Artperformancefestival tra ‘strategia globale’ e ‘curatore scalzo’

Si avvia alla chiusura, che avverrà il 7 agosto prossimo, la seconda edizione di Artperformingfestival, ideata ed organizzata Gianni Nappa, con Celeste Ianniciello, Ulderico e Valerio Falcone, e promossa dallo studio GlobalStrategies srl.  Madrina del festival è stata  Barbara Petrillo. La manifestazione è stata  realizzata in collaborazione con il Comune, Assessorato alla Cultura e al Turismo e Assessorato ai Giovani, guidati rispettivamente da Nino Daniele e Alessandra Clemente.  Oltre alla collettiva di Castel dell’Ovo, sono stati realizzati   eventi collaterali presso il Pan, Palazzo Caracciolo, Ippodromo di Agnano ed altre prestigiose location.

Quest’anno Artperformingfestival ha posto  l’attenzione sui concetti del femminile, della madre terra e del Mediterraneo.

Riguardo ai temi trattati pongo all’attenzione del lettore il tema ‘femminile’, con particolare riferimento alla giornalista pubblicista,  Ester Esposito, fondatrice e amministratrice della GlobalStrategies S.r.l, che ha fatto convergere nel festival le sue  ‘conoscenze’ per quello che riguarda il marketing. La Esposito è stata anche l’addetta stampa del festival.Chiarisco, come già noto, che Progetto Italia News è stato media partner del festival.

Essere media partner significa siglare un accordo di collaborazione, con il quale sostanzialmente si supporta nel dare ‘visibilità reciproca’ agli eventi e alle iniziative. Per essere precisi voglio puntualizzare che la testata per la quale scrivo è stata ‘unilateralmente partner’ del festival come ben annotato da Gianni Nappa e Ester Esposito: ‘Vorrei ringraziare come curatore di un evento pensato per la città progettoitalianews.it (net) e la grande professionalità e competenza di Roberto Cristiano, un preziosissimo contributo per dare voce al nostro lavoro. Ovviamente sia io che Ester Esposito sappiamo bene l’importanza di fare un lavoro così particolareggiato e capillare senza riscontro economico, ma proprio per questo ancor più prezioso perché sentito e fatto con profonda amicizia nei miei confronti’.

Questa annotazione dice il vero,  come è vero ancor di più che un rapporto professionale  deve essere impostato non sulla base all’amicizia ma sul reciproco rispetto delle proprie professionalità.  Questo per dire che, sviolinate a parte, la professionalità può non essere stata reciproca. Punto ed a capo. 

Torniamo per un attimo alla  GlobalStrategies S.r.l. che nasce dall’entusiasmo e dalla ‘passione’ per il marketing’ della fondatrice Ester Esposito, diventando in seguito uno strumento capace di offrire ai clienti soluzioni creative per le nuove sfide del mercato, costruire campagne di grande impatto e contenuti in grado di far convergere idee e passione. La mission è ottenere sempre il massimo risultato, per questo possiamo contare su uno staff di assoluta professionalità capace offrire stimoli ed idee sempre nuove ai nostri Clienti’, confidava  Ester Esposito a ‘Napoli Magazine’.

