La questione auto aziendali si conclude con un netto passo indietro di Giuseppe Conte che in occasione della conferenza dell’Aci chiede ammenda per la prima proposta avanzata dal governo. Indice del fatto che la situazione è evidentemente sfuggita di mano in una caccia alle coperture: “Sulle auto aziendali dobbiamo fare ammenda: con umiltà ci siamo messi al lavoro per rimodulare la misura fino a svuotarne l’effetto negativo che potrebbe avere sul sistema produttivo”. Nella prima formulazione, il prelievo fiscale passerebbe da 600 a 2000 euro. Il ritocco è necessario e dovrebbe mantenere la pressione a quota seicento euro se non addirittura abbassare la soglia. Il governo dovrebbe introdurre un incentivo per le auto a basse emissioni. In compenso saranno visti al ribasso i sussidi per le auto più inquinanti.
Roberto Gualtieri ha assicurato che “nessuno avrà un euro di tasse in più“. Una dichiarazione senza dubbio ambiziosa. “Sarà una misura a gettito quasi zero che determinerà un giusto e necessario incentivo verso veicoli meno inquinanti“.
Il problema principale è legato al fatto che lo Stato perderebbe buona parte delle coperture previste. Se si considera anche la rimodulazione della plastic tax il governo dovrebbe cercare circa 800 milioni di euro difficili da rintracciare almeno al momento. L’ipotesi più probabile, caldeggiata dal Premier Conte, è quella dei tagli ai Ministeri. In tutto ciò il tempo stringe. Il governo è in ritardo sulla tabella di marcia e ha quindici giorni circa per mettere a punto il piano definitivo.