Il 30 novembre arriva nella Capitale, nella splendida cornice del Museo di Roma a Palazzo Braschi, “Artemisia Gentileschi e il suo tempo”: la grande mostra dedicata all’ artista caravaggesca più amata di sempre. L’esposizione sarà costituita da un percorso che comprende oltre 90 opere provenienti da tutto il mondo, e svela gli aspetti più autentici dell’artista, attraversando un arco temporale che va dal 1610 al 1652.
Ideata da Nicola Spinosa, la mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da Arthemisia Group con organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Nel prestigioso comitato scientifico oltre a Spinosa che ha curato la sezione napoletana, anche Francesca Baldassari per la sezione fiorentina, e Judith Mann per la sezione romana.
Bella e volitiva, audace e sensuale, Artemisia fu una donna intraprendente, ribelle, dal temperamento sanguigno e dalla grande forza di volontà. Fu a lungo ritenuta “l’unica donna in Italia che abbia mai saputo cosa sia la pittura e colore, e impasto, e simili essenzialità”. (Roberto Longhi)
Nata a Roma l’8 luglio del 1593, era la primogenita del pittore Orazio Gentileschi, che intuendo le doti eccezionali della figlia fin dall’infanzia la avviò alla pittura insegnandole il suo mestiere nella sua bottega e infondendole il profondo interesse per il Caravaggio. E fu proprio il Caravaggio, che incontrò la pittrice nella bottega del padre, a plasmare quel carattere così irrequieto e ribelle.
La grande pittrice caravaggesca, dimostrò subito un innato talento, già la sua prima opera “Susanna e i Vecchioni”, tra le opere esposte a Palazzo Braschi, è una chiarissima dimostrazione del livello eccelso raggiunto dalle precoci capacità pittoriche di Artemisia appena adolescente.
In un’epoca in cui fare l’artista per una donna era quasi proibito, Artemisia Gentileschi dipinse capolavori di straordinaria bellezza, come “Giuditta che taglia la testa a Oloferne” o “ Lot e le figlie, in fuga da Sodoma e Gomorra”, e fu la prima donna nella storia ad essere accettata all’ ”Accademia di Disegno di Firenze”. Colta e brillante, Artemisia fu capace di imparare a leggere e scrivere da adulta, a suonare il liuto, a frequentare il mondo culturale. La sua vita fu segnata da un tragico evento: a 17 anni subì lo stupro per mano del suo insegnante di prospettiva, il pittore Agostino Tassi, cui il padre l’aveva affidata. Artemisia lo accusò subito ed il padre trascinò il Tassi davanti ai giudici, che però non le credettero subito e lei si sottopose persino alla tortura dei sibilli pur di dimostrare la veridicità della sua testimonianza. Questo evento la sconvolse profondamente e molto del suo stile pittorico ne rimase influenzato, connotandosi di una maggiore drammaticità e realismo.
Artemisia fu uno spirito indomito ed indipendente: lottò tanto per far condannare il suo stupratore quanto per difendere il suo diritto ad essere un’ artista, in una società in cui ciò era impensabile, diventando così nel tempo un simbolo del femminismo e del desiderio di ribellarsi al potere maschile.Tuttavia tutto questo le fece un gran torto: l’avere spostato l’attenzione sulla vicenda dello stupro, mise per molto tempo in secondo piano il suo incredibile talento artistico ed il suo indiscutibile valore come pittrice, oggi entrambi ampiamente riconosciuti dalla critica, ma forse ancora non abbastanza conosciuti dal grande pubblico.
Visse a Firenze (dal 1613 al 1620) dove entrò in contatto con importanti personaggi dell’epoca, come Galileo Galilei e il figlio di Michelangelo che le commissionò persino alcuni dipinti, poi ritornò a Roma (dal 1620 al 1626) e poi si recò Napoli (dal 1626 al 1630) dove morì, anni più tardi (nel 1653), ma non prima di aver completato le tre tele che adornavano la cattedrale di Pozzuoli e che furono le prime che realizzò per una Chiesa: “San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli”, “l’Adorazione dei Magi” e “Santi Procolo e Nicea”.
Questa mostra vuole quindi essere un viaggio nella vita tormentata e nell’arte ribelle di Artemisia, fornendo una panoramica accurata degli scambi e delle varie contaminazioni, tra la sua arte e gli illustri pittori della sua epoca, alla luce delle scoperte più recenti della critica, che ha ora nuovamente riaffermato il ruolo di assoluta centralità della Gentileschi, nella scena artistica dell’epoca a Roma, a Firenze, Napoli, e persino a Venezia e Londra dove fu apprezzatissima alla corte di Carlo I°.
Nota per il suo eclettismo Artemisia, non si limitò alla sublime padronanza del disegno e della tecnica pittorica, ma fu abilissima ad adattare il suo talento secondo le esigenze dei diversi committenti e trasformare la sua tecnica dopo aver appreso il meglio dai classici, scultori e pittori come dai suoi contemporanei.
Al fianco delle opere di Artemisia Gentileschi, i visitatori della mostra potranno pertanto ammirare anche le tele di altri importantissimi artisti del ‘600, come Giuseppe Ribera, Simon Vouet, Giovanni Baglione, Cristofano Allori, Antiveduto Grammatica.
Grazie ad un lungo e intenso lavoro preparatorio le opere che impreziosiranno il Museo di Roma fino al 7 maggio 2017, arriveranno da tutti i più prestigiosi musei del mondo, con quadri come “Ester e Assuero” dal Metropolitan Museum di New York, “Giuditta che taglia la testa a Oloferne” dal Museo di Capodimonte, l’“ Autoritratto come suonatrice di liuto” dal Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut ed altri importantissimi prestiti da prestigiose istituzioni culturali del calibro della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze e del Národní galerie v Praze di Praga.
Per tutto il periodo in cui l’esposizione temporanea sarà aperta al pubblico romano, la collezione sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00.
Il biglietto d’ingresso alla mostra “Artemisia Gentileschi e il suo tempo” è di solo € 11,00 ( € 9,00 quello ridotto). Gli organizzatori hanno previsto delle agevolazioni per gli studenti e così le scuole potranno portare i propri ragazzi alla scoperta di questi capolavori al biglietto agevolato di € 4,00 ad alunno.
Il 3 e il 17 dicembre 2016, inoltre sono state organizzate delle visite guidate, della durata di 90 minuti che permetteranno di conoscere da vicino tutti i segreti della pittura di Artemisia. Attenzione però per partecipare la prenotazione è obbligatoria.
Sono previste infine delle aperture straordinarie per permettere agli amanti dell’arte di godere dei capolavori della pittrice caravaggesca sotto le feste, in particolare il 24 e il 31 dicembre,quando la mostra sarà aperta dalle ore 10.00 alle ore 14.00. Mentre il 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio invece il Museo sarà chiuso.
In conclusione questa mostra rappresenta a nostro avviso un’occasione imperdibile, per conoscere ed apprezzare l’ opera di una grande protagonista del’600 come Artemisia: grande donna e artista da annoverare sicuramente tra i migliori pittori della sua epoca.
Valentina Franci