 La Global Strategies di Ester Esposito nasce come ditta individuale un decennio fa ed inquadrata nella categoria  ‘agenzie studi – pubblicita’, 1 dipendente,  ubicata in via Alfredo Rocco, quartiere Vomero.
Successivamente, ovvero quattro anni fa, diviene una srl e si trasferisce nel quartiere Chiaia,  in Via Filangieri. Della società fanno parte Ester Esposito, la figlia Barbara Petrillo ed un terzo socio al quale è stata donata una piccola quota.   Nasce quindi  quella che viene definita da un collega ‘la passione per il marketing’. Il marketing, ricordiamo, è   quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di assoluta creazione, anche  attraverso scambio di prodotto e valori. È l’arte d’individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento  realizzando un profitto. Questo avviene naturalmente se il mercato di riferimento può garantire un margine ed un profitto. 
Ovviamente, e giocoforza, il marketing è necessariamente collegato al settore commerciale e lo si può connotare in tre semplici termini: prodotto, mercato e concorrenza. In una struttura piramidale, ad esempio in una multinazionale con una company italiana, si vedrà un amministratore delegato, un direttore commerciale, un direttore marketing, un direttore vendita, capi filiale, venditori, agenti ed altro. Un solo credo concentrato nel margine di contribuzione e di profitto che viene sottolineato dai ‘cfb’, confronto fatturato budget. Diversamente ogni strategia ed azione è ‘fallimentare’. L’esempio, ovviamente, è virtuale, tenuto conto dei cambiamenti gestionali ed aziendali avvenuti nel corso degli ultimi anni, cosa che, sia chiaro,  cambia la forma ma non certo la sostanza,  che è sempre quella di garantire un margine ed un profitto.
‘Se mi pungesse vaghezza di applicare logiche difformi a quanto sottolineato (cfb, margine di profitto, ect ect) sarei fuori dall’azienda’,  puntualizzava il direttore marketing di una affermatissima azienda. Questo per dire che non può bastare la ‘passione’ se è priva di formazione specifica, studi ed altro.
Il marketing, come detto,   è  ‘l’arte d’individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando,  allo stesso tempo,  un profitto’.
Nella fattispecie relativa al festival è necessario collegare arte ed economia. Cosa che può avvenire attraverso gli sponsor a condizione che  non si parli esclusivamente di ‘scambio di prodotti e valori’. In linea di principio dovrebbe esserci un collegamento tra arte ed economia e tra economia ed arte. Ma in questo momento storico non c’è al Sud, e forse in Italia,  il substrato ‘culturale’ che li colleghi.
 Nel caso del festival è opportuno parlare di innovazione sociale realizzata nel   programmare determinati modelli di interazione che producano nuove possibilità. Questo può avvenire attraverso modalità diverse, tra cui l’arte contemporanea. Ed è particolarmente efficace quando non punta a forme tradizionali,   ma a situazioni in cui i ruoli si mescolano e dove la produzione  avviene in modo collettivo, come, ad esempio, nell’arte contemporanea si realizza attraverso le performances.  In tal caso è importantissimo promuovere l’evento in modo efficace. Pensiamo, ad esempio, a quanto realizzato nella Galleria Principe Umberto: 
 Foto tratta dalla Giornata Performativa per la ‘Pace Globale’ che si è tenuta  il 18 Luglio 2017. Doloroso dirlo, ma l’affluenza di  spettatori è stata scarsa.   Così come è stato scarso l’afflusso del pubblico per quanto realizzato presso la Fondazione Real Monte Manso di Scala.
Desideravo avere ragguagli su quanto dichiarato dalla collega Ester Esposito,  che a Palazzo Caracciolo, il 5 luglio, alla presentazione del festival affermava: ‘Gianni Nappa si presentò parlandomi del festival. Io non sapevo di cosa si trattava ma mi sono appassionata all’evento, all’idea…’. Le chiedevo telefonicamente, in seguito,  di essere più chiara in merito. Cosa non avvenuta visto che la Esposito rimandava i chiarimenti perché impegnata in altre attività. Che riguardassero il festival, o meno, ha poca importanza. Chiarisco che il ruolo di un addetto stampa è fornire ogni informazione necessaria a testate giornalistiche   interessate a quanto proposto.  Possiamo definire un addetto stampa come una sorta di intermediario che scrive comunicati stampa ed altro, per stimolare la partecipazione agli eventi proposti. Un intermediario atto a fornire una perfetta comunicazione. Fuori dalla realtà che un giornalista debba ‘inseguire’ un addetto stampa. Mi fermo qui per non scivolare in ovvi criteri di valutazione.

Avevo necessità di avere ragguagli dalla Esposito circa il peso, economico e non,  degli sponsor, sulle loro modalità economiche di sostegno, sulle loro aspettative in termini di ritorno di immagine.

Restai sorpreso poi ad apprendere  che non erano stati preparati i cataloghi. Cosa importantissima perché non basta una mostra per collocare le opere visto che  è necessario rivederle nel tempo attraverso un catalogo esplicativo. Cosa, di fatto, non avvenuta, causando inesistente visibilità. Risultato economico per vendite future di opere degli  gli artisti presenti al festival,  nullo! Ovvero, risultato commerciale a posteriori: ‘Zero’. Un catalogo realizzato a posteriori, dopo che il festival è concluso, è perfettamente inutile e beffardo. Cui prodest? Ai quattro amici al bar? Chi ha visitato il festival non lo ha ricevuto in tempo reale. Il resto sono fandonie…

