E’ di 19 miliardi l’effetto default che l’eventuale revoca della concessione di autostrade potrebbe provocare: circa 10 miliardi sono i debiti che la mancanza di risorse dovuta alla riduzione della penale prevista dal Milleproroghe avrebbe su Autostrade per l’Italia mentre circa 9 miliardi sarebbe l’impatto a cascata su Atlantia. Si tratta di importi in gran parte detenuti da investitori istituzionali e grandi istituzioni finanziarie italiane ed europee, oltre che – per 750 milioni – relativi ad un prestito obbligazionario retail Aspi detenuto da 17.000 piccoli risparmiatori. Si spiega così dal punto di vista tecnico finanziario- con l’ipotesi di revoca oggi rilanciata dall’intervista del premier giuseppe Conti a ‘Il Fatto Quotidiano’ e l’impatto pavanetato dallo stesso amministratore delegato di Atlantia Carlo Bertazzo in una intervista a Repubblica – l’andamento in borsa del titolo Atlantia e il peggioramento registrato anche da alcun bond.
L’articolo 35 del decreto Milleproroghe – secondo quanto spiegato dall’Ad di Atlantia – avrebbe un impatto di default perchè mancherebbero le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo. A cascata l’impatto si ripercuoterebbe sul ripagamento di 9 miliardi di debito di Atlantia (che controlla l’88% del capitale di Autostrade per l’Italia ed è garante inoltre di circa 5 miliardi di debito della controllata). L’ammontare di debito complessivo in default (oltre 19 miliardi) – è facile immaginare – avrebbe serie conseguenze sui mercati obbligazionari e bancari europei visto che la maggior parte del debito è rappresentato da titoli quotati detenuti da grandi investitori di debito internazionali, oltre che da grandi istituzioni finanziarie europee (come Banca Europea per gli Investimenti) e italiane (come. Cassa Depositi e Prestiti, Banca Intesa, Unicredit,…), oggetto anche di prestiti LTRO della Banca Centrale Europea. A rischio anche un prestito obbligazionario retail (per 750 milioni) detenuto da circa 17.000 piccoli risparmiatori italiani. Lo scenario, ovviamente, sta avendo già ripercussioni sul titolo di Atlantia che è tra le blue chips della Borsa Italiana e conta 40mila azionisti fra cui il fondo sovrano di Singapore GIC (8,1% del capitale), la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (4,8% del capitale) e, con quote minori, investitori istituzionali internazionali (prevalentemente società di gestione di USA, Gran Bretagna, Francia, Germania e Australia).
E’ stata fissata per domani una riunione straordinaria del Cda di Atlantia. Secondo quanto si è appreso la società riunirà i consiglieri di amministrazione per un’esame della situazione riguardante la concessione di Autostrade per l’Italia e il confronto con il governo, alla luce delle ultime novità. Si tratterebbe di una riunione non decisiva dalla quale non sono attese decisioni.