E’ scontro tra Aspi e il Governo sulla revoca della concessione. Dopo la decisione di inserire nel Milleproroghe il trasferimento immediato del controllo delle strade e della rete all’Anas, la controllata gestita da Atlantia ha inviato una lettera a Palazzo Chigi dicendosi pronti a rescindere il contratto con tutte le conseguenze del caso. Un risarcimento da 23 miliardi di euro in ragione “dei molteplici diritti e principi sanciti dalla Costituzione e dal diritto comunitario, incluso il rispetto del principio di affidamento e a tutela del patrimonio della Società e di tutti gli stakeholders“.
Non si è fatta attendere la replica del Governo che ha parlato di minacce inaccettabili da parte di Atlantia: “Una lettera non in linea con il ruolo di un concessionario di un bene dello Stato“. Un braccio di ferro iniziato a porte chiuse e che rischia di non concludersi in poco tempo.
La dura reazione di Autostrade è arrivata dopo la decisione da parte del Governo di inserire nel decreto Milleproroghe un emendamento che stabilisce il trasferimento del controllo delle strade e della rete all’Anas solo in casi eccezionali. Decisione che ha spaccato anche la maggioranza visto che Italia Viva, come precisato anche da Matteo Renzi, è sempre stata contraria a questa ipotesi. Un muro contro muro che rischia di continuare fino a gennaio con l’ultima parola che spetta al governo.
Lo scontro non è piaciuto a Piazza Affari. E’ stata una seduta movimentata per Atlantia con il titolo che alla chiusura della giornata (lunedì 23 dicembre 2019) ha chiuso con un -4,8%. Un tonfo che ha portato ad una perdita di 883 milioni di euro rispetto alla ricapitalizzazione di venerdì scorso.