Attacchi di Israele a Unifil, l’Onu prende posizione, ma senza condanna americana Netanyahu fa quello che vuole

“Gli attacchi di Israele contro l’Unifil” in Libano “potrebbero essere dei crimini di guerra”, ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres dopo gli ultimi episodi. “Il personale dell’Unifil e le sue strutture non dovrebbero mai essere attaccate – ha sottolineato -. Gli attacchi contro le forze di pace sono una violazione della legge internazionale e del diritto umanitario. Potrebbero essere un crimine di guerra”. Ma Israele insiste: “Hezbollah lancia razzi verso Israele da zone vicino a postazioni nell’Unifil nel sud del Libano, ‘entro 300 metri dalle postazioni Unifil”, ha sostenuto l’Idf condividendo, sul suo account di ‘X’, una mappa delle aree nelle quali i miliziani libanesi sono attivi contro Israele. ‘‘Vicino a una scuola e a un edificio delle Nazioni Unite: sono questi i luoghi in cui Hezbollah ha scelto di lanciare razzi’‘, si legge in una nota condivisa dai militari israeliani. ”Il 6 ottobre, tre razzi sono stati lanciati a 25 metri da una scuola e a 200 metri da una postazione delle Nazioni Unite, causando la morte di due soldati delle Idf”, prosegue il comunicato. Per questo, afferma il testo, ”le Idf devono operare nel Libano meridionale per eliminare la minaccia posta ai nostri civili e alle nostre truppe, come farebbe qualsiasi altro esercito”.

Il premier israeliano vuole che le forze dell’Unifil si ritirino “dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah”, perché fanno da “scudi umani” ai miliziani sciiti. La notizia è su tutti i quotidiani italiani, a partire da la Stampa che titola: “Netanyahu all’Onu, andate via” con il Fatto Quotidiano che sottolinea “Israele invade base Onu e spara sulla Croce Rossa” e il Messaggero sottolinea come questa irruzione “nella base Unifil provoca il gelo tra Meloni e Netanyahu”.

L’esercito israeliano ha mostrato all’Associated Press due ingressi di tunnel e un deposito di armi leggere usato da Hezbollah a poche centinaia di metri dalle torri di guardia dell’Unifil lungo il confine tra Libano e Israele. Le armi includono esplosivi, proiettili, un pannello solare portatile e nuove uniformi mimetiche. Secondo il generale di brigata Yiftach Nurkin, i tunnel e il deposito di armi avrebbero dovuto essere visibile all’Unifil. Gli ingressi dei tunnel erano visibili anche da un avamposto militare israeliano sul confine. La missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano afferma che i carri armati israeliani sono entrati con la forza nei cancelli di una delle sue basi nel Libano meridionale e hanno distrutto il cancello principale la mattina di domenica 13 ottobre. Una dichiarazione dell’Unifil la definisce una “ulteriore flagrante violazione del diritto internazionale“. I carri armati sono poi andati via. Israele ha avvertito la forza delle Nazioni Unite di evacuare le sue posizioni durante la sua offensiva nel Libano meridionale contro il gruppo militante Hezbollah. L’intera visita del giornalista di AP Sam McNeil è stata effettuata sotto scorta militare dell’Idf.

Come scrive l’inviato del Corriere della Sera Andrea Nicastro “Se qualcuno aveva dubbi sugli «incidenti» tra caschi blu dell’Unifil e soldati dell’esercito regolare israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiarito la questione una volta per sempre”.

Il premier israeliano si rivolge al segretario generale dell’Onu António Guterres: «È tempo per voi di ritirare l’Unifil dalle roccaforti di Hezbollah e dalle aree di combattimento.  Il vostro rifiuto di evacuare i soldati Unifil li rende ostaggi di Hezbollah. Ciò mette in pericolo sia loro sia i nostri soldati».

“Un po’ come Israele fa da un anno a Gaza con milioni di civili – ricorda Nicastro – come ha cominciato a fare anche nel Sud del Libano, ora lancia avvisi di sfratto urgente anche ai soldati di pace internazionali. Niente può interferire con le attività militari dell’Idf e chiunque sia nell’area da «ripulire di terroristi» diventa automaticamente uno scudo umano.

Giorgia Meloni si è sentita con Netanyahu. La presidente del Consiglio – come riportato da una nota di Palazzo Chigi – ha «ribadito l’inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per contribuire alla stabilità regionale». Il nostro contingente non può abbandonare il territorio, dice Andrea Margelletti intervistato sempre dal quotidiano di Alessandro Sallusti: “L’Italia resti in Libano e l’Europa alzi la voce”.

Ribadisce in un’intervista a Repubblica il capo di stato maggiore Luciano Portolano “Il tentativo israeliano di far ritirare i caschi blu va contro una risoluzione accettata anche dal governo dallo Stato ebraico”. E come se non bastasse nell’intervista sottolinea: “le decisioni sul contingente Unifil le prenderà solo l’Onu: non ci possono essere scelte unilaterali, né tantomeno quelle imposte da Israele.

Il giorno dopo lo “sfondamento” dei cancelli della base Unifil con i carri armati, Israele nega che gli attacchi dell’Idf siano diretti a costringere i caschi blu dell’Onu a lasciare il Libano. “I raid mirati dell’Idf sono diretti solo contro Hezbollah e le attività delle truppe non sono dirette alle postazioni, alle forze o alle infrastrutture Unifil”, chiariscono le Forze di difesa israeliane in una nota spiegando che ”giovedì 30 settembre, prima dell’inizio dell’operazione, i rappresentanti dell’Idf hanno presentato una richiesta all’organizzazione di spostare il suo personale lontano dalle postazioni situate entro cinque chilometri dalla Blue Line, poiché questa zona sarebbe diventata una zona di combattimento attiva”. Inoltre ”le Idf mantengono una comunicazione continua con l’Unifil per evitare, per quanto possibile, qualsiasi danno al personale dell’Unifil nella zona e continueranno a farlo, nonostante la complessità della presenza dell’Unifil all’interno della zona di combattimento’‘. Intanto, però, il bilancio del blitz di Israele è di 15 soldati feriti nella base Unifil e da più parti si accusa l’Idf di voler spingere, con la forza, le forze Onu lontano da quelle zone strategiche del Libano.

L’Unione europea attende “con urgenza spiegazioni e un’indagine approfondita da parte delle autorità israeliane sugli attacchi contro l’Unifil, che svolge un ruolo fondamentale nella stabilità del sud del Libano”, scrive l’Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, in una nota a nome dell’Ue. “Tali attacchi contro i membri delle forze di pace dell’Onu costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e sono totalmente inaccettabili. Devono cessare immediatamente”, prosegue Borrell. “Esortiamo tutte le parti a rispettare pienamente i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale dell’Unifil in ogni momento, e di consentire all’Unifil di continuare ad attuare il suo mandato”.

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