Assistenza ANT a 20 bimbi malati di tumore grazie al Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo

Bimbi in ANT, grazie al Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo assistenza a domicilio gratuita per 20 piccoli pazienti

Bimbi in ANT

Con un servizio di assistenza medico specialistica domiciliare dedicato, Fondazione ANT si prende cura da anni anche dei piccoli malati di tumore. Bimbi in ANT, gestito da medici, infermieri e psicologi specializzati, non sostituisce l’indispensabile lavoro d’équipe medica del Reparto Ospedaliero – soprattutto nelle prime fasi della malattia – ma vi si affianca con un’assistenza complementare e a domicilio, riducendo i frequenti ricoveri e le visite ambulatoriali.

Grazie all’erogazione liberale del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, per l’annualità a cavallo tra 2021 e 2022 Fondazione ANT può garantire assistenza medico-specialistica a domicilio a 20 bimbi e ai loro familiari offrendo al piccolo paziente e ai suoi familiari un sostegno medico professionale e psicologico completamente gratuito e attivo in ogni momento, se necessario, anche di notte e nei giorni festivi.  Bimbi in ANT permette da un lato ai bambini malati di tumore di ricevere presso il proprio domicilio cure personalizzate e il calore dei propri cari, dall’altro lato il progetto garantisce assistenza psicologica gratuita ai bambini malati in prima persona ma anche che abbiano in famiglia un paziente oncologico (ad esempio genitori, nonni, fratelli e sorelle). Riuscire ad affrontare un periodo delicato come quello di una malattia nella propria famiglia non è per nulla scontato e richiede competenze complesse per i piccoli e un’assistenza professionale.

Mi è capitato di assistere a domicilio alcuni bambini ed è stata un’esperienza molto forte: credo che il setting domiciliare sia per loro, quando si può, la scelta migliore – racconta Michela Petraro, infermiera di Fondazione ANT – I bimbi in una situazione di malattia si sentono dire tanti no perché avendo le difese immunitarie basse devono stare attenti a non entrare in contatto con troppe persone, a maggior ragione oggi alla luce della pandemia. Inoltre passano la maggior parte del loro tempo in ospedale che diventa per loro il luogo della malattia, dell’essere malati. Poter essere assistiti a casa vuol dire invece ritrovare quotidianità, qualità di vita e qualche sì in più, sentendosi meno malati. Tra i miei pazienti ricordo una bimba in particolare: la cosa che la rendeva più felice dell’essere tornata a casa era poter andare a fare la spesa con la sua mamma, spingere il carrello e riempirlo con le cose che desiderava. Una bimba che aveva difficoltà a mangiare e che quindi compensava tutto questo cucinando a orari improbabili. Varie volte mi sono fermata con lei, pranzando anche a metà mattina se voleva, mangiando quello che lei aveva scelto di cucinare. Credo che la casa sia il luogo migliore per i bambini, dove possono stare con i propri genitori e i fratelli e sentirsi un po’ più normali e meno malati.

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