Crisi e proteste sembrano andare di pari passo. Al crescere dell’una, si assiste al dilagare dell’altra. E così dopo la protesta degli operai Alcoa, saliti sui silos per ribellarsi alla chiusura dell’azienda, a mobilitarsi sono una decina dei circa 200 dipendenti dell’Asa di Castellamonte , azienda pubblica che gestisce rifiuti, teleriscaldamento e altri servizi per 51 comuni dell’Alto Canavese. I lavoratori sono saliti intorno alle 3:00 sul tetto di uno dei cinque capannoni dello stabilimento, per protestare contro la cessione a privati di alcuni rami d’azienda. Hanno con sé alcune taniche di benzina. Altre decine di lavoratori hanno allestito presidi fuori e dentro il complesso industriale, bloccandone il funzionamento.
“La manifestazione – annuncia Roberto Falletti, rsu aziendale della Uil – proseguirà ad oltranza e – aggiunge – contiamo di occupare tutti gli altri tetti nel corso della giornata”. La protesta è scattata in occasione dell’apertura delle buste per l’affidamento del servizio rifiuti e la contestuale cessione del ramo d’azienda, previsto alle 13 al Comune di Ivrea (Torino), sede del Consorzio Canavesano Ambiente. I lavoratori temono di perdere il posto in conseguenza della cessione dei rami d’azienda a privati. “Abbiamo scritto – dice Falletti – al presidente del consorzio Maurizio Ciol, al commissario dell’Asa Stefano Ambrosini, ai sindaci del territorio e alle autorità di Regione e Provincia chiedendo di aprire un tavolo di crisi su questa azienda, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. A questo punto – conclude – siamo disposti a tutto per difendere il nostro posto di lavoro”.