In attesa dell’Avellino che verrà, quello che dopo il 3 settembre (vale a dire a chiusura di calcio mercato)dovrà competere nel difficile torneo cadetto, cerchiamo di capire, al momento, quale “bicchiere” ha tra le mani il bravissimo tecnico Massimo Rastelli.
La prima fase di ritiro precampionato svolta in quel di Castel di Sangro è già alle spalle, ma la rosa dei Lupi è ancora di là dall’essere definita. E questo non ci pare una notizia, dal momento che gli affanni economici della società biancoverde si erano manifestati in tutta la loro serietà e concretezza già il primo luglio. All’atto della formalizzazione della fidejussione per l’iscrizione al campionato di serie B, infatti, i tifosi irpini ebbero modo di rendersi conto che ormai al timone di Piazza Libertà era rimasto il solo Walter Taccone. In altri termini, che per i Lupi questa dovesse essere una campagna acquisti piena di difficoltà e limitazioni lo si sapeva già.
Ma i tifosi (di tutte le squadre) si sa, vorrebbero tutto e subito, e possibilmente anche il meglio!
E allora, a meno di 20 giorni dall’esordio della sua squadra nel secondo campionato nazionale di calcio, Massimo Rastelli, pur con tutti i meriti e l’ormai conclamata abilità del Direttore sportivo Enzo De Vito, ha sicuramente da lamentare alcune carenze strutturali all’interno del nuovo organico biancoverde. Non a caso, giusto oggi, era in programma presso la sede di Piazza Libertà un summit tra la proprietà, la dirigenza ed il tecnico di Scafati, volto a stabilire le priorità e le necessità tecniche nella definizione della composizione della rosa dell’Avellino, finalmente targato serie B.
A tal fine, almeno per quanto ci riguarda, riteniamo che in difesa e, ancor di piu’, in attacco ci sia maggiore bisogno di intervenire da parte di De Vito. Oltre alla scommessa rappresentata dalla batteria dei portieri (sui quali è lecito nutrire diversi dubbi; perchè nè Seculin, nè Terracciano, ancorchè relativamente giovani, lasciano dormire sonni tranquilli), il pacchetto arretrato dei Lupi ha attualmente necessità di poter contare su due centrali di esperienza e comunque di sicuro affidamento per la categoria. Inoltre, a nostro sommesso avviso, andrebbe potenziato anche il settore degli esterni, specie ove si pensi che il 3-5-2, in chiave difensiva, chiede agli uomini di fascia una presenza concreta, anzi fondamentale in fase di non possesso, essendo gli stessi chiamati ad abbassarsi sulla linea dei tre centrali. Con almeno un esterno di ruolo sulla fascia destra (considerato che su quella mancina, a nostro parere, in alternativa all’ex milanista De Vito, può tranquillamente agire capitan Millesi) per poter contare su un ricambio per Zappacosta. Ma il problema strutturale di piu’ difficile risoluzione è nel reparto avanzato. Al momento, ove si tralascino i partenti Catania e De Angelis, oltre al confermatissimo Castaldo, il tecnico dei Lupi può contare sul solo Galabinov, con “nonno” Biancolino a fare piu’ da eventuale attaccante “part time” che rincalzo concreto e fondamentale. E’ indubbio che occorrano almeno altri due “punteros”, con la necessità assoluta di una prima punta che possa assicurare un congruo gruzzolo di realizzazioni, magari decisive ai fini degli indispensabili risultati pieni da ottenere per il cconseguimento della permanenza nella categoria.
In questo quadro complessivo di esigenze ed obiettivi tecnico-tattici, detto comunque di un centrocampo davvero affidabile, appare palmare la considerazione che le potenzialità di un Avellino ovviamente ancora “in fieri”, ad oggi, non possono essere valutate nè positivamente nè negativamente. Nè, francamente, ci può appassionare piu’ di tanto il dibattito antico sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Ma una considerazione di massima pensiamo di poterla fare, anche perchè la sua ovvietà ci rende tranquilli: se l’Avellino attuale dovesse, malauguratamente, riempire le caselle mancanti con calciatori piu’ o meno dello stesso livello di quelli al momento in organico (che, lo ricordiamo, già abbonda di troppe scommesse per livello tecnico che proporrà la serie B), il bicchiere di Rastelli potrebbe anche rischiare di rimanere desolatamente vuoto, rendendo davvero problematiche le speranze di salvezza.
Viceversa, se il Direttore De Vito dovesse portare all’ombra del Partenio-Lombardi almeno tre elemennti di spessore tecnico e di esperienza, allora le possibilità dei Lupi lieviterebbero d’incanto. Anche perchè le indubbie qualità di gente come Schiavon, Togni, Castaldo, Izzo e Zappacosta potrebbero trovare ulteriori motivi di esaltazione.
Rino Scioscia