Il partito laburista di opposizione in Australia ha riscosso un importante successo sul governo conservatore di Malcolm Turnbull, con quattro vittorie su cinque nelle elezioni suppletive del ‘Super Saturday’ di due giorni fa, dove hanno votato circa mezzo milione di elettori. Suppletive rese necessarie in quattro casi perche’ i deputati sono stati costretti a dimettersi quando e’ emerso che secondo la costituzione australiana il possesso di una doppia cittadinanza li rendeva ineleggibili. Nel quinto caso il deputato si e’ dimesso per ragioni di famiglia. I laburisti si sono riconfermati in un seggio in Tasmania (Braddon), uno in Queensland (Longman) e due in Western Australia (Perth e Fremantle), mentre il seggio di Mayo in South Australia e’ andato alla piccola Alleanza del Centro. Un risultato nettamente sotto le aspettative della coalizione conservatrice di liberali e nazionali, nonostante l’insistenza a volerlo dipingere come fedele a una tradizione, che si ripete ormai dal 1920, secondo cui il governo in carica viene penalizzato nelle suppletive.
Il risultato piu’ sorprendente e’ arrivato da Longman in Queensland, un seggio dove i conservatori avevano vinto tutte le tornate elettorali, tranne una, dal 1996. Un risultato ancora piu’ importante perche’ sara’ proprio in quello stato, dove molti seggi sono in bilico tra i due principali schieramenti poltici, che molto probabilmente si decidera’ l’esito delle prossime elezioni federali, previste in maggio. Per il leader laburista Bill Shorten le vittorie sono cruciali perche’ dissipano ogni dubbio, in vista delle elezioni federali, sulla sua leadership che nelle ultime settimane sembrava minacciata anche all’interno del suo partito. Un risultato che solleva dubbi entro il governo sulla sua strategia e performance, minacciando a sua volta la leadership di Turnbull. Secondo il quotidiano The Australian, alcuni ministri hanno sollecitato il primo ministro a risolvere la controversa questione degli sgravi fiscali alle compagnie, comprese le banche che proprio ora sono sotto la lente di una commissione d’inchiesta sulle loro pratiche illecite. Un argomento su cui ha insistito la capillare campagna elettorale laburista, che ha dipinto la coalizione di governo come schierata dalla parte dei ricchi e non delle persone comuni, alle prese con disoccupazione e crescente costo della vita.