“Sono qui per Melissa, per le altre. Per mia sorella che continua a frequentare questa scuola. Volevo esserci, anche se mi sono sentita abbandonata dalle istituzioni”. Tanta amarezza nelle parole di Anna Canoci, 19enne di Tuturano (Brindisi), rimasta ferita nell’attentato dello scorso anno alla Morvillo Falcone. La ragazza diplomatasi l’anno scorso, e vorrebbe iscriversi all’università, ma non sa se potrà farlo perché nell’esplosione del 19 maggio che uccise Melissa Bassi è rimasta sorda ad un orecchio, ed ha seri problemi all’altro. Oggi è tornata a scuola per salutare le sue ex compagne e con i giornalisti non ha nascosto l’amarezza per non essere ancora stata inserita nell’elenco delle persone ferite alle quali è stato o sarà assegnato un contributo pubblico per spese mediche. La 19enne dice di avere fino ad oggi ricevuto soltanto un contributo di 2.000 euro dal Comune di Brindisi per le prime cure. Ma il suo avvocato, Gianvito Lillo, spiega che non è una cifra sufficiente, perché i medici la hanno detto che le dovranno applicare due protesi costosissime che la sua famiglia non è in grado di acquistare. “Anna e la sua famiglia – afferma il legale – sono sempre più soli nell’affrontare questa drammatica situazione ed oggi hanno deciso di scrivere al presidente del Consiglio e di nuovo al presidente della Regione Puglia al sindaco di Brindisi nonché al presidente della Provincia di Brindisi e al dirigente scolastico della scuola Morvillo-Falcone per chiedere ancora aiuto alle istituzioni”. Pronta la risposta dell’assessore regionale alle Opere pubbliche con delega alla Protezione civile, Fabiano Amati, che si è impegnato a estendere a tutti i ragazzi che hanno riportato lesioni, nove secondo l’elenco delle parti offese dei magistrati della Dda, il contributo economico già erogato alle cinque ragazze di Mesagne che hanno subito conseguenze più serie: “Stiamo attendendo dalla procura la lista completa dei feriti. – ha detto – La Regione interverrà evitando qualsiasi disparità di trattamento”.
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