In tutto ci saranno 378 ospiti e otre 500 ospiti, sottolinea Donzelli. La kermesse dal titolo “La via italiana – risposte concrete al mondo che cambia” evoca la strada tracciata dal governo Meloni per affrontare i dossier principali dell’attualità politica avendo come stella polare l’interesse nazionale. Il Circo Massimo si trasforma in un’arena di confronti serrati: politica e non solo al Villaggio Atreju che anche quest’anno presenta un format natalizio formato famiglia. Mercatini, stand di associazioni di volontariato, la grande pista di pattinaggio con un’area ludica per adulti e bambini. Tra le novità “Radio in Onda” con una programmazione tutta dedicata alla kermesse.
A aprire il programma dei dibattiti un incontro che Donzelli definisce curioso con alcuni uomini ‘poco allineati’: “Avremo Pietrangelo Buttafuoco, Paolo Bonolis, e il ritorno di Fausto Bertinotti. Nel massimo spirito di Atreju si confronteranno anime diverse, senza rete. Avremo alcuni ministri degli Interni europei. E verrà il premier del Libano. Saranno presenti tutti gli uomini di governo”. Domenica prima dell’intervento di Meloni sul palco porteranno il saluto Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. Ospiti anche i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, che sarà intervistato da Peter Gomez. Il filo rosso della manifestazione è la via italiana declinata in tutti gli ambiti. Molti gli esponenti del governo: dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a quello delle Riforme Elisabetta Casellati, passando per il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti e per il neo-ministro per il Pnrr e gli Affari Ue Tommaso Foti. Il guardasigilli Carlo Nordio discuterà della riforma della giustizia con il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida parteciperà al dibattito sulla qualità italiana, Guido Crosetto illustrerà la via italiana per la costruzione della pace, Adolfo Urso si occuperà del rilancio dell’automotive. Riflettori puntati sulla sanità con il ministro Schillaci, sulla famiglia con la ministra Roccella, sulla rinascita del cinema italiano con il ministro Giuli. Nello Musumeci si concentrerà sul tema della decarbonizzazione, Santanchè sulla gestione del turismo ai tempi del Giubileo, Ciriani sui conservatori europei, Abodi sulla riforma del calcio. Presenti anche i ministri Calderone (successi occupazionali), Pichetto Fratin (nucleare e rinnovabili), Casellati, Calderoli e Zangrillo sulle riforme e autonomia. Particolarmente significativo e, purtroppo, di stretta attualità il dibattito sulla violenza ideologica, dal titolo “la via italiana” al confronto, moderato dal direttore del Secolo d’Italia, Antonio Rapisarda, con i ministri Valditara e Bernini. La sette giorni prevede anche presentazioni di novità editoriali: tra queste martedì 10 dicembre la presentazione del libro di Italo Bocchino “Perché l’Italia è di destra” con Bettini, Velari e Sbardella.
Ricco il parterre degli ospiti internazionali, a partire dal presidente argentino Milei (sabato alle ore 19). Sul palco di Atreju anche la questione mediorientale con la partecipazione del premier libanese Mikati. Al confronto sui flussi migratori con il ministro dell’Interno anche gli omologhi del Regno Unito, Yvette Cooper, di Francia, Bruno Retailleau, di Malta, Byron Camilleri. Come ogni anni una sezione della festa sarà dedicata all’incontro con rappresentanti del partito dei conservatori europei.
Non mancheranno, come da tradizione, esponenti dell’opposizione. Nell’elenco degli ospiti figurano Giuseppe Conte, Carlo Calenda, il neogovernatore dell’Emilia Romagna Michele De Pascale, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il presidente emerito della Camera, Luciano Violante, e l’attivista Lgbt, già parlamentare Paol Concia. “La nostra è una festa di parte ma non di partito, ci confronteremo con tutti, anche con chi ha idee molto diverse dalle nostre. Da sempre Atreju è il luogo del confronto”, precisa Giovanni Donzelli. Presente anche il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, fresco di nomina Raffaele Fitto, che sarà intervistato insieme all’ex premier ed ex segretario del Pd Enrico Letta venerdì 13. Assente, come lo scorso anno, Elly Schlein. “C’era la consapevole e reciproca scelta né di invitarsi, né di partecipare”, dice ancora Donzelli.
Il Premio Atreju, le mostre e i meme
Ma Atreju non è solo politica. È cultura, musica spettacolo e sport. Tra gli ospiti del Villaggio allestito al Circo Massimo i registi Federico Moccia e Fausto Brizzi, le attrici Claudia Gerini, Maria Grazia Cucinotta e Rocio Munoz Morales. E ancora Nina Zilli e la campionessa olimpionica Elisa Di Francisca. Immancabile il tradizionale Premio Atreju, che quest’anno andrà a Olivia Maurel, attivista nata con la pratica dell’utero in affitto e impegnata contro la cosiddetta “maternità per altri”, Kimia Yousofi , atleta paralimpica afghana, Edoardo Vianello, icona del cantautorato italiano e infine Stefania Battistini e Simone Traini, giornalisti Rai su cui pende un mandato d’arresto in Russia. E ancora una mostra a tema “come sarebbe il mondo ideale secondo la sinistra” e la tradizione dei ‘cartonati’ su avversari e giornalisti mainstream. Niente di offensivo. “Lo facciamo per sorridere, altri bruciano le immagini alimentando la violenza politica”.
Tra gli esclusi di Atreju c’è invece chi protesta esplicitamente, come Matteo Renzi: “Quest’anno non mi hanno invitato ad Atreju. L’anno scorso ci sono andato, ho menato su Delmastro Delle Vedove. Poi ho discusso molto brutalmente con il governo di destra, anche sulla frase di Delmastro sul non far respirare i detenuti che io ritengo gravissimo, e quest’anno non mi hanno invitato: o che peccato! Hanno detto che avrebbero invitato tutti quelli che erano liberi di dire la loro, e hanno invitato Conte e me no, sono talmente triste e dispiaciuto che spero ci siano altre occasioni di confronto. La verità è che quando io ero premier e Meloni era al 3% io l’ho fatto il dibattito, lei non credo che lo farà”.
Tra gli esclusi del centrodestra spicca invece Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e leader di Alternativa popolare che proprio qualche settimana fa ha preso la parola al comizio conclusivo del centrodestra per le regionali in Umbria, a Perugia. “Non sono stato invitato a parlare ad Atreju”, spiega il patron di UniCusano, ma “non lo considero uno sgarbo, immagino sia un momento per fare il punto sul governo. E per quanto ci riguarda, sul governo ad oggi abbiamo inciso poco”