Atto dovuto. Lettera Ue all’Italia sulla manovra, senza minacce

Un atto dovuto. Sia perché anche con la manovra 2020 l’Italia non riduce il suo debito. Sia perché presenta un peggioramento del deficit strutturale dello 0,1 per cento, rispetto all’aggiustamento raccomandato da Bruxelles dello 0,6 per cento. Ma soprattutto la lettera che la Commissione europea ha inviato al Belpaese sulla legge di bilancio del governo Conte II è quella che in ambienti europei viene definita ‘ordinaria amministrazione’. Resta il rapporto ottimo con il governo Conte II, l’atteggiamento morbido verso un’Italia che non ha più il sovranista Salvini al comando: proprio per questo, la Commissione non poteva non scrivere a Roma. Sarebbe stato troppo esplicito il trattamento di favore verso il governo M5s-Pd, verso cui l’occhio europeo continua a essere benevolo.

Lo conferma Pierre Moscovici quando in mattinata sottolinea addirittura che la lettera della Commissione non contiene alcuna richiesta di modificare le cifre contenute nel documento programmatico di bilancio. “Non è assolutamente quello che questa lettera menziona”, dice Moscovici parlando con i giornalisti italiani a Strasburgo. “Se avessimo dovuto chiedere un cambiamento del bilancio, o un cambiamento delle cifre o un cambiamento della politica lo avremmo scritto. E’ quello che avevamo fatto un anno fa. Non è quello che abbiamo oggi”.

Dalla risposta del premier da Roma si capisce che è il cambio di cornice politica in Italia a dettare nuove condizioni, di dialogo e non di scontro. Senza Salvini al governo, lo spread è sceso: sta qui il succo dei nuovi rapporti tra Roma e Bruxelles. Dice Conte: “La riduzione dello spread, che si è realizzata nella seconda parte del 2019, ci permetterà di risparmiare fino a 18 miliardi di euro di spesa per interessi nel prossimo triennio, pari a circa 630 euro in media per ogni contribuente. La traiettoria discendente dei rendimenti sui nostri titoli di Stato ci consentirà dunque di avviare un serio percorso di riduzione del rapporto fra debito pubblico e Pil”.

Le lettere vengono spedite a tutti i paesi che vanno fuori dai binari delle regole, anche di poco. Sono stati richiesti chiarimenti anche alla Francia, Finlandia, Spagna, Portogallo, Belgio, oltre all’Italia. Un richiamo dovuto. Anche perché a Bruxelles, con tutta la buona predisposizione che c’è e rimane verso il governo M5s-Pd, non si poteva far finta di nulla, visto che quest’anno l’Italia farà 2,2 per cento di deficit, più alto del 2,04 concesso l’anno scorso dall’Unione dopo una trattativa ‘armata’ sul 2,4 proposto da Roma. Perdipiù confermando ‘quota cento’, la misura voluta da Salvini, misura che l’anno scorso fece infuriare gli europei più del reddito di cittadinanza perché va a intaccare la riforma Fornero sulle pensioni, considerata a Bruxelles l’unica vera riforma con effetti reali sui conti.

“L’Italia non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020”, scrive dunque la Commissione Europea all’Italia nella lettera diffusa stamattina, la stessa Commissione dell’anno scorso, guidata da Juncker, ancora in carica per la bocciatura di tre candidati da parte dell’Europarlamento e il rinvio dell’insediamento della squadra von der Leyen e dunque anche del nuovo commissario agli Affari Economici, l’italiano Paolo Gentiloni. Stessa squadra, stessi metodi dettati dalle regole, diversa cornice politica in Italia.

Oltre al peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil, “che manca il raccomandato aggiustamento strutturale di 0,6%”, la Commissione punta il dito su “un aumento della spesa dell′1,9%, che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%”. Elementi che “appaiono non in linea” con le raccomandazioni, puntando ad un rischio di deviazione significativa” dallo “sforzo raccomandato”. Quanto alla richiesta di flessiblità per eventi eccezionali, la Commissione si riserva di approfondire.

Cosa significa? Non significa assolutamente che dobbiamo aspettarci un braccio di ferro tra Roma e Bruxelles anche quest’anno sulla manovra. Gli scontri che l’anno scorso hanno accompagnato tutto l’iter della legge di bilancio del governo M5s-Lega non sono assolutamente all’orizzonte. Ancora Moscovici: “Siamo in un processo di dialogo positivo con il governo italiano, il ruolo della commissione è di stabilire i fatti oggettivi, ciò che va nella buona direzione e di notare un certo numero di aggiustamenti rispetto alle regole. Questa lettera è diversa da quella indirizzata al governo italiano l’anno scorso e manifesta ciò che ho già annunciato e cioè che non c’è alcuna di crisi di bilancio con l’Italia”.

L’atteggiamento della Commissione nei confronti di un’Italia ‘liberata’ dal sovranista Matteo Salvini al governo resta bonario. Il rapporto tra il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri – ex eurodeputato ben conosciuto e ben stimato a Bruxelles – e il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici nonché il resto della squadra di Palazzo Berlaymont, resta ottimo, per niente appannato da questa lettera.

Né la Commissione Juncker chiede modifiche al quadro della legge di bilancio, benchè resta da vedere come uscirà dal Parlamento dove l’assalto alla diligenza tra i partiti di maggioranza è solo all’inizio. Ma per questo c’è tempo e il giudizio definito della Commissione arriverà solo il 20 novembre. Per ora la richiesta è di chiarimenti. Il ministero di via XX settembre dovrà rispondere entro domani. E ieri dal dicastero di Gualtieri hanno fatto già sapere che risponderanno puntuali.

Oggi dal Tesoro trapela che la lettera della Commissione Europea all’Italia “era attesa e rientra nell’ambito di un normale dialogo fra le parti che non desta preoccupazioni”. “La lettera prende nota della richiesta di flessibilità da parte del Governo italiano per eventi eccezionali e richiama la discussione, promossa anche dall’Italia, tenutasi nell’ultimo Eurogruppo del 9 ottobre sull’intonazione di bilancio (fiscal stance) dell’Eurozona”, dicono le stesse fonti, sottolineando che lettere simili sono state inviate ad altri paesi.

“Lavoriamo nelle migliori condizioni con Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri – continua Moscovici – Questa lettera non è vaga ma è fattuale che ricorda un certo numero di elementi e noi continuiamo i nostri rapporti su questa base in un clima più disteso e positivo. Non ho dubbi che il governo italiano sarà in grado di rispondere alla lettera serenamente, tranquillamente e in modo preciso”.

Ordinaria amministrazione quindi. A Bruxelles scrivono a prescindere. Poi il dialogo o lo scontro segue altri canoni, molto dettati dalla cornice politica e dalle capacità diplomatiche della controparte. Come in ogni trattativa.

Circa Redazione

Riprova

Nasce la Rete Sicilia Pulita: la Sicilia grida No agli inceneritori

In risposta all’annuncio del presidio contro gli inceneritori, che si è tenuto mercoledì 27 novembre …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com