“Salute al nuovo anno” non è solo un augurio per l’anno che sta per iniziare. È un richiamo programmatico, che vuole dare concretezza alla parola “salute”, perché c’è davvero l’urgenza di dare una svolta radicale alle politiche sanitarie nel nostro Paese”. Questa la sollecitazione ribadita dall’associazione Prima la comunità nel corso dell’ evento in diretta streaming cui hanno preso la parola oltre 30 personalità da tutta Italia e in rappresentanza di vari mondi: dall’associazionismo, alla medicina dalla politica all’università, dagli enti locali ai sindacati.
Il messaggio è stato lanciato dall’Adriano Community Center di Milano, attualmente operativo come “Covid Hotel”, scelta simbolica perché accoglie persone Covid-positive che non hanno la possibilità di fare la quarantena presso il proprio domicilio, ma anche un luogo che ospita, e ospiterà, persone fragili.
E ancora i temi centrali del dibattito sono stati: l’insufficienza scandalosa dei nove miliardi di euro previsti dalla bozza di PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) presentata dal Governo in termini di risorse destinate al comparto sanitario sui 196 totali assegnati all’Italia tramite fondi UE, la privatizzazione strisciante della sanità e le proposte, arrivate da più parti, della necessità di un lavoro comune tra le istituzioni del territorio: Comuni, Aziende sanitarie, scuola, lavoro, cultura, enti del Terzo settore.
Dalla Calabria, la voce di don Giacomo Panizza, vice presidente di Prima la Comunità e presidente della Comunità Progetto Sud dice: «La salute che vogliamo non è quella promessa nei periodi elettorali, nemmeno quella data come favore né quella esercitata in maniere passivizzanti. Vogliamo una Salute partecipata da Istituzioni e popolazioni: dai decisori politici e dagli addetti ai lavori, da persone singole e dalle comunità».
E denuncia: «l’augurio è che la Salute sia al centro del nuovo anno dappertutto nel Paese, e in regioni come la Calabria con il comparto della Sanità commissariato da un decennio senza neppur risolvere il diritto alla Salute, indispensabile almeno quello dei Livelli essenziali di assistenza previsti per legge. – E continua – Questa Salute non ha potuto crescere nel Paese perché non è potuta nascere. Ad esempio, in Calabria le Amministrazioni locali e i commissari nazionali hanno governato maneggiando la cassetta degli attrezzi della sanità ma hanno trascurato gli obiettivi di Salute per i quali il comparto sanitario esiste, hanno eluso i determinanti sociali e culturali del diritto alla Salute, hanno eclissato la partecipazione democratica delle componenti operose della società».
Chiude «In molti territori italiani, esistono esperienze vive di “Comunità Competenti” sui temi della Salute, esperte di problemi e di proposte in materia, capaci di fronteggiare bisogni e di escogitare risorse concrete e partecipate. Le proposte di “Prima la comunità” per l’anno 2021, hanno tutte al centro la persona, l’investimento sociale, la partecipazione nella co-costruzione della “buona salute” e sono le proposte che proponiamo di sperimentare e di valorizzare anche al Sud».
«Auguri dunque di “buona Salute” al 2021, a una “sanità” che vogliamo senza più alcun divario tra Nord e Sud, tra città e campagne e montagne, tra aree con concentrazioni di servizi e di opportunità e altre aree disagiate e periferiche dove si sta chiudendo tutto».
Dalla piazza virtuale, cui si sono collegate più di 300 persone, Prima la comunità ha riaffermato la necessità di una riforma sanitaria accompagnata da un autentico cambiamento culturale, oltre la logica delle prestazioni e del mercato.
Hanno partecipato: Don Virginio Colmegna, presidente Prima la comunità; Luigi Regalia, responsabile progetto Adriano Community Center [Covid hotel]; don Giacomo Panizza, vicepresidente Prima la comunità; Maurizio Bonati, Istituto Mario Negri; Valeria Negrini, portavoce Forum Terzo Settore Lombardia; Franco Rotelli, psichiatra; Rossana Dettori, segreteria CGIL; Ignazio Ganga, segreteria confederale CISL; Domenico Proietti, segreteria confederale UIL; Patrizia Toia, europarlamentare; Edoardo Barbarossa, presidente Fondazione Ebbene; Angelo Moretti, presidente Rete economia civile “Sale della terra”; Angelo Righetti, psichiatra; Paola Obbia, Associazione infermieri di famiglia e comunità (AIFeC); Pierfrancesco Maiorino, europarlamentare; Gavino Maciocco, Università di Firenze; Elly Schlein, vicepresidente Regione Emilia Romagna; Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e responsabile Anci per il welfare; Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano; Roberto Rossini, presidente nazionale ACLI; Riccardo De Facci, presidente CNCA; Nerina Dirindin, Università di Torino; Marco Frey, docente Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e presidente di Cittadinanzattiva; Carlo Borgomeo, presidente Fondazione con il Sud; Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna; Livia Turco, già ministro per la Solidarietà social; Maria Grazia Guida, Amici Casa della carità; Sandra Zampa, sottosegretario di Stato al Ministero della salute; Sandro Spinsanti, bioeticista ; Matteo Truffelli, presidente Azione Cattolica; Benedetto Saraceno, già direttore del Dipartimento di salute mentale e abuso di sostanze dell’OMS; Graziano Delrio, Deputato.
Associazione Prima la Comunità Promuove l’idea di salute intesa come bene comune. L’Associazione è l’approdo di un percorso iniziato nel 2014 dall’azione comune di Fondazione Santa Clelia Barbieri di Porretta Alto Reno Terme (Bologna) e Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani” di Milano. Le due realtà si sono impegnate in un percorso di riflessione sui concetti e le finalità che sono alla base dell’esperienza delle “Case della salute”. Negli anni l’azione comune si è estesa e ha coinvolto tante altre realtà di tutto il territorio nazionale, sia pubbliche che del privato sociale, le quali hanno dato vita a un vero e proprio movimento culturale con una forte valenza politica sul tema della salute realizzando via via pubblicazioni, appelli, documenti, incontri e seminari, iniziative legislative. Il 4 luglio 2020 il movimento si è formalmente costituito in Associazione.