Augusteo: Lina Sastri racconta il “suo” Eduardo, sul filo dei ricordi

Napoli. È una Lina Sastri riflessiva e introspettiva quella che il pubblico, sempre fedele all’artista, in religioso silenzio, ha ascoltato e (in maggioranza) molto apprezzato, al teatro Augusteo di Napoli, nello spettacolo in scena in questo fine settimana post Immacolata: ieri sabato 9 dicembre alle ore 21 fino a poco prima della mezzanotte, ed oggi, domenica 10, con inizio alle ore 18. L’artista, alla quale va il merito dell’ideazione, drammaturgia e regia del lavoro, è tornata nella storica sala partenopea con il suo originale omaggio ad Eduardo De Filippo: “Eduardo mio. Maestro di vita e di palcoscenico” e con l’obiettività del taglio di cronaca, non scevro però dal coinvolgimento emotivo verso il suo mentore, e con quella sincerità quasi disarmate che conquista il pubblico – soprattutto quello napoletano – ha proposto in una drammaturgia dalla connotazione artistica in senso completo, la sua personale visione di un grande ed il particolare rapporto di allieva/maestro di teatro e di vita, puntando su parole, musica e poesia. L’Eduardo dei suoi indelebili ricordi personali, è emersa sul palco in un’ottica lontana dalle solite note aggiuntive, trite e ritrite, in maniera puntuale, anche con riferimenti epistolari tra l’attore/regista/scrittore/sceneggiatore e l’amatissima sorella Titina. Uno spaccato di vita eduardesca che la Sastri ha presentato al suo pubblico, guidandolo alla scoperta di un esempio di arte e di stile, attraverso la sua conoscenza di lui; l’Eduardo nell’ambito del teatro, come nel quotidiano: immensa personaggio. Non solo l’artista, ma l’uomo prima che artista nella sua umanità che ne ha connotato esistenza e carriera. Lo ha fatto servendosi appropriatamente di lettere, poesie e qualche citazione delle sue opere, presentate col piglio di chi conosce bene la materia umana che cita obiettivamente, intervallato da momenti nei quali il sentimento diventa protagonista. Quest’alternanza ha affascinato la gran parte degli spettatori, come la recitazione spiccatamente personale di una Filumena Marturano sicuramente differente da quella alla quale la grande platea è abituata. Lontana da quella di Titina, musa ispiratrice ed indimenticabile protagonista, che a Filumena ha donato il cuore, fino ad ammalarsi per il supremo sforzo e per raggiungere la perfezione, come citato. Un po’ meno distante dalla cinematografica della Loren. In essa, i ritmi particolarmente accelerati hanno ceduto il passo a pause e, a tratti, ad una marcata pacatezza, sferzando l’attenzione e presentando una donna più moderna, esplicita, reattiva, tormentata. È il contenuto di un diario, che Lina Sastri ha rivelato sul palco dell’Augusteo. In accompagnamento, perfetta per l’occasione, la musica che Eduardo amava, ovviamente quella napoletana, soprattutto la più profonda e struggente che incanta mente e cuore. “Spettacolo in parole, musica e poesia che racconta il ‘mio Eduardo’ attraverso i miei ricordi personali della sua conoscenza in teatro e nella vita. L’uomo Eduardo attraverso lettere, poesie e qualche citazione delle sue opere. Il tutto accompagnato dalla musica. Che lui molto amava.” – ha annunciato Lina Sastri. Ed ha tenuto fede a quanto promesso al suo pubblico, propenso ad un’originalità che non convince tutti, ma che ha il potere penetrante dell’arte che si rinnova e all’improvviso fa sussultare, senza cedere però ad esasperazioni dirompenti. In scena un racconto di ciò che, di Eduardo De Filippo, Lina Sastri ha conosciuto e vissuto in prima persona all’inizio della sua vita artistica in teatro. E del Chi. L’artista, narrando il “suo” Eduardo ha reso partecipe la platea del primo incontro giovanissima con lui, quando era appena più che una comparsa alla prima battuta, evidenziandone l’aspetto umano, il cuore di Eduardo, il suo essere guida per le nuove generazioni di attori, alle quali insegnava come si ci cala nel personaggio, l’importanza dei particolari che non vanno mai trascurati, incominciando da un paio di orecchini – preciso riferimento ad una battuta, perciò indispensabili – o le maniche di un costume di scena che devono essere assolutamente strappate, ad evidenziare la violenza appena subita da chi l’indossa. L’indispensabilità di comunicare al pubblico la drammaticità di una situazione, per coinvolgerlo e trascinarlo idealmente sul palco, nella scena, ed ancora di più per farlo sentire protagonista della realtà raffigurata. Ed ha ricordato le partecipazioni alle edizioni televisive di alcuni dei capolavori del grande maestro, le riflessioni e gli approfondimenti in camerino, le riflessioni a casa. Lezioni d’esperienza. Ha delineato l’uomo Eduardo, Lina Sastri, il suo immenso desiderio di famiglia ed il rispetto per essa, il ruolo assolutamente primario che ha rivestito in tutti i suoi lavori, “nodo del suo teatro” che ha condizionato in maniera profonda ed anche severa, la sua sensibilità e propositività di artista, e prima ancora di uomo che ha un ideale fermo, un’ancora nel mare tumultuoso dell’esistenza. Ancora, il suo rapporto con le donne ed in primis l’immensità del sentimento per la sorella Titina, per la madre Luisa; il suo inatteso intenerirsi davanti alla presunta commozione di un’esordiente, la “sua eleganza” indimenticabile. La Sastri ha puntato su una drammaturgia schietta, la più consona alla sua visione ed alle sue dirette esperienze, per tratteggiare efficacemente Eduardo attraverso le parole, la musica e la poesia, svelando agli spettatori i suoi ricordi personali, la sua conoscenza di Eduardo nella vita e non soltanto sul palco. Tra essi un’attentissima Lucia Cassini, che ha nel suo repertorio recitativo e canoro gran parte dei monologhi e brani presentati ed è andata ad applaudire la stimata collega. L’uomo Eduardo attraverso lettere, poesie e qualche citazione delle sue opere, il tutto accompagnato dalla musica a lui più cara: la magnifica melodia partenopea che lui molto amava. Tante canzoni della Napoli tradizionale e tra esse: Reginella, Era de maggio, Core ingrato, Malafemmena, ‘O surdato ‘nnanmurato, Totonno ‘e Quagliarella, Tammurriata nera, ‘O sole mio, nelle quali non avrebbe potuto non emergere quella sottile malinconia che era in Eduardo, ed è in Lina Sastri con la mente e l’anima rivolte a lui. Ensemble composta da Filippo D’Allio (chitarra), Luigi Sigillo (contrabbasso), Giacomo Mirra (violino) annunciato quale esordiente dalla Sastri, Ciro Cascino (pianoforte), Domenico Monda (percussioni).  Teatro Augusteo, Piazzetta duca D’Aosta 263. Biglietti al botteghino e online su Ticketone o registrandosi al link: https://www.bigliettoveloce.it/spettacolo?id=5936 Settori e prezzi: Poltronissima (da fila 1 a 18) € 46,00 / Poltrona (da fila 19 a 25) € 40,00 / Galleria € 32,00
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Foto:  Pino Attanasio reporter
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