Importante ascoltare il pensiero di Beatrice Feo Filangieri che è molto concisa in merito: ‘Questa Expo ritengo sia stata una delle peggiori mostre per me, non  mi é mai accaduto di non avere alcuna documentazione fotografica della mia opera, esplicitamente chiesta e richiesta da me stessa. Centinaia di foto, video e quant’altro, sempre con le stesse opere in primo piano. Una Expo si documenta tutta. Per una come me ormai abituata a lavorare all’estero con grandi gallerie,  che ha rappresentato l’Italia due volte alla Biennale di Venezia, sono realtà molto lontane ed inspiegabili. Resto rammaricata di aver partecipato ad una simpatica Expo senza averne alcuna documentazione’. Beatrice ha esposto ad Arteperformingfestival ‘Tellus Mater Encyclical’  che possiamo vedere a sinistra nella foto. Annota l’artista: ‘Esposto male senza protezione e senza la dovuta considerazione,  compreso il plex  di copertura che avevo richiesto per esporlo.  Nappa ha deciso di non metterlo dicendomi che era dovuto ad una questione di riflessi ed era meglio lasciare il lavoro così. Io dissi, ok!. Forse Gianni ‘rifletteva troppo’. Anche per fare una foto documentazione rifletteva troppo!!!. Purtroppo fare i curatori è una cosa difficile…’.   Il lavoro esposto da Beatrice é un disegno, pastelli e tempera  su carta da scenografia. La Filangeri ha esposto per il tema ‘femminile’ e  in  ‘Tellus Mater Encyclical’ vediamo un minions che gioca con la terra sulla testa di madre Terra!.

Beatrice, come detto nell’articolo di presentazione,  è già nota a livello nazionale ed internazionale con  al suo attivo  2 Biennali di Venezia,  con un curriculum che spazia da un Expo a New York, con esposizioni a  Madrid, Barcellona, Milano, Roma, Toronto, Mosca, Amsterdam,  Berlino e tutta la Repubblica Federale Tedesca, in cui ha esposto in permanenza,  ed in esclusiva per due anni, e Abu Dabhi.  A breve esporrà in Cina. E’ la caposcuola del Pop Barocco Italiano o Pop Barocco.

Nell’esposizione del disegno a Castel dell’Ovo vediamo  un ‘parruccone’ con un minions posato sulla testa che esprime la forza  provocatoria ed ironica dell’artista che ‘sposa’ alla perfezione il senso,  ed il significato,  dell’Arte Contemporanea sempre    attenta all’evoluzione  sociale che non si adagia a contenuti  statici. Questo vale sia nella vita che nell’arte. L’opera esposta al festival da Beatrice è semplicemente ‘geniale’ nel contenuto raffigurato.

Gianni Nappa scrive su fb con particolare riferimento ad Arteperformingfestival: ‘Un festival di portata internazionale per Napoli senza che Napoli che conta se ne accorga!!! Noi siamo indipendenti dai poteri, ma solidali con l’arte che parte dal basso’.

Parlare di ‘arte che parte dal basso’ è  parlare di  crowdfunding,  processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.

Artperforminfestival nella seconda edizione è stato realizzato anche in crowdfunding con ‘Eppela’ per una campagna di raccolta fondi che si è chiusa il  10 aprile scorso.

Scrive Gianni Nappa:

‘I fondi richiesti verranno utilizzati per organizzare il festival e saranno utilizzati per le spese organizzative. Tutte le risorse raccolte saranno utilizzate per la realizzazione della seconda edizione dell’ Artperformingfestival. Il progetto prevede una spesa complessiva di 150.000,00 euro ma qui su questa piattaforma cerchiamo di recuperare con l’apporto di quanti vorranno, l’autonomia dalle amministrazioni pubbliche, come è stato per la prima edizione realizzata con una rete di contributi di circa 60.000 euro tra cambi merci e contanti.

Chiunque parteciperà avrà diritto ad una foto di performance di artisti presenti al Festival che è anche il primo che in Italia si propone con un cartellone di 15 giorni.

Va ricordato a chi contribuisce che la data di attuazione del festival sarà Luglio 2017

Sono un critico e curatore d’arte che opera a Napoli da circa 10 anni con progetti e mostre sul territorio. L’arte contemporanea si muove su linguaggi spesso poco compresi da tutti, ed è per questo che ho ideato un festival che offrisse una vera condivisione con gli spettatori e la possibilità di portare per strada e nei luoghi storici il linguaggio del corpo. La prima edizione ha visto oltre 5.000 persone partecipare tra mostre e performance in vari luoghi della città.

