Attacco Londra, olimpionico italiano: ‘A dieci metri dalla morte’

‘Fossimo stati 10 metri più avanti ce lo saremmo trovati contro, siamo stati fortunati’,  così Maurizio Stecca, olimpionico di pugilato ai Giochi 1984, ricostruisce a Radio Radio l’attentato a Westminster, di cui è stato testimone oculare. ‘Stavo uscendo con la squadra dell’Italia Thunder quando abbiamo sentito urlare. Abbiamo visto l’attentatore che brandiva due coltelli, ha colpito la guardia all’ingresso e subito dopo è stato abbattuto con tre pallottole da un agente in borghese. Sembrava di stare in un film’. L’Italia Thunder di pugilato è a Londra perché deve incontrare i British Lionhearts per le World Serie of Boxing (Wsb).

Avevamo da poco terminato la visita con la squadra britannica,  ricostruisce Stecca: ‘Stavo uscendo insieme ai ragazzi, quando abbiamo cominciato a sentire delle urla, urla di paura e abbiamo subito capito che cosa stava succedendo. Dopo 20 secondi abbiamo visto l’attentatore, un energumeno che aveva due lame di coltello in mano, due coltelli grossi. E’ riuscito a entrare, approfittando della guardia che non era armata, l’ha accoltellata e poi stava venendo verso di noi. Proprio in quel momento è arrivato di fianco a noi un agente in borghese che con un incredibile sangue freddo e tre colpi ha ucciso l’attentatore. E’ successo tutto a dieci metri da noi, ho visto tutta la scena e anche il poliziotto accoltellato, si è rialzato ha cercato di correre via e poi si è di nuovo accasciato’.

Stecca aggiunge che subito dopo l’attentato lui e i giovani pugili italiani siamo stati presi dalle guardie e portati dentro una stanza. Siamo stati lì per tre ore, una stanzetta dove sono stati radunati anche un po’ di parlamentari inglesi, eravamo in tutto, penso, 150.

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