Il Consiglio dei Ministri, inizialmente fissato per questa mattina, è slittato a questa sera, in tarda serata e si protrarrà presumibilmente tutta la notte. Sul tavolo il Presidente del Consiglio porterà il dossier Autostrade, a dir poco bollente insieme all l’ipotesi – su cui almeno per ora sembra orientarsi – di estromettere i Benetton dalla gestione. Obiettivo dichiarato ieri, sul quale si impernia lo scontro tra il Capo del governo e Atlantia, la holding che gestisce l’88% delle quote di Autostrade.
Il Presidente del Consiglio è pronto a tirare dritto sulla revoca, una strada che se da un lato accontenterebbe il M5s dall’altro aprirebbe una falla con Iv di Matteo Renzi, con il “rischio della conta” dietro l’angolo. Difficile che si arriva a una decisione ad horas, piuttosto dovrebbe prevalere la strategia dell’ennesimo temporaggiamento mentre prende quota l’ipotesi commissariamento.
“No a slogan populisti, la revoca è facile da dire, difficile da fare”, sottolinea Renzi mentre in serata Michele Anzaldi, schierandosi di fatto al fianco di Matteo Salvini che annunciava una segnalazione alla Consob sulle parole del premier, attacca: “il crollo di Atlantia in Borsa ha danneggiato migliaia di piccoli azionisti.E’ inevitabile una verifica dell’organo di vigilanza”.
Il Consiglio dei Ministri oggi parte da posizioni tra i partiti di maggioranza che sono abbastanza diverse, adesso vediamo di comprendere come si troverà la quadra”, chiarisce intanto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri, ad Agorà Estate su Rai3. “Mi pare che Conte abbia una posizione abbastanza netta e abbia chiesto più volte un impegno serio ad Aspi e una serie di condizioni da accettare, se non si dovessero verificare si andrà verso la revoca che avverrà con lo stile del commissariamento”, che è “l’unico modo per avviare la revoca”. “Non si perde neanche un posto di lavoro – aggiunge Cancelleri – La società continuerebbe a lavorare attraverso un commissario governativo. Dopodiché si mette al bando la concessione che durerà verosimilmente tra i 2-3 anni”.
Intanto, il “caso”Atlantia finisce all’attenzione della Consob. Il Codacons ha, infatti, deciso di presentare oggi un esposto alla Commissione a seguito del crollo del 15% dei titoli della società registrato ieri in Borsa dopo le dichiarazioni del Premier Conte sulla vicenda Aspi.
Chiediamo alla Consob di aprire una specifica indagine sulle operazioni di acquisto e vendita di titoli della società nel periodo antecedente e successivo alle affermazioni del Presidente del Consiglio relative alla possibile revoca della concessione ad Aspi, alla luce della possibile fattispecie di turbativa di mercato – spiega il Codacons – Vogliamo capire se ci sia qualcuno che, dalle dichiarazioni del Premier, abbia tratto ingiusto beneficio, attraverso operazioni che hanno provocato una sensibile alterazione del prezzo dei titoli. Una indagine indispensabile a tutelare gli interessi di investitori e di migliaia di piccoli risparmiatori che detengono titoli Atlantia e che hanno subito un evidente danno economico.
Nelle scorse ore, intanto, è arrivata la stima degli analisti secondo i quali l’eventuale revoca della concessione potrebbe provocare un default di 19 miliardi. Con il decreto Milleproroghe sono venute a mancare le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo mentre circa 9 miliardi sarebbe l’impatto a cascata su Atlantia. Si tratta di importi in gran parte detenuti da investitori istituzionali e grandi istituzioni finanziarie italiane ed europee, oltre che – per 750 milioni – relativi ad un prestito obbligazionario retail Aspi detenuto da 17.000 piccoli risparmiatori.
Intanto Atlantia strappa in Borsa e guadagna il 4,5% a 11,84 euro. Il gruppo è in attesa delle decisioni del Governo sulla vicenda della concessione ad Autostrade per l’Italia.
