Venerdì 13 luglio, alle ore 18, nella Cappella Vantini di Palazzo Thun a Trento sarà inaugurata la mostra “storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra (1914-1918)”. Nel centenario della conclusione della Prima guerra mondiale saranno esposti al pubblico i materiali messi in luce tra il 2012 e il 2017 negli interventi di recupero di resti di soldati della Grande Guerra effettuati sul ghiacciaio del Presena e alle pendici occidentali del Corno di Cavento nel Gruppo dell’Adamello. La mostra, a cura di Franco Nicolis, è stata realizzata dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Servizio cultura turismo e politiche giovanili del Comune di Trento. Sarà visitabile con ingresso libero fino al 4 novembre 2018 da martedì a domenica con orario 9.30-13/14-18.
Rimasti sepolti per cento anni sotto una coltre di ghiaccio sul più alto fronte della Grande Guerra, a oltre 3000 metri di altitudine, resti e strutture del primo conflitto mondiale riaffiorano a seguito dei cambiamenti climatici degli ultimi anni. A riportarli alla luce e a restituirli alla memoria collettiva è stato il delicato lavoro di équipe multidisciplinari composte da archeologi, geologi, guide alpine, restauratori. A queste testimonianze ma soprattutto a tutti gli uomini che si sono trovati a vivere loro malgrado questo tragico capitolo della Storia è dedicata la mostra allestita negli spazi di Cappella Vantini. La scelta della sede espositiva intende avvalersi delle potenzialità spirituali dell’ambiente per sottolineare la sacralità dell’individuo. La mostra infatti non vuole caratterizzarsi come una semplice esposizione di materiali storici ma intende creare una suggestiva partecipazione del visitatore attraverso un allestimento semplice ma coinvolgente. Un percorso che porti a percepire le uniformi non come oggetti ma come dei veri e propri soggetti, rappresentazioni di corpi travolti dal potere della guerra che si lasciano leggere come dei testi scritti. I materiali esposti sono riferibili al vestiario e alla dotazione militare di due alpini dell’esercito italiano e alle uniformi di due soldati dei reparti di artiglieria dell’esercito austro-ungarico. La presenza di elementi cartacei, deteriorati ma resi leggibili grazie alle tecniche di conservazione e di restauro messe in atto dalla Soprintendenza per i beni culturali, ha permesso di riconoscere il nome di uno dei due italiani, il soldato Rodolfo Beretta nato a Besana in Brianza il 13 maggio 1886 e deceduto per caduta di valanga l’8 novembre 1916. A Rodolfo Beretta è stato dedicato un momento di ricordo in occasione dell’adunata degli alpini (svoltasi a Trento il 13 maggio scorso, giorno del suo compleanno) alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento, del sindaco del paese brianzolo, dei rappresentanti dell’ANA e del colonnello Margoni in rappresentanza di Onorcaduti. Il recupero dei resti dei caduti dei soldati viene infatti svolto in accordo e in collaborazione con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti e con l’Arma dei Carabinieri. Per i caduti austriaci l’istituzione di riferimento è la Schwarzes Kreuz austriaca che ha dato il patrocinio alla mostra. |