Dopo il voto finale di ieri al decreto Milleproroghe la questione Autostrade sembra sia arrivata difronte a un ultimatum. Annullata la maxi-penale di 23 miliardi che lo Stato avrebbe dovuto pagare ai concessionari si fa strada l’opzione revoca. In caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade, anche di quelle sottoposte a pedaggio, il Milleproroghe stabilisce, infatti, che Anas può assumerne la gestione nelle more dello svolgimento delle procedure di gara per l’affidamento a nuovo concessionario.
La norma riduce, inoltre, le eventuali penali a carico dello Stato. Anche se il via libera definitivo del Senato arriverà a fine mese, modifiche in extremis, come chiesto da Atlantia, non posso più essere attuate e dal Mit e dal Ministro Paola De Micheli non ci sono state aperture.
Secondo i calcoli riportati dal quotidiano La Repubblica l’annullamento dell’affitto infrastrutturale costerà allo Stato 7 miliardi (scadenza del saldo a 4 anni), cifra che corrisponde all’ammortamento degli investimenti messi a bilancio e non più ai mancati introiti (stimati in 23 miliardi) di un contratto che varie amministrazioni hanno prolungato fino al 2038. A spingere il Governo verso l’opzione revoca è anche il risultato dei sondaggi dai quali questa risulta essere l’opzione più popolare.
“Credo che tutte le forze di maggioranza, credo anche Italia Viva, si rendano conto che ciò che è successo a Genova non può essere un elemento di secondo piano, è crollato un ponte che si è portato via 43 vite. Noi abbiamo detto dal primo giorno che bisogna togliere le concessioni dalle mani dei Benetton, questo è quello che chiede il M5S. Che la procedura sia complicata è evidente, è una procedura complessa ma l’obiettivo resta” ha commentato questa mattina il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli sottolineando la necessità di “riequilibrare l’interesse dello Stato con l’interesse privato in tutte le concessioni autostradali” e dicendosi convinto che “un accordo si troverà”.
I tempi, tuttavia, sono molto stretti e nel frattempo il permanere di una situazione di incertezza sul futuro di Aspi, non sta aiutando il titolo della controllante Atlantia che anche oggi è sotto pressione in Borsa, con un decremento del 3,4%. Come spiega Il Messaggero prima di diventare operativa la contromossa (con la restituzione della concessione allo Stato), dal ministero dei Trasporti e dal Tesoro deve arrivare una lettera per avviare la procedura di revoca formale. Da quel momento Aspi avrà altri 60 giorni per replicare.