Mostra a Castel dell’Ovo 10 luglio 7 agosto  2017

Festival performances – 14/29 luglio 2017  Napoli e città Metropolitana

‘Eppela’ è il primo sito di crowdfunding al mondo per finanziare progetti culturali,  e di informazione libera per sostenere idee e creatività.  Sono i primi in Italia  che chiedono agli spettatori il finanziamento dal basso dei progetti e agiscono attraverso  la loro piattaforma web,  con il diretto contributo degli utenti. L’iter è semplice e trasparente. Basta registrarsi e inviare una sintesi del progetto. La proposta deve includere il periodo in cui si vuole rimanere online e l’ammontare del finanziamento, oltre a una serie di premi per chi ha deciso di sostenere economicamente il progetto. I contributi vengono prelevati dal conto Paypal, l’unico con cui è possibile donare, solo se il budget sarà raggiunto entro la scadenza e, in questo caso, il sito tratterrà per sé il 5%. Se invece la soglia fissata viene raggiunta prima, la raccolta prosegue regolarmente fino alla scadenza.

Il gioco  è quello di spargere la voce ai propri contatti su facebook, twitter, i social e la Rete in generale per  creare una community che si affeziona al progetto e che è disposta a finanziarlo.

‘Eppela’ in Toscana vuol dire ‘oplà’, che si dice per invitare un bambino a fare un salto. Fare il salto per i creatori di ‘Eppela’ è cogliere l’opportunità del finanziamento dal basso.

Tutto si regge su credibilità e comunicazione.  Il creativo è libero e i premi devono essere appetibili, anche se il finanziatore può specificare di volere solo offrire il sostegno economico per  rivoluzionare i meccanismi produttivi.

Evidentemente l’idea proposta non ha ricevuto consensi che ‘partivano dal basso’ ed è assolutamente inutile girare la colpa del ‘flop’ a ‘poteri’ non ‘identificati’ ma forti…

Il segreto, caro Gianni, è quello di non puntare il dito verso ‘ipotetici poteri’ visto che sono state concesse le strutture adeguate per favorire espressione e partecipazione. I ‘Versi aurei di Pitagora’, ad esempio, insegnano a ripercorrere le proprie azioni per verificare quotidianamente dove si è peccato di presunzione. Questa azione insegna a guardarsi dentro, individuare gli errori commessi,  avendo la possibilità, in seguito, di correggere il tiro. Diversamente si girerà in tondo e ci si nutrirà della propria coda…Altra sorpresa fu rappresentata dal venire a conoscenza della mancanza di conta persone utili per venire a conoscenza del numero dei visitatori. Parliamo di visitatori precisi e non visitatori presunti. Diversamente saranno valutati e numerati ‘a buon peso’. Ma parliamo di un festival che si tiene in un luogo storico della città di Napoli e non di una riunione al ‘mercato della frutta’. Riguardo all’acquisto di un conta persone parliamo di un costo unitario che si aggira intorno ai 500 euro.

‘La prima edizione ha visto oltre 5.000 persone partecipare tra mostre e performance in vari luoghi della città’, viene scritto,  ma appare chiaro che lo scorso anno, come è avvenuto quest’anno, non era stato installato un conta persone. Niente da dire, o da contestare, perché è poetica,  ed è artistica, se non  ‘sacra’  l’immagine di chi in perfetto candore conta le persone con il pallottoliere…

Altra mancanza notevolissima è l’assenza dei condizionatori che non sono stati inseriti nelle spese di previsione. E’ uno scherzo? No, è la verità. Con il caldo feroce ed intenso di questo periodo è scusabile una simile mancanza?

Ovviamente ideatori, promotori e realizzatori perdono, in tal caso, di credibilità. Di certo è ancora poetica la visione dell’ideatore, come è  icastica e  raffigurativa,   l’immagine del ‘carmelitano scalzo’, contemplativo e ribelle ma incompreso. Incompreso perché è difficile coglierne la logica.

Ritorniamo in chiusura alla promotrice che si è occupata delle location, come ad esempio la Galleria Principe Umberto, l’ippodromo di Agnano ed altro. Ricordo che la signora Esposito  è sposata, in seconde nozze, con Salvo Palma, dottore commercialista,  da poco consigliere della Cassa Nazionale di Previdenza dei commercialisti, ed ex assessore al Bilancio del Comune di Napoli, dimissionario per esigenza di ‘rimpasto’ di giunta.                         Nella foto Ester Esposito e Salvo Palma all’ippodromo di Agnano qualche anno fa. 

In conclusione esprimo l’importanza ed il valore che hanno iniziative come Artperformingfestival, necessarie per ampliare la concezione della partecipazione culturale, confidando che vengano ben accolte e comprese le mie perplessità che potranno essere utili per la definizione futura del prossimo festival,   che sarà sicuramente non più perfettibile perché derivante  da un attivo  ‘work in progress’ che terrà in debito conto le rilevate,  e rilevanti,  carenze…

Roberto Cristiano

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