Atreju e Meloni: ‘Subito un patriota al Colle’

La lunga maratona di Atreju, nella romana Piazza Risorgimento, ideata e organizzata da Fratelli d’Italia, ha visto  avvicendarsi i protagonisti della scena politica italiana e del conservatorismo internazionale presente nello scacchiere europeo. Intellettuali, scrittori e giornalisti,  relatori di un dibattito aperto che, dalle problematiche interne al nostro paese, apre a  prospettive di più ampio respiro sovranazionale, in una settimana ricca  di eventi ospitati  sul palco di Atreju.

Il ‘Manifesto dei conservatori’ presentato ad Atreju ha raccolto  i protagonisti del conservatorismo europeo e internazionale  che,  in funzione delle congiunture politiche, economiche e sociali, non può prescindere dal collegamento e dal confronto con le forze politiche in azione sulla scena internazionale.  Giorgia Meloni è stata eletta presidente del gruppo dei Conservatori in seno al Parlamento europeo,  fatto che giustifica  il senso della partecipazione ad Atreju di tutti i principali esponenti di  forze conservatrici, viste in tutte le loro  declinazioni e sfumature.

Opportuna l’iniziativa di Fratelli d’Italia e della sua leader di intensificare i rapporti con i partiti affini e alleati. A unire i conservatori europei è la galassia di valori indicati da Giorgia Meloni: rimessa in valore delle sovranità nazionali, sia pure in un quadro europeo. Difesa della cultura e delle identità. Governo dei flussi migratori. Tutela della vita contro tutte le forme che la mortificano: dall’aborto libero all’utero in affitto. Fino all’eutanasia. E, conseguentemente, sostegno alle famiglie. Riconoscimento della libertà d’impresa. Senza far mancare il necessario sostegno alle fasce più deboli, anche facendo leva sul principio della sussidiarietà.

I valori comuni e le differenze del conservatorismo internazionale sono stati al centro del dibattito dell’ultima giornata di Atreju. ‘Con Giorgia Meloni protagonista principale di questo dibattito sul conservatorismo internazionale che ci porterà ad intraprendere la nostra comune direzione futura’, ha detto James Wharton, parlamentare del partito conservatore inglese e responsabile della campagna elettorale di Boris Johnson, ospite in collegamento, che nel corso del suo intervento ha  aggiunto: ‘Essere conservatori è differente per ogni nazione ma c’è un filo comune che ci lega. Questo filo è la difesa dei valori che riteniamo fondamentali per la società. Come la famiglia e la libertà individuale. Anche il tema dell’ambiente rientra nella nostra politica, perché non vi è nulla di più conservatore che proteggere tutto ciò a cui noi diamo valore’.

Un’interdisciplinarietà di intenti e l’appartenenza a un comune mondo valoriale ribadite anche dal polacco Radoslaw Fogiel, che nel suo contributo dal palco di Atreju ha dichiarato: ‘La costituzione polacca è la legge suprema della Polonia, ma i burocrati di Bruxelles non accettano questo principio e vorrebbero che il diritto europeo fosse supremo rispetto alla nostra costituzione. Il che sostanzialmente è un principio che va contro la regola democratica. La costituzione è approvata dalla popolazione delle varie nazioni. Il voto viene effettuato in maniera democratica. E questo dovrebbe essere un diritto che supera tutti gli altri. Per questo mantenere una rete tra noi conservatori è molto importante per raggiungere i nostri obiettivi difensivi e strategici. Abbiamo bisogno di alleanze forti che ci proteggano’.

Particolarmente incisivo, poi, il contenuto dell’intervento spagnolo affidato a Jorge Buxade, che ha incentrato il suo discorso sulla responsabilità di costruire una alleanza che difenda i confini, le abitudini e le tradizioni della nostra storia e della nostra cultura mediterranea. Insieme alla Francia e Portogallo e ai Balcani dobbiamo dire chiaramente che esiste una Europa del Sud che non vuole essere distrutta dalla cancellazione culturale. Dobbiamo difendere la nostra comunità. La famiglia. Rivendicando la sovranità energetica e alimentare per le nostre nazioni. Commercio sì, sottomissione no. Dialogo sì, ma bilaterale sempre. Perché non permetteremo che tutto questo venga spazzato via dal vento del globalismo’.

Un discorso ad ampio raggio, a cui si è idealmente collegato anche Raz Granot coordinatore delle relazioni internazionali del partito israeliano Likud, ringraziando dal palco di Atreju il presidente di Fratelli d’Italia e di Ecr Party Giorgia Meloni per questo importante invito. A cui ha partecipato anche per ribadire che: ‘Il valore principale che condividiamo è la libertà di parola, dei mercati e della sicurezza’. Dunque, la conclusione affidata a Rudolph Giuliani, già Sindaco di New York, in collegamento con Atreju, riassume trama e ordito del tessuto ideologico e politico proposto e avvalorato dagli interventi di tutti i presenti. ‘È tempo che l’Italia abbia un governo costruito su principi dei Conservatori. In Italia potrebbe esserci un rinascimento come quello della Thatcher in Gran Bretagna o di Trump negli Stati Uniti. Avete bisogno di una interruzione di questi governi di sinistra ispirati da una vena marxista. Io sono una persona molto discussa perché ho sostenuto Donald Trump dal primo giorno della sua campagna elettorale. Lo conosco da 30 anni. Con lui abbiamo avuto i 4 anni migliori che l’America abbia mai avuto’.

Giorgia Meloni, nel suo intervento conclusivo ripercorre le tappe di una lunga maratona di eventi e incontri partendo dall’ultimo appuntamento: quello col ‘Manifesto dei conservatori’  incentrato sui contenuti e sulla proposta politica coerente identitaria, popolare, di FdI e Ecr party: ‘Oggi non c’è niente di più rivoluzionario di definirsi conservatori. Di opporsi al pensiero unico dilagante, alla dittatura di chi ci vuole tutti uguali. Il nostro obiettivo è ora dare casa politica a chi vuole battersi con noi contro il pensiero unico. Ci hanno affidato la guida dei conservatori europei: ora serve unire di più le forze. Aprire ulteriormente la nostra casa. E non parlo di un altro partito o di un simbolo diverso, parlo della legittima aspirazione a guidare il campo dei conservatori. Abbiamo in testa un progetto visionario: vogliamo costruire il nostro progetto tra la gente, nelle fabbriche, nelle scuole. Oggi dobbiamo batterci per conservare la nostra libertà. Noi  siamo uomini e donne libere, in un mondo che sui social arriva pure a oscurare i tweet del presidente eletto degli Stati Uniti. In un mondo che considera i figli merce di scambio. I figli non sono oggetti. Non si comprano al supermercato. E pagare una donna povera per mettere al mondo un figlio, per poi strapparglielo, non è civiltà’.

Giorgia Meloni passa poi in rassegna tutti i nodi e le criticità del nostro scenario politico e sociale. A partire dalla pandemia e dalla gestione del governo dell’emergenza sanitaria: ‘Prima dose, seconda dose, terza dose, fine dose mai…Dopo due anni  non si può più parlare di emergenza, lo stato di emergenza non si può prorogare’.

Sul governo e il Quirinale, la Meloni va a dritto al punto. ‘Io cerco un capo dello Stato gradito agli italiani, non ai cittadini d’oltralpe, come dice la sinistra, il Pd. Finora, hanno favorito la svendita ai francesi. Hanno svenduto le telecomunicazioni. La Fiat. La Borsa. Sono tutte aziende finite in mano francesi. Palazzo Chigi è diventato l’ufficio Stampa dell’Eliseo, e Letta è il suo Rocco Casalino… La pacchia è finita: alle prossime elezioni del Quirinale il centrodestra ha i numeri per essere determinante. E noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali. E non del Pd. Non accetteremo compromessi: vogliamo un patriota’.

Poi rivendica: ‘Noi non prendiamo lezioni da chi sta al governo con i 5Stelle che deve chiarire dei soldi dal Venezuela. Da Renzi che tratta con regimi che lapidano le donne. Chi usa la storia come una clava sono gli stessi che vorrebbero cancellarla. Sono quelli che vogliono distruggere tutti: Dante islamofobo. Colombo uno schiavista. Somigliano sinistramente ai talebani’.

Ricorda la Meloni in un altro passaggio del suo intervento : ‘Allora i marò? Bene: erano innocenti. E voi ve ne fregavate. È di questi gironi l’archiviazione per i nostri marò’, riferito al comportamento della sinistra sulla vicenda dei marò. E ai due protagonisti-vittime della vicenda giudiziaria con l’India, dal palco di Atreju la presidente di FdI manda ‘un saluto affettuoso a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che erano innocenti come attesta l’archiviazione di questi giorni…’-

La Meloni chiude il discorso sull’immigrazione irregolare di massa: ‘Non saremo mai tolleranti con l’immigrazione irregolare di massa. L’immigrazione non è un diritto, è una concessione i cui tempi e modi vengono decisi dalla Stato ospitante. Perché il ministro Lamorgese è ancora al suo posto? In uno stato normale, lei e Speranza sarebbero a casa da un pezzo…’.

Rivolgendosi ai buonisti di sinistra si chiede: ‘Ma quale solidarietà vogliono? Attirare migliaia di disperati, per poi sfruttarli nei campi, come i neri che raccoglievano il cotone nell”800 in Usa? Del resto  anche lì erano i conservatori che non volevano lo schiavismo, non i democratici…’.

Ovviamente non sono mancate feroci critiche ad alcuni passaggi del  suo discorso: ‘Come presidente della Repubblica vuole un patriota? Perché Mattarella non è un patriota?   ‘No, lei vuole un sovranista…’.

Il passaggio altamente significativo lo si ha quando la Meloni con gesti identifica il patriota, l’italiano libero, ma non certo un sovranista. Alza  la mano destra verso l’alto per indicare Dio; con la mano girata verso il basso  indica la Patria e il patriota; con  la mano ferma a mezz’aria  indica la famiglia. Dio, Patria e Famiglia, ne più ne meno che i valori che nell’ottocento identificavano la destra…Questo è conservatorismo, non sovranismo…

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