I timori per l’inflazione, il rialzo dei tassi d’interesse sul debito, la pandemia, la guerra in Ucraina: così gli italiani rischiano l’ennesima mazzata
Secondo l’ultimo reportage prodotto e divulgato dalla Cgia di Mestre, per gli italiani sarebbe in arrivo una nuova tassa occulta che andrebbe a gravare sulle tasche dei contribuenti del nostro Paese, già pesantemente provati dallo strascico della crisi pandemica e dalle ripercussioni sui prezzi di luce e gas derivanti dal conflitto in corso in Ucraina.
Gli effetti devastanti dell’inflazione galoppante e le ricadute sui cittadini
La nuova mazzata sarebbe la conseguenza diretta degli effetti dell’inflazione, che sta aumentando in maniera sproporzionata dall’inizio del 2022. Secondo l’ultimo Def (il Documento di economia e finanza) approvato in Consiglio dei ministri, lo Stato italiano nell’anno in corso incasserà ben 39,7 miliardi di euro di imposte e contributi in più rispetto al 2021.
Tuttavia, se la stima fosse confermata, una parte di questo incremento di gettito sarebbe riconducibile anche al forte aumento dell’inflazione che, stante le previsioni, quest’anno potrebbe sfiorare la quota del 6% (un risultato con pochi precedenti nella storia dell’Italia repubblicana).
Il quadro tracciato dalla Cgia di Mestre e i timori per la stagflazione dell’economia
Per la Cgia, in un momento in cui le famiglie italiane stanno soffrendo a causa dei forti rincari che potrebbero provocare una caduta verticale dei consumi interni, sarebbe auspicabile che il governo presieduto da Mario Draghi decidesse di restituire una parte di questo extra gettito, reintroducendo il cosiddetto fiscal drag, misura su cui si è discusso parecchio all’interno delle forze politiche che compongono la variegata maggioranza a supporto del premier.
Un provvedimento che rafforzerebbe il potere d’acquisto dei moltissimi pensionati e di una buona parte dei lavoratori dipendenti. Sempre secondo l’istituto di Mestre, il pericolo che la nostra economia stia scivolando lentamente verso la stagflazione allo stato attuale è molto elevato. Quest’ultimo è un termine ai più sconosciuto, anche perché si manifesta raramente, ovvero quando ad una stagnazione economica si affianca un’inflazione molto alta, facendo impennare il tasso di disoccupazione e mandando in crisi il sistema economico e finanziario su cui si regge tutto il Paese.
I timori per il debito pubblico e le mosse per evitare la stangata
Uno scenario macroeconomico che in tempi relativamente brevi potrebbe investire l’Italia e l’Europa intera, che dopo la crisi mondiale del 2008 pensava di essersi messa alle spalle il peggio ameno per alcuni decenni. Ma così purtroppo non stanno le cose. È evidente che avendo un rapporto tra debito e Pil tra i più alti al mondo, con l’aumento dei tassi di interesse l’Italia registrerebbe un deciso incremento del costo del debito pubblico.
Un problema che potrebbe minare ulteriormente la nostra stabilità finanziaria. Ma quali sono gli strumenti per scongiurare questa tassa occulta dal valore di 40 miliardi che rischia di abbattersi sulle nostre teste? Diversi esperti suggeriscono di intervenire simultaneamente su due versanti: occorre drastico calo della spesa corrente un taglio della pressione fiscale, unici strumenti efficaci in grado di stimolare i consumi e alimentare la domanda aggregata di beni e servizi. Operazioni, queste ultime, non facili da applicare in misura importante, almeno fino a quando non verrà rivisto il Patto di Stabilità a livello europeo.