Attacco hacker: in Cina colpite 30.000 sedi istituzionali

Sono “centinaia di migliaia” i pc infettati da ‘Wannacry’ in 29.372 sedi di istituzioni cinesi, incluse quelle di agenzie del governo. Universita’, ospedali e uffici della vasta burocrazia cinese, dal gradino piu’ basso fino ai ‘mandarini’, si sono visti bloccati da un momento all’altro la possibilita’ di far scorrere le pratiche amministrative riguardanti milioni di persone. In particolare,, spiega la compagnia di sicurezza informatica Qihoo 360, ‘Wannacry’ ha fatto piangere professori e studenti in 4.000 universita’ e centri di ricerca, sebbene non sia chiara ancora la profondita’ del danno. Sia in Cina che altrove regna il timore che l’attacco possa essere rinnovato a breve, e gia’ oggi stesso. Il Dragone, che negli anni in cui alla Casa Bianca c’era Barack Obama era sospettato di orchestrare intrusioni informatiche negli Stati Uniti, sta lottando ancora in queste ore per debellare il virus che lo aveva colpito venerdi’ scorso insieme ad altri 150 paesi nel mondo ma, secondo quanto riferisce l’Amministrazione del Cyberspazio di Pechino, il ‘ransomware’ sta rallentando la propria penetrazione nelle unita’ informatiche. Tra gli altri colossi dell’economia, Petrochina e’ riuscita ieri a rendere operativo l’80% della sua rete.

“I software impiegati nell’ambito dell’attacco informatico globale degli ultimi giorni sono piu’ numerosi e complessi di quanti inizialmente ipotizzato, e l’infezione rischia di espandersi e creare gravi problemi sistemici nei prossimi giorni”, ha annunciato domenica l’amministrazione del presidente Usa, Donald Trump. L’inizio della nuova settimana lavorativa nel Continente asiatico pare aver avvalorato i timori di una prosecuzione dell’infezione informatica tramite diverse varianti del virus “WannaCry”, apparentemente sviluppato dalla National Security Agency statunitense (Nsa) e giunto in possesso di un collettivo di hacker criminali noto come “Shadow Brokers”. Negli Stati Uniti, la Casa Bianca ha ordinato al consigliere per la sicurezza interna del presidente, Thomas P. Bossert, esperto in materia di sicurezza informatica, di coordinare la risposta governativa alla diffusione del malware. Stando a fonti anonime dell’amministrazione presidenziale, citate dal “New York Times”, l’attacco e’ ancor piu’ insidioso di quanto inizialmente ipotizzato, poiche’ non impiegherebbe la versione base del software sottratto all’Nsa, ma “un codice composito, assemblato partendo da diverse fonti”. Nelle ultime ore, l’infezione sembra essersi propagata a nuovi computer in Corea del Sud, Taiwan e Giappone. Quel che e’ peggio, avvertono gli esperti statunitensi citati dal quotidiano, il virus impiegato nella prima fase dell’attacco e’ stato copiato da altri hacker e criminali informatici in tutto il mondo, che ne hanno realizzato versioni derivate apparentemente gia’ in circolazione. L’attacco informatico dei giorni scorsi ha colpito istituzioni governative, strutture ospedaliere, banche e aziende private di almeno 150 Stati, infettando in tutto almeno 200 mila computer, anche se le autorita’ cinesi stimano che i terminali infettati a livello globale siano oltre un milione.

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