Cresce la tensione nel Golfo dell’Oman. Due petroliere sono state coinvolte in un incidente e sarebbero state soccorse dalla Marina di Teheran. Almeno una delle due navi sarebbe stata “colpita da un siluro”, la Front Alyatir, di proprietà norvegese. L’altra petroliera, la Kokuka Courageous, è stata danneggiata in un “sospetto attacco” che ha aperto uno squarcio nello scafo sopra la linea di galleggiamento, come riporta il quotidiano britannico Telegraph. La Quinta Flotta Usa con stanza in Bahrein ha detto di aver ricevuto due diverse richieste di soccorso ed avrebbe contribuito ad evacuare i 44 marinai a bordo delle imbarcazioni.
Le due petroliere, come confermato dal ministro del Commercio giapponese Hiroshige Seko, che agivano per interessi di Tokyo, sono state attaccate e collega l’incidente proprio quando Shinzo Abe è in Iran come primo premier giapponese in visita dal 1979. “Ho dato istruzioni per adottare le misure necessarie – ha detto ancora il ministro -, come la diffusione di avvisi ai settori di business preoccupati e riaffermando il sistema delle forniture d’energia, continuando a lavorare alla raccolta meticolosa di informazioni”.
L’episodio assume contorni inquietanti soprattutto perché esattamente un mese fa, il 12 maggio, avvenne qualcosa di molto simile nello stesso golfo. Quattro petroliere al largo degli Emirati Arabi Uniti furono attaccate e gli Usa solo pochi giorni fa, il 6 giugno, hanno accusato l’Iran di essere dietro l’operazione. Anche per l’esplosione delle due navi cargo, avvenuta a una settimana esatta dall’ufficializzazione delle accuse, il comandante della Marina Usa Joshua Frey, portavoce della Quinta flotta, parla senza mezzi termini di “attacco” pur senza precisare la fonte.
Subito dopo gli incidenti, il prezzo del barile è salito del 4%, con le quotazioni del barile arrivate in prossimità dei 55 euro, segno evidente di quanto sia cruciale l’area interessata per le forniture energetiche. Un terzo di tutto il petrolio commerciato via mare passa per quel braccio di mare, che dà sul Golfo Persico.
Sotto accusa, per l’incidente, è finito proprio l’Iran. E’ arrivata subito la replica del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, che su Twitter ha scritto: “I riferiti attacchi contro cargo legati al Giappone sono avvenuti mentre il premier Abe stava incontrando l’ayatollah Ali Khamenei per colloqui approfonditi e amichevoli. Dire che è sospetto non è abbastanza per descrivere ciò che probabilmente è successo. Il dialogo regionale proposto dall’Iran è imperativo”.
Tokyo importa la quasi totalità del suo petrolio dai Paesi del Golfo, a partire dall’Arabia Saudita. Dopo lo stop dei flussi dall’Iran, a causa delle minacce di sanzioni dagli Usa, Tokyo ha aumentato le importazioni da altri produttori dell’area, come Emirati Arabi e Qatar. Preoccupazione per quanto accaduto arriva dagli Stati Uniti d’America. “Siamo consapevoli di quanti accaduto nel Golfo di Oman e stiamo valutando la situazione”, è stato il primo commento della portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders .