Avventurismo leghista e trasformismo grillino

Salvini, sicuro di riscuotere il consenso della maggioranza degli elettori italiani, favorito da un assist da fuori classe che Di Maio gli ha servito votando il no alla TAV, ha sancito in fretta e furia la fine del Governo Conte e del contratto sottoscritto con i Cinque Stelle, poco più di un anno fa. Adesso chiede a Mattarella di sciogliere le Camere ed andare il prima possibile al voto. Ma non ha fatto i conti con la Costituzione e il Parlamento. La fine della maggioranza con i pentastellati, potrebbe condurre alle urne, ma sull’esito che potrebbe apparire scontato, gravano delle incertezze. Non va sottovalutato il dato che la Lega in seno al Parlamento ha solo il 17% dei voti e questo potrebbe essere un ostacolo ad elezioni immediate. Il Carroccio ha effettuato uno strappo che non tiene conto, affatto, degli interessi nazionali, ma di meri calcoli elettorali che lo vede primo nel gradimento degli italiani e con una percentuale, che secondo gli ultimi sondaggi sfiora il 40%. Salvini sta anche sottovalutando l’eco negativa che ha avuta la sua azione, sui mercati: borsa giù e aumento dello Spread, per non parlare delle prossime scadenze finanziarie che non possono essere certamente rinviate, per permettere alla Lega di conquistare il potere, sulla pelle degli italiani. Restituire il timone per guidare la crisi al Quirinale e al Parlamento è una strada obbligata dalla Carta Costituzionale. Solo così l’opinione pubblica potrà capire bene ed in modo trasparente le ragioni di questa crisi. Quindi per Salvini la cavalcata verso Palazzo Chigi non sarà semplice. Ma quello che più sorprende è il ritrovato Beppe Grillo che suona l’adunata ai suoi e gli chiede di resistere e trovare alleanze per contrastare l’arrivo dei ‘Nuovi barbari’. Singolare e vecchia la battuta del comico genovese. Ma i suoi tanto amati grillini non dovevano rappresentare il ‘Nuovo’ fuori da ogni schema che rievocasse