Attentato Brindisi: Vantaggiato ha avuto un complice

“La presenza di altre persone sul luogo del delitto almeno nelle fasi preparatorie che avrebbero aiutato Giovanni Vantaggiato nell’attentato a Brindisi sarebbe confermata dalle dichiarazioni dello stesso indagato e da testimoni”.  A rivelarlo l’ordinanza di custodia cautelare, in cui il gip del Tribunale di Lecce Ines Casciaro.

Ed infatti nell’ordinanza, si cita la testimonianza di una persona che ha dichiarato di aver notato verso l’1 e 30 del 19 maggio nei pressi del chiosco “un uomo che spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote tenendolo dalla parte delle maniglie inclinato verso il suo corpo e che andava in direzione della scuola”. La descrizione della corporatura e dell’abbigliamento fatta dal testimone non coincide con la fisionomia di Vantaggiato. Questa circostanza unita al fatto che l’arrestato più volte nel corso dell’interrogatorio ha utilizzato il plurale e quindi “ha implicitamente ammesso la presenza di almeno un altro complice” confermerebbe secondo il gip che l’uomo non ha agito da solo.

Testimone rivela presenza di un complice”. “Un uomo con la corporatura robusta e spalle larghe alto circa un metro e 80, con naso pronunciato e che indossava pantaloni e giacca neri e un cappello con visiera”. Così una testimone descrive un uomo, che potrebbe essere il presunto complice che avrebbe  aiutato la notte del 19 maggio scorso Giovanni Vantaggiato a collocare l’ordigno dinanzi alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. La teste, secondo quanto riferisce il gip nell’ordinanza di convalida dell’arresto di Vantaggiato, ha visto questo sconosciuto attorno all’1.30, cioé poche ore prima dell’attentato mentre nei pressi del chiosco che si trova vicino alla scuola, spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote , tenendolo dalla parte delle maniglie, inclinato verso il suo corpo e che andava in direzione della scuola”.

Per Vantaggiato  aggravante terrorismo.  “L’attentato di Brindisi ha causato un grave danno al Paese, perché si  è diffuso il terrore nelle scuole”. Lo afferma il gip di Lecce in relazione all’aggravante di terrorismo riconosciuta nei confronti di Vantaggiato. Secondo il gip infatti dopo l’attentato del 19 maggio si sono svolte “numerose manifestazioni, anche di domenica, sono state incentivate le misure a salvaguardia dei magistrati, sono stati incrementati i servizi di vigilanza presso gli obiettivi sensibili”. “A questo si aggiunga che nella fase attuale delle indagini – prosegue – non si può escludere la partecipazione di terze persone come si è già fatto rilevare esaminando l’interrogatorio dell’imputato”. Giovanni Vantaggiato non ha “esitato nel decidere ed elaborare un progetto per stroncare giovani vite umane”. E’ una delle motivazioni per le quali il gip di Lecce ha confermato il fermo dell’uomo che ha confessato l’attentato di Brindisi. Per il gip inoltre sussiste il pericolo di fuga e rischio di reiterazione del reato in quanto le modalità con cui è stata realizzata la strage e la sua gravità “sono esemplari della spiccata propensione del fermato a violare la legge”. Per questo il giudice ha ritenuto “quanto mai intense le esigenze di cautela sociale a tutela della collettività”. Nel corso nell’interrogatorio di garanzia Giovanni Vantaggiato ha “riconosciuto se stesso nei fotogrammi estrapolati dalle telecamere del chiosco posto nelle vicinanze della scuola” Morvillo Falcone di Brindisi. Lo scrive il gip Ines Casciaro nel provvedimento restrittivo. Due testimoni – annota il giudice – hanno inoltre visto un uomo corrispondente a quello ritratto nelle immagini delle telecamere di sicurezza mentre si allontanava, prima lentamente e poi accelerando il passo, dal luogo dell’attentato. Due i capi di imputazione contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare. L’imprenditore di Copertino è accusato di strage aggravata dalla finalità terroristica e di fabbricazione, detenzione, trasporto ed esplosione in luogo pubblico di un congegno micidiale. Entrambi i capi di imputazione sono contestati in concorso. Il gip ha condiviso pienamente l’impostazione accusatoria dei magistrati inquirenti, il procuratore Cataldo Motta e i sostituti Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi che avevano sottoposto a fermo Vantaggiato il 6 giugno scorso.

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