Autonomia differenziata, Mattarella ha firmato la legge

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge sull’autonomia differenziata con le cosiddette «Disposizioni per l`attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione». Era stata approvata una settimana fa, il 19 giugno, a Montecitorio.

Il ddl Calderoli aveva suscitato forti critiche da parte delle opposizioni, al contrario della Lega che ha festeggiato uno dei suoi storici traguardi.

L’Autonomia regionale approvata dalla Camera mercoledì 19 giugno servirà come base «per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia». In sostanza, le Regioni che lo richiederanno potranno acquisire alcune delle competenze che fino ad oggi la Costituzione assegnava allo Stato. Ogni Regione riceverà le risorse «umane, strumentali e finanziarie» per svolgerle.

Ovviamente l’Autonomia effettiva dipenderà, per ciascuna Regione, da quali competenze richiederà, considerato che devono ancora essere stabiliti i Lep (i livelli essenziali di prestazione), al momento uno dei nodi cruciali della riforma. Secondo la Costituzione, sono 23 le materie che possono essere affidate alle Regioni. Il Veneto è l’unico che a suo tempo ha chiesto tutte e 23 le materie possibili. Di queste, nove possono essere trasferite più rapidamente perché non prevedono i Lep.

L’autonomia differenziata approvata in via definitiva completa la riforma del Titolo V della Costituzione varata nel 2001 sotto il governo Amato, centrosinistra. È il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione a una regione che lo chieda di un’autonomia legislativa su 23 materie, tra cui sanità, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura e commercio estero.

Il governo, entro 24 mesi dall’entrata in vigore della riforma, dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Senza questi e il loro finanziamento non sarà concessa l’autonomia. I tempi, dunque, sono ancora lunghi. Inoltre, insieme alle competenze, le regioni possono anche trattenere parte del gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive.

Di riforma che spacca il paese parlano i governatori di centrosinistra, soprattutto quelli del Sud. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha criticato duramente la riforma, affermando che sfascerebbe la sanità. Anche dai presidenti di regione di centrodestra arrivano critiche. Il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, di Forza Italia, ha sottolineato come i tre deputati azzurri calabresi non abbiano votato la riforma. Occhiuto teme che il centrodestra nazionale abbia commesso un errore. Anche il collega della Basilicata, Vito Bardi, sempre di Forza Italia, concorda, dicendo che si è voluto accelerare sul provvedimento quando lo si sarebbe potuto ulteriormente migliorare.

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