Arte e cultura a Taormina

Un ponte, tra la Sicilia e la Calabria, ad alto impatto umano, artistico e culturale. E’ questo il senso della mostra di pittura che, per contribuire a valorizzare il concetto di cultura in una realtà, come quella del Sud Italia, dove fare arte costituisce già di per sé un atto ostentatamente straordinario, l’associazione “Arte & Cultura a Taormina” nell’ambito del programma “Spazio al Sud”, in collaborazione con TaorminaArte, inaugura lunedì 21 luglio alle ore 18:30, presso la sala Giovanni Di Giovanni della Biblioteca Comunale. Protagonisti, gli artisti calabresi Gianmarco Pulimeni e Tina Sgrò. Nella consapevolezza della condivisione del medesimo humus culturale, “Spazio al Sud”, patrocinato dal Comune, Taormina Arte, Associazione Imprenditori e sponsorizzato da Associazione Albergatori, Metropole Taormina Maison d’Hôtes ed Ottica Fiumara, vuole fare, infatti, da fiera vetrina a realtà artistiche viciniori per comune storia millenaria e lancia, così, uno sguardo anche a personalità e talenti di oltre lo Stretto nell’intento, dichiarato, di costruire il ponte “ideale”, in nome dell’Arte e della Bellezza, tra la Sicilia e la Calabria. Terre separate da un braccio di mare, ma accomunate da un glorioso passato ai tempi della Magna Grecia e da un presente difficile ai giorni nostri per le fortissime carenze strutturali e socio-economiche. Ed ecco così, con “Le mie Venezie”, Gianmarco Pulimeni, formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, figlio non dimentico di quella Magna Grecia dove la contaminazione culturale assurse a modello di vita e di arte, che da giovane artista poliedrico non ha paura di sperimentare l’arte e le sue forme. Pulimeni, sensibile e vicino agli stilemi della moderna pop-art, li re-interpreta, attualizzandoli e filtrandoli attraverso la propria intuizione artistica frutto di una cultura millenaria: dando loro un tocco di fascino vintage, mischiando e coniugando presente e passato, tradizione e “scoperta” in opere dal forte impatto visivo e dai molteplici rimandi. Personalità di punta tra gli artisti emergenti e membro del movimento “In-fluxus”, presieduto dal M° Gino Masciarelli, reduce, tra l’altro, dal successo di “Una valigia…on the road”, opera esposta all’ultima edizione del “Fuori Salone” di Milano, Pulimeni affronta i temi della quotidianità sociale immergendosi nel mondo dei colori e del surreale. Ed affidando ad essi – come nei dipinti della serie “I giorni del Papa” – la forte carica simbolica ed i rimandi ancestrali dei temi trattati. Ad accompagnarlo in questa esposizione taorminese la “Luce” di Tina Sgrò, definita da Rolando Bellini, grande critico e storico dell’Arte ed attuale direttore di “Florence Biennale”, “espressione di punta, di primissima linea sulla scena artistica contemporanea.” Reggina, con un doppio diploma, in Solfeggio oltre che quello in Pittura all’Accademia di BB. AA. di Reggio Calabria, già dal fitto curriculum espositivo carico di premi e di onori, Tina Sgrò ha fatto dell’arte, a cui si dedica ormai da oltre quindici anni, l’essenza della propria vita, vivendo ed operando tra la sua città natale, Milano e l’estero. Sapiente frutto di anni di studio e di una tecnica rigorosa, protagonista delle sue opere è il “chiaroscuro” che, soffuso in varie cromìe, percorre a velocità autostrade e città deserte, accarezza navate di chiese senza fedeli, lambisce oggetti e mobilia di opulente dimore fissati sulla tela. Ma è un chiaroscuro destinato alla resa, perdente, squarciato com’è, d’un tratto, dall’irrompere di traboccanti fasci di luce che nel loro balenio catturano lo sguardo, definendo atmosfere e situazioni dell’ambiente che li circonda, aiutati in ciò dal riflesso cangiante di complici specchi. Salotti, boudoir, camere da letto, studi riccamente arredati raccontano di abitanti dal gusto classico un po’ retrò, quasi fin-de-siècle, dove trumeau, comode e consolle ospitano, generosi, candelieri e candelabri d’argento, portafoto e piccoli oggetti posati lì casualmente, in un affollarsi di segni di un quotidiano fatto di dettagli preziosi e ricordi di una vita. Di un qualcuno che non c’è, o meglio, non c’è più in quel momento. Perché Tina Sgrò ci narra delle vite delle persone cogliendo solo echi e tracce della presenza umana e, scegliendo di fermare sulla tela il momento “dopo” il suo passaggio, riesce a disvelarne il mondo intimo e la storia. Dipingendone in realtà l’assenza. Il suo essere “uscito fuori” dal quadro, lasciando accesa la luce dell’abat-jour…

 

 

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