E parla il presidente di Edizione. “Quello che è accaduto – dice Gianni Mion – il crollo del ponte di Genova, le vittime e le sofferenze provocate, quello che è emerso dopo la tragedia, rende comprensibile la posizione del Presidente del Consiglio. E’ tuttavia nostro dovere difendere le due aziende, Aspi ed Atlantia, ed i loro dipendenti, finanziatori ed azionisti. Mi auguro che si possa trovare una soluzione equa nell’interesse di tutti: cittadini, lavoratori, risparmiatori ed investitori”.
Oggi – dunque – il premier farà la sua informativa in Cdm, il rischio della conta è dietro l’angolo.
Sulla linea dura, oltre a Leu si allinea anche il Pd, e lo fa con Nicola Zingaretti: “La lettera di Aspi è deludente, i rilievi del premier sono giusti”, spiega il segretario Dem, che chiede un assetto societario che veda lo Stato al centro di una nuova compagine azionaria. Rilievi, quelli di Conte, che il premier in una doppia intervista a La Stampa e al Fatto Quotidiano, mette nero su bianco: “I Benetton ci prendono in giro, questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati”. L’intervista arriva come un macigno nel dibattito politico e sui mercati con il tonfo del titolo di Aspi in Borsa. E la replica dei Benetton non si fa attendere.
“Abbiamo sempre rispettato le istituzioni: quando in passato è stata sollecitata ad entrare in diverse società così come oggi”, è il messaggio che filtra da ambienti vicini agli imprenditori veneti. Ma Conte va per la sua strada. E il dossier Autostrade lo “segue” anche al castello di Meseberg, nel bilaterale con la cancelliera Angela Merkel. Fonti qualificate di governo negano che il nodo Aspi sia stato oggetto del colloquio tra Conte e Merkel ma, di certo, è tra i protagonisti della conferenza stampa congiunta che segue al bilaterale. Prima di salutare il suo omologo italiano, la cancelliera si lascia scappare una battuta: “sono molto curiosa di sapere come andrà il Cdm”.
Forse perché dentro c’è anche, come socio di minoranza, la tedesca Allianz. Il blitz di Conte, di certo, mette in allarme l’altro socio di minoranza, il fondo cinese Road Silk, che, chiede “notizie” all’ambasciatore italiano a Pechino.
Alle 22, dunque, il dossier ci sarà. “Tutti i ministri saranno nelle condizioni di conoscere i dettagli” della vicenda, “ora è necessaria una decisione”, ribadisce il premier. Riunione che non sarà decisiva per le sorti di Aspi ma durante la quale non è esclusa una conta con tanto di nuovo scontro interno al governo. “Non arretreremo”, avverte il capo politico Vito Crimi. “Abbiamo massima fiducia nelle parole di Conte”, sottolinea Luigi Di Maio attaccando, allo stesso tempo, Matteo Salvini: “falso e ipocrita, al governo era alleato dei Benetton”.
“Se sei un uomo delle istituzioni, non fai come al bar, aspetti la magistratura”, è invece l’attacco che Renzi, in serata, recapita a Palazzo Chigi. La linea di Conte, al di là delle tensioni, ha tuttavia delle affinità sia con quella del Pd e anche con quella di Iv: la centralità dello Stato, magari attraverso Cdp, (citata da Renzi), nella futura società di gestione di Autostrade.
Il nodo sta nella quota che, nelle strategie dei partiti, deve restare nelle mani dei Benetton: Pd – e soprattutto Iv – sono più possibilisti laddove il M5S li vuole letteralmente fuori dal Cda di Aspi. La vicenda, non a caso, viene seguita con attenzione anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che auspica che la questione si risolva nel migliore dei modi e senza contraccolpi nel governo. Contraccolpi che, nel M5S, sono ben evidenti. Tanto che, a sera, un’autorevole fonte pentastellata spiega: “se superiamo lo scoglio Aspi il governo avrà vita lunga, magari con la possibilità di un rimpasto a settembre”.
Resta da vedere se davvero il governo arriverà ad imporre una revoca ( o una decadenza del contratto, che potrebbe avere ripercussioni finanziarie minori). Il dl milleproroghe dà a Conte la possibilità di farlo. Le conseguenze economiche e politiche sono tutte da decifrare. “In caso di revoca abbiamo delle soluzioni”, assicura il premier gettando acqua sul fuoco dalla Germania.