a questa misura contro la povertà ed il disagio sociale è pari a 500 milioni di euro, che saranno erogati da un Fondo istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2023.
Spetterà poi al ministro dell’Agricoltura di concerto con quello dell’Economia stabilire i criteri e le modalità di individuazione dei beneficiari, tenendo conto dell’età dei cittadini, dei trattamenti pensionistici, di altri trasferimenti già ricevuti dallo Stato e della situazione economica del nucleo familiare, ma anche definire l’importo del beneficio, le modalità ed i limiti di utilizzo.
A chi spetta
La Card risparmio sarà riconosciuta alle famiglie più disagiate, quelle con reddito Isee non superiore ai 15mila euro. Per chi è già titolare della Social Card rilasciata dall’INPS non è chiaro se i due strumenti coesisteranno oppure se la nuova card andrà a soppiantare la prima forma di aiuto.
I numeri della povertà sono altissimi
La crisi economica innescata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, con conseguente aumento dell’inflazione, ha impoverito le famiglie italiane, anche quelle del ceto medio, che si sono trovate sulla soglia della povertà. Ne è scaturito, anche come conseguenza del caro bollette, un taglio dei consumi, che investe anche i beni di prima necessità.
Secondo un recente sondaggio di Coldiretti-Censis il 47% degli italiani è stato costretto a tagliare la quantità di cibo acquistato, percentuale che sale al 60% se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, mentre un altro 37% di italiani ha preferito risparmiare sulla qualità (il 46% nel caso dei bassi redditi).
Fra i prodotti più colpiti le bevande alcoliche cui ha detto addio il 44% degli italiani, seguite da dolci (un altro 44% di famiglie) e salumi (il 38,7% dei cittadini), ma anche pesce (38%) e carne (37%). Meno colpiti prodotti base della dieta mediterranea come frutta (ridotta solo dal 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).