Aspi: vertice Conte-capi delegazione

“Serve un’ulteriore valutazione politica”. Ovvero un confronto con le forze di maggioranza sul dossier Autostrade che potrebbe passare sia in dei ‘bilaterali’ con la ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli sia attraverso un nuovo confronto tra il premier e i capidelegazione. E’ questa la decisione assunta durante il vertice tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i rappresentanti delle forze che sostengono il governo.

Su autostrade nel pomeriggio c’è stata una riunione tra Conte, De Micheli e il responsabile del Mef, Roberto Gualtieri, in cui si è sostanzialmente deciso di continuare a trattare con Aspi, stabilendo delle “condizioni minime al di sotto delle quali rimane irricevibile qualsiasi proposta di controparte e diventa automatica la revoca”. Assenti dal tavolo ministri M5S. Ma nella riunione con i capi delegazione si è deciso per un ulteriore passaggio politico, un confronto che legittimi la prosecuzione della trattativa su Aspi, invisa ai 5 Stelle.

Il futuro delle concessioni autostradali è ad un passo dal cambiare. Il governo continua a trattare con Atlantia e sembra davvero che un accordo sulla revisione delle concessioni sia ad un passo. Tecnicamente mancherebbe meno di una settimana alla scadenza dei termini, fissata al 30 giugno, ma pare che la famiglia Benetton sia disposta a continuare la discussione anche dopo.

Si è vicinissimi ad un accordo sulla revisione della concessione di Autostrade. Fonti governative parlano di un’intesa imminente con la capogruppo Atlantia, la holding di famiglia Benetton, sul futuro del maggiore gestore autostradale del Paese. Sono state fissate delle condizioni minime da dover rispettare, tra le quali il cambio di compagine sociale in Autostrade, con Atlantia in veste di socio di minoranza e il tandem Cassa depositi e fondo F2i che rileverebbero la maggioranza con un veicolo ad hoc. L’intesa verrebbe costruita con una sforbiciata alle tariffe autostradali del 5% all’anno per abbassare la remunerazione sul capitale investito riportandolo a livelli di mercato, secondo il modello costruito dall’authority dei Trasporti. Verrebbe così a cadere il rischio di un contenzioso con Autostrade. Ciò consentirebbe di far ripartire le opere infrastrutturali per 7 miliardi già cantierabili, come ha rilevato ieri l’amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi. Non è chiaro se è stata immaginata una sterilizzazione dell’articolo 35 del Milleproroghe che aveva normato la revoca. Due giorni fa la scelta dei vertici di Atlantia di proseguire il negoziato oltre il 30 giugno evitando la risoluzione stabilita all’articolo 9 bis della Convenzione del 2007, era sembrato un atto distensivo nei confronti del governo dopo la lettera inviata all’ue in cui la holding controllata al 30% dalla famiglia Benetton chiedeva il rispetto dei contratti. Ora un altro passo in avanti.

Compare per la prima volta l’opzione ‘revoca’ della concessione per Autostrade, nei piani messi nero su bianco dal governo. Ma ha l’effetto della pistola sul tavolo. Perché a Palazzo Chigi lasciano ancora uno spiraglio aperto ad Aspi, pur tra mille oneri e condizioni. Conte sarebbe dunque pronto a far valere anche l’ipotesi estrema, ma solo se non dovessero arrivare segnali tangibili di disponibilità a un nuovo corso da parte dei vertici Aspi. Anche perché l’avvocato ha ben presente quali siano i rischi e le ripercussioni di una revoca della concessione, a cominciare dall’inevitabile contenzioso che si aprirebbe. Alla Presidenza del Consiglio si attendono l’apertura a strettissimo giro di un confronto con Autostrade per l’Italia, per illustrare appunto le conclusioni alle quali il governo è giunto. In ogni caso, stando a quanto filtra da fonti governative, l’intenzione è quella di chiudere la partita prima dell’inaugurazione del Ponte di Genova. Sarebbe paradossale, anche sotto il profilo simbolico, se accadesse il contrario. I due pacchetti illustrati in serata valgono un ultimatum alla società: o vi fate carico degli oneri, oppure non avremo alternative alla revoca.

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