Auto, chiude la Magneti Marelli di Crevalcore: 300 lavoratori a casa

La Magneti Marelli ha annunciato la chiusura della fabbrica di componentistica per l’automotive di Crevalcore, nel Bolognese, scatenando le proteste dei sindacati

Sono circa 300 i lavoratori che rischiano il posto con la chiusura della fabbrica della Magneti Marelli di Crevalcore, multinazionale di componentistica che  ha comunicato la volontà di spegnere le macchine dello storico stabilimento a gennaio 2024 nel corso dell’aggiornamento sullo stato degli impianti del gruppo in Italia con i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Uglm. Una decisione che ha scatenando le proteste delle sigle e delle istituzioni.

Nel corso dell’incontro l’azienda ha motivato la decisione di chiudere lo stabilimento specializzato nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio, entrambi componenti per l’automotive, sottolineando il calo della domanda dei motori endotermici che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva, con un calo atteso anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027, senza che sia in programma alcun investimento sulla transizione all’elettrico.

Dietro allo stop alla produzione ci sarebbe anche un negativo risultato economico, che porterebbe il gruppo a registrare per quest’anno perdite pari a circa 6 milioni di euro, anche a causa del costo dell’energia.

La reazione dei sindacati non si è fatta attendere con la richiesta a Marelli “di rivedere la sua decisione” e al Governo “di convocare immediatamente un tavolo istituzionale di confronto”.

“È da tempo difatti che chiediamo riconversioni per le fabbriche legate al motore termico – scrivono in una nota congiunta Fim Fiom Uilm e Uglm – senza le quali la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima di una lunga serie, così come chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione. È su queste priorità che si deve concentrare l’interesse del Ministero del Made in Italy e delle Imprese, trasformando le dichiarazioni di principio sull’automotive in atti concreti”.

Di fronte alla chiusura dello stabilimento di Crevalcore è andata in scena uno sciopero di 8 ore indetto dalle sigle negli stabilimenti del gruppo in tutta Italia.

Sulla decisione di Marelli è intervenuto anche il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Noi siamo disponibili a discutere di qualsiasi forma di conversione o ristrutturazione industriale ma noi non possiamo accettare una cessata attività del tutto immotivata. Noi siamo qui al fianco di lavoratrici e lavoratori non solo perché dobbiamo garantire loro il futuro, ma anche perché siamo convinti che questa chiusura non abbia alcun senso.”

A rischiare il posto di lavoro nella Magneti Marelli non sarebbero però soltanto i dipendenti di Crevalcore. Nella sede di Sulmona, in provincia dell’Aquila, si attende l’esito delle trattative con Stellantis per le forniture future, dalle quali dipenderà il numero di esuberi atteso nel 2024 tramite il contratto di solidarietà e che dovrebbe aggirarsi tra i 135 e i 100 lavoratori.

Un altro taglio di 162 addetti dovrebbe essere previsto per lo stabilimento di Bari, dove la Marelli produce anche per Porsche e Maserati e dove sarà spostata parte delle lavorazioni di Crevalcore.

Nella fabbrica di sistemi di scarico di Caivano, in Campania, confluiranno i volumi di un polo secondario dello stabilimento di Venaria Reale, ma, spiegano i sindacati, l’azienda dovrà compensare il progressivo calo di volumi causato dalla elettrificazione delle vetture Stellantis con prodotti di settori diversi dall’automotive, in particolare attraverso forniture a veicoli commerciali per cui è già in corso una trattativa con Iveco (qui abbiamo parlato della chiusura di uno stabilimento storico della Stellantins a Melfi).

La decisione definitiva sarà presa nelle prossime ore, entro il momento dell’incontro previsto per giovedì 28 settembre, con i rappresentanti dei lavoratori. In ogni caso, la Magneti Marelli ha già annunciato le intenzioni di chiudere la fabbrica di Crevalcore. Al momento la procedura è sospesa, attendiamo aggiornamenti. Vediamo intanto le ragioni che spingono l’azienda a considerare un passo così drastico.

I sindacati hanno proclamato otto ore di sciopero in tutto il gruppo, e hanno parlato di “alta adesione dei lavoratori, con punte del 100%”. Un segnale che per gli stessi è molto chiaro e che gli operai, appoggiati appunto dai sindacati, hanno voluto annunciare alla direzione aziendale.

Per il momento quindi lo stabilimento non è chiuso, a rischiare il posto sono centinaia di lavoratori. Non ci resta quindi che aspettare le novità nelle prossime settimane. La Regione Emilia Romagna ha convocato un primo incontro sulla vertenza, mentre il prossimo 3 ottobre ce ne sarà un altro deciso invece dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Gli occupati che potrebbero trovarsi senza posto di lavoro sono parecchi: circa 300.  È chiaro che Magneti Marelli ha delle motivazioni che ritiene valide per chiudere: il calo della domanda dei motori termici (visto l’avvento dell’elettrico) oggi porta l’azienda a usare praticamente solo il 45% della sua totale capacità produttiva. Le previsioni sono di un calo atteso, anno per anno, addirittura al 20% già nel 2027, provocando danni all’azienda stessa.

In conclusione, la Magneti Marelli è una realtà storica molto importante in Italia per l’intero settore automotive, multinazionale italiana con sede a Corbetta, in provincia di Milano, specializzata nella fornitura di prodotti e sistemi ad alta tecnologia, fondata nel 1994 (di FCA fino al 2019, poi rilevata e assorbita dalla giapponese CK Holdings). Non ci resta che attendere nuove informazioni sul destino di una fabbrica così importante e conosciuta a livello internazionale.

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