Attilio Fontana, candidato del centrodestra per la presidenza della Regione Lombardia, e la ‘razza bianca’

‘L’Italia non può accettare tutti gli immigrati’, ha detto il candidato presidente della Regione Lombardia per il centrodestra, Attilio Fontana, parlando ieri a Radio Padania: ‘Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma è questione di essere logici o razionali. Non possiamo perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata’.

Qualche ora dopo, Fontana ha tentato di aggiustare il tiro: ‘È stato un lapsus,  un errore espressivo: intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società’.

E’ una scelta,  aggiunge Fontana,   se una maggioranza degli italiani dovesse dire ‘dobbiamo auto-eliminarci’, vuol dire che dobbiamo andare da un’altra parte. Rispondendo a un ascoltatore che lo interpellava sulla questione immigrazione, Fontana ha detto che viviamo una realtà che è anche questa irracontabile. Uno Stato serio dovrebbe progettare e programmare anche una situazione di questo tipo,  ha proseguito il candidato presidente della Lombardia: ‘Dovrebbe dire quanti riteniamo giusto accoglierne e quanti immigrati non vogliamo fare entrare, come li vogliamo assistere, che lavori dare loro, che case o scuole dare loro. A quel punto quando un governo fa un progetto di questo genere lo sottopone ai suoi cittadini’.

Secondo Fontana, non ha senso fare il discorso demagogico e assolutamente inaccettabile per cui dobbiamo accettarli tutti. E’ un disegno a cui bisogna reagire, a cui bisogna ribellarsi.  Perché non possiamo accettarli tutti, perché se dovessimo accettarli tutti, non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica. Perché loro sono molti più di noi e molto più determinati nell’occupare questo territorio. Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma è questione di essere logici o razionali.

Ovunque,  per fare presa sul popolo, o come direbbero altri, per parlare alla ‘pancia’ degli elettori nasce  la frase ‘prima di tutto’, gli italiani, gli americani e via così…

Anche la Raggi capì che gli immigrati  stanno facendo scoppiare Roma, che lo ‘Ius soli’ è un ‘pastrocchio invotabile’, come diceva Grillo, nel caso, naturalmente apprezzato da Salvini. Prima di tutto gli immigrati tolgono case, lavoro, posti letto in ospedale, ed altro.

Matteo Salvini si schiera  con Fontana: ‘Al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese. Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. E’ in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c’entra e c’è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire  se prende il sopravvento l’islamizzazione finora sottovalutata’.

Esaminiamo la tematica in termini reali e non partendo da presupposti legati all’ottica  del ‘politically correct’.

Chi legge ricoderà il ‘Fertility Day’,  promosso dal ministero della Salute ed inteso come ‘Difesa della Razza’ , diventato  un manifesto  apertamente classista, razzista, sessista, fascista.

Il manifesto non lasciava adito a dubbi. I nero e le due donne dell’opuscolo erano le cattive compagnie, gli altri, i bianchi sorridenti erano le buone compagnie, la gente giusta, dalla pelle giusta.

In realtà la problematica di cui si tratta oggi nulla ha a che fare con il problema della razza, o del ‘Manifesto della Razza’ annunciato da Benito Mussolini il 18 settembre del 1938 con chiaro contenuto antisemitista.

In Italia siamo sempre più vecchi, le nascite segnano un nuovo minimo storico, gli unici a crescere sono gli stranieri che si prendono l’8.3% della popolazione nazionale.

Nel frattempo  più di  centomila italiani si sono cancellati dall’anagrafe per trasferirsi altrove. Un dato che secondo l’Istat è in aumento dal 2014.

Secondo il censimento Istat, l’Istituto nazionale di statistica, gli utra 65enni sono 22% popolazione, gli ultrasessantacinquenni sono 13,4 milioni. In diminuzione risultano sia la popolazione in età attiva (15-64 anni) sia quella fino a 14 anni di età. La prima scende a 39 milioni, il 64,3% del totale, la seconda comprende 8,3 milioni di ragazzi e rappresenta il 13,7%. Lo comunica l’Istat nelle sue stime degli indicatori demografici per il 2015. Si registra inoltre anche un nuovo minimo storico delle nascite.

Gli italiani invecchiano e non fanno più figli, gli stranieri residenti in Italia rappresentano più del  l’8,7% della popolazione totale. Rispetto a un anno prima si riscontra un incremento di 45 mila unità. Tale risultato proviene da un massimo storico registrato per i flussi migratori internazionali.

Il problema, visto da questo punto di vista, non parla di forconi e di razza bianca, ma di tutt’altro.

Berlusconi dice che siamo peggio dei post comunisti, che loro sono moderati e noi estremisti,  ma dopo la frase di Fontana sulla razza bianca siamo sicuri che sono loro i moderati? Se loro sono moderati allora io sono Gandhi, ha detto il candidato premier M5s Luigi Di Maio a ‘Un Giorno da Pecora’ su Radio Uno.

In Lombardia ci aspettavamo un dibattito alto, bello, nobile, sui contenuti. E invece il candidato della destra, leghista, parla di ‘razza bianca’ e di invasioni – ha scritto su Facebook il segretario Pd Matteo Renzi: ‘Noi insieme a Giorgio Gori parliamo di innovazione e capitale umano. Siamo una squadra che sceglie il futuro, non la paura. Altro che farneticanti dichiarazioni sulla ‘razza bianca’: il derby tra rancore e speranza è la vera sfida che caratterizzerà il 4 marzo, in Lombardia come nel resto del Paese’.

Questo per dire che esiste un problema legato all’interpretazione e che spesso quanto detto non viene interpretato nel modo corretto, nella versione equilibrata, in nome della convenienza personale e del ‘politically correct’.

C’è da dire che nel centrodestra qualcuno ha colto perfettamente la problematica legata alle nascite italiane, da me esposta, preparando, nel caso arrivasse al governo, un adeguato programma.

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