Il mondo dei benzinai e, più in generale, dei rifornimenti è ricco di notizie (più o meno fondate) in merito a truffe di ogni genere, volte a sottrarre denaro a qualche malcapitato.
Una nuova documentata truffa al self service colpisce i clienti in un momento e in un modo in cui nessuno si può attendere qualcosa di pericoloso. Non fosse altro che, negli ultimi decenni, i rifornimenti automatici sono diventati una prassi comune con la quale ognuno ha dimestichezza, non fosse altro per risparmiare rispetto al rifornimento servito con operatore.
Se da un lato è vero che le pratiche per un corretto rifornimento self service sono note ai più, dall’altro lo è molto meno la truffa che obbliga a mantenere alta la guardia anche in una situazione tanto consueta.
La nuova truffa e come difendersi
La nuova ingegnosa truffa al self service vede i malviventi inserire nella bocchetta che emette gli scontrini un pezzetto di cartone per impedire la fuoriuscita degli stessi.
Su questi scontrini, come normale che sia, vi è stampato l’importo dell’erogazione appena effettuata. Capita però in precedenza si sia inserito un importo superiore alla effettiva capacità della vettura. In questi casi la colonnina rilascia lo scontrino che permette di recuperare in seguito l’importo pagato e non sfruttato.
Il blocco della bocchetta impedisce la fuoriuscita tempestiva dello scontrino che viene in un secondo momento recuperato dal malfattore, il quale godrà di una serie di rifornimenti “gratuiti”.
In caso di mancata fuoriuscita dello scontrino è opportuno controllare la bocchetta per verificare la presenza di una ostruzione volontaria e, in ogni caso, denunciare l’accaduto al gestore.
Tale truffa funziona solo con pagamenti effettuati in contanti (con l’impossibilità di ricevere il resto in denaro), in quanto i pagamenti elettronici vengono addebitati solo a erogazione conclusa, pertanto con il corretto importo, indipendentemente da quanto era stato pre-selezionato.
I precedenti: la truffa dei buoni benzina
Nella primavera del 2022 era balzata agli onori della cronaca una notizia legata ai finti buoni carburante Eni: i clienti ricevevano un messaggio in cui veniva presentata la possibilità di ottenere 1000 euro in buoni carburante. Un “regalo” inatteso e un importo così corposo avrebbero dovuto far suonare da subito i campanelli d’allarme. Eppure, per molte persone, così non è stato. Dopo aver risposto alle finte domande di un sondaggio online, i cybercriminali si impossessavano dei dati sensibili dei malcapitati. Questi ultimi venivano invogliati a condividere il messaggio con il fantomatico buono con altri utenti: essendo più facile cadere in inganno dopo aver ricevuto il messaggio da un conoscente, i truffatori si garantivano un’ampia platea sulla quale operare con il proprio raggiro.
Benzinai: le possibili truffe
Diciamolo: il benzinaio non è una categoria di lavoratore ben vista. Tutta colpa di alcuni isolati episodi di truffe, con erogatori manomessi per far risultare una quantità di carburante immesso superiore a quello effettivamente erogato nelle vetture.
Altri casi riguardano la qualità di quanto viene erogato: in alcuni casi la Guardia di Finanza ha evidenziato che nel serbatoio può finire di tutto, dal carburante agricolo all’olio lubrificante, o addirittura acqua, con danni spesso irreparabili per i motori. Anche queste sono truffe, se possibili ancora più gravi perché perpetrate dagli stessi gestori, soprattutto alle cosiddette pompe bianche, quelle che non sono sottoposte a controlli da parte delle grosse compagnie.