Il giudice di Londra ha negato la cauzione al fondatore di WikiLeaks Julian Assange, che resta così in detenzione.
Il verdetto significa che Assange non potrà ancora rivedere la libertà dopo i 7 anni trascorsi da rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e i quasi 2 in carcere nella prigione di massima sicurezza britannica di Belmarsh. Lo ha deciso la giudice distrettuale Vanessa Baraister che, dopo aver respinto due giorni fa l’istanza di estradizione negli Usa del fondatore di WikiLeaks (evocando rischi di suicidio e per la sua salute mentale in caso di detenzione Oltreoceano) gli ha tuttavia negato di nuovo la cauzione e il rilascio immediato, come chiesto dalla difesa, disponendo quindi di fatto che il 49enne attivista e giornalista australiano resti per ora in cella in attesa dei ricorsi preannunciati da Washington.
Ma la giudice ha fatto pesare la violazione della libertà su cauzione concessa nel 2012, quando il cofondatore di WikiLeaks ne approfittò per nascondersi nell’ambasciata dell’Ecuador, da cui poi ottenne inizialmente asilo, avanzando il timore d’una nuova fuga.