Mario Monti afferma: “Molti mi definiscono tentato. Tentato di fare una lista, tentato di candidarmi. Di certo non cadrò nella tentazione di stare fermo, di rimanere immobile nel mio scranno di senatore a vita nell’aspettativa o nella speranza di ricevere qualcosa”. Dal mio punto di vista questa dichiarazione ha un’inequivocabile significato: Monti ha ferma e risoluta intenzione di candidarsi come premier. Potrebbe anche aggiungere: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e di più non dimandate… Ovvero, la mia scelta è compiuta. Ovviamente restano da definire i dettagli dell’operazione candidatura che potrebbe essere promossa da una lista unica, da una Federazione di partiti centristi, o da una formula “Per Monti”, che porrebbe il tutto come una sfida diretta a Pier Luigi Bersani che cerca invece una strada “concordata”, che vedrebbe Monti a Bruxelles e Bersani a Palazzi Chigi. Sarebbe una scelta dignitosissima ed accettabilissima perché lascerebbe la politica ai “tecnici di settore “ e non ad i “tecnici di necessità e di emergenza”. Anche Silvio Berlusconi ha trionfato nella delicata arte di constatare un’evidenza: “Mettersi in un partito con Casini e Montezemolo, passerebbe da deus ex machina a piccolo protagonista”. Il Cavaliere ha ragione. Chi modestamente scrive può sembrare azzardato ma prevede una feroce astensione alle elezioni, e la presenza di Monti causerebbe un abbattimento di preferenze per i partiti che lo sosterranno, visto che nell’immaginario collettivo ha dato agli elettori una fortissima e rigorosissima stretta di cinghia. Sia ben chiaro che quanto attuato dal premier è lodevolissimo, sia nella impostazione che nella realizzazione, che grandissima è la sua competenza anche se molti sono stati i rimbalzi sulle famiglie, sugli individui, sui lavoratori. Moltissimi non entreranno nel merito, molti non sanno e non vogliono sapere cosa significa spread, ma sanno che altissimo è il tasso di disoccupazione, che si è ridotta la ricchezza delle famiglie del 50 per cento, che i pensionati nella migliore delle ipotesi vivono con meno di mille euro al mese, che oltre un milione di disoccupati ha meno di 35 anni. Gli italiani sono insoddisfatti della propria situazione economica, ed il rischio di povertà è altissimo e la corre un italiano su tre. A poco bastano le lacrime di Elsa Fornero, che verrà ricordata per ben altri motivi legati al suo decisionismo e non certo per le sue lacrime.
Roberto Cristiano