Atreju 2021 su infrastrutture, grandi opere e associazioni di volontariato

Messi male e in ritardo su tutto: è questo, in estrema sintesi, lo stato in cui versano le nostre infrastrutture – per non parlare della ricostruzione delle zone terremotate – preso in esame da Fratelli d’Italia in apertura della quarta giornata di Atreju 2021. O meglio: è quanto emerso dal tavolo Ci pensiamo noi che si è svolto oggi sui temi di infrastrutture, territorio e grandi opere. Un punto sulla situazione da cui ripartire per ovviare al deficit e rilanciare il settore in difficoltà endemica.

E allora, far ripartire le grandi opere e liberarle dalla burocrazia è il progetto presentato oggi da Fratelli d’Italie nell’ambito di uno dei diversi eventi in calendario alla cittadella natalizia di Piazza Risorgimento. Perché, come spiegato nella sessione dedicata all’argomento, le infrastrutture sono fondamentali per i collegamenti sulle direttrici commerciali e turistiche. Ma anche per collegare le zone più isolate, sismiche o terremotate. Regolamentare in modo diverso il traffico merci nazionale: è improrogabile e necessario trasferirlo su ferro. Sono queste, in schematica sintesi, le proposte dei conservatori italiani emerse in apertura della quarta giornata di Atreju.

Fratelli d’Italia ha posto l’attenzione sulla imbarazzante fragilità delle nostre strade, ponte e viadotti. E della loro manutenzione. A livello infrastrutturale esistono settori in cui l’Italia non è mai entrata. E manifesta così un grave ritardo di sviluppo rispetto ai suoi competitori internazionali. Adesso il Pnrr prevede 25 milioni per le reti ferroviarie. Oltre a 3 milioni per la logistica: se non riusciremo a impegnare questi soldi entro il 2023, perderemo un’occasione unica, hanno rimarcato al tavolo intitolato emblematicamente Ci pensiamo noi.

Un’iniziativa a cui, da Atreju, hanno partecipato i senatori Nicola Calandrini, Massimo Ruspandini, Achille Totaro. E i deputati Maria Cristina Caretta, Alessio Butti, Rachele Silvestri. Oltre al responsabile Territorio e paesaggio di FdI, Luca Romagnoli. Un team che, oltre a evidenziare gravi mancanze e punti fermi da cui ripartire, ha proposto progetti e soluzioni per risolvere le criticità e ovviare alle gravi, e annose carenze.

Particolare attenzione nell’edizione natalizia di Atreju è stata data alle associazioni di volontariato che hanno animato  il mercatino solidale di  Piazza del Risorgimento a Roma.

Tante le realtà presenti: dall’associazione “Mio fratello è figlio unico ONLUS” che si occupa di bambini nello spettro autistico alla Onlus “Le Coccinelle” impegnata con i bambini con sindrome di Down, fino a “Rosso Bebè APS” e a “Pro Vita&Famiglia ONLUS”, in prima linea nel sostegno alla maternità e alla vita nascente. Spazio anche al mondo delle associazioni di promozione sportiva: l’ASI  raccoglierà fondi a favore del reinserimento lavorativo di donne recluse nella casa circondariale di Rebibbia. L’OPES e l’ENDAS chiederanno il sostegno per iniziative a favore della diffusione dello sport nelle scuole, nelle case famiglia e sul territorio.

Tra queste anche il Modavi, con il suo presidente Mario Pozzi,  vicepresidente di Gioventù nazionale. Veterano ad Atreju nel supportare la logistica e l’organizzazione della più grande manifestazione della destra italiana. “Atreju – spiega Pozzi – per noi non è solo una manifestazione politica, ma l’appuntamento annuale in cui lanciare il cuore oltre l’ostacolo e affrontare sfide sempre più ambiziose dando tutto se stessi. Mente e cuore lavorano in maniera incessante perché questa per noi è “casa” e durante l’evento la stiamo aprendo a tutti, anche agli avversari politici. Ecco perché non si sente la fatica di giorni e giorni passati a dare il massimo: l’unica cosa che conta è riuscire, tutti insieme, nel vincere la sfida, proprio come fa una Comunità”. E di comunità, anche in senso più largo, se ne intende il giovane dirigente di FdI. Da tempo ormai è impegnato nelle politiche giovanili, come membro del board del Consiglio Nazionale Giovani, ma più di recente è stato eletto Presidente Nazionale del MODAVI, il Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano.

“Il MODAVI è una grande organizzazione che proprio quest’anno compie 25 anni”, dice con una nota di orgoglio Pozzi. “Siamo da sempre al servizio del prossimo, facendo dell’impegno e del dono la nostra missione per aiutare chi vive in condizioni di minori possibilità. Penso ai bambini delle Villas in Argentina che ricevono il nostro sostegno attraverso i volontari che mandiamo ogni anno al Comedor Campana de Palo costruito proprio dal MODAVI molti anni fa. Ci occupiamo in particolar modo di giovani e giovanissimi infatti, in Patria e all’estero, come in Terra Santa dove ci spendiamo da sempre per il benessere di bambini sia israeliani che palestinesi con vari progetti. Di recente, con i nostri volontari in Libano, abbiamo avviato delle attività anche con i piccoli ospitati nei campi profughi della zona. I nostri volontari operano anche a Londra e altri stanno partendo per il Portogallo.

Ma non ci fermiamo qui, abbiamo intenzione di andare i supporto alla popolazione, anche in tutte quelle strade del mondo segnate dalla persecuzione dei cristiani. In Italia conduciamo campagne di sensibilizzazione presso le Istituzioni, nelle scuole e in tutti gli spazi di aggregazione giovanile contro tutte le droghe e le mafie, la violenza in ogni sua forma e in particolar modo il bullismo e il cyberbullismo”.

Ed è proprio durante Atreju che il MODAVI, presente con una sua “casetta” ha lanciato la sua campagna a sostegno delle famiglie in difficoltà. Si chiama SOS Natalità e prevede donazioni per raccogliere beni di prima necessità. Latte in polvere, omogeneizzati, pannolini e altro da donare alle famiglie con figli con minori possibilità economiche e alle madri vittime di violenza. “Il nostro impegno nel sociale – chiosa Pozzi – è a prescindere dalla appartenenza politica di chi presiede l’organizzazione o dei singoli volontari. Sicuramente però – conclude – la mia esperienza sfata il mito che vuole farci credere che la  solidarietà sia una prerogativa della sinistra”.

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