il mercato auto vive una situazione di crisi senza precedenti, ormai è la frase che ripetiamo da due anni a questa parte. E pare andare sempre peggio: non appena si vede uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, ecco l’ennesimo episodio che getta nuovamente nello sconforto il comparto intero.
È andata così anche in questo momento storico: la fine dello stato di emergenza programmata per il 31 marzo (ormai vicina), il ritorno alla “normalità” e la decisione del Governo (nonostante i dubbi iniziali, ai quali in molti si sono opposti) di rilanciare degli Ecobonus auto, hanno fatto sperare all’inizio dell’attesissima ripresa delle immatricolazioni che, fortunatamente, lo scorso anno si sono risollevate rispetto al 2020, ma ovviamente non hanno ancora raggiunto i livelli pre-Covid. I numeri del 2019 sono lontani.
E dopo la carenza dei microchip, oggi un fatto drammatico colpisce nuovamente l’economia: la guerra tra Ruszia e Ucraina, così vicina a noi, che coinvolge due Paesi che hanno un importante ruolo di import, export e produzione per il settore auto (e non solo, ma anche in quello dell’energia, delle materie prime agricole e altro). La famosa luce in fondo al tunnel quindi si è spenta ancor prima di mostrarsi, e la crisi oggi rischia certamente di diventare ancor più grave rispetto a quella scoppiata a causa della pandemia di Coronavirus.
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Ritardi nelle consegne di auto nuove
Una delle maggiori conseguenze riguarda i tempi di consegna dei veicoli ai clienti. Se già lo scorso anno alcuni brand hanno dovuto far attendere oltre 4 mesi rispetto ai tempi pattuiti da contratto, oggi purtroppo peggiora. I microchip, così difficili da reperire, sono indispensabili per la produzione di auto nuove, che di conseguenza rallenta.
I ritardi, è ovvio, si stanno dilatando sempre più a causa della guerra. Oggi si arriva a dover attendere addirittura anche più di un anno per ricevere alcuni modelli di veicoli. Tempi che chiaramente non possiamo che definire biblici e che mettono ancora più in difficoltà la situazione dell’automotive.
Quali sono i modelli più a rischio oggi
Le tedesche premium sembrano essere oggi le vetture più in difficoltà sul mercato, secondo i dati raccolti grazie a una ricerca realizzata da Fleet Magazine. Parliamo in particolare di tre marchi su tutti, cioè Mercedes, BMW e Audi, che sono in affanno. Producendo e vendendo alla clientela vetture premium, di alta gamma, dotate di sistemi tecnologici di ultima generazione a bordo, la difficoltà è estrema. Per non parlare delle auto elettriche: qui i tempi di consegna si dilatano in maniera esponenziale, e chiaramente ne risente anche l’intero piano di transizione energetica che coinvolge l’Europa (e non solo) e che mira alla riduzione delle emissioni inquinanti nelle nostre città.
Non se la passano comunque bene le auto di segmento inferiore, che fanno registrare tempi d’attesa mai visti prima. La situazione è la medesima per tutti i brand. L’ideale oggi, per chi ha bisogno di un’auto nuova, è riuscire a trovare una vettura in pronta consegna o a chilometri zero, oppure un usato o un veicolo aziendale. Altrimenti non bisogna avere fretta e prepararsi ad attendere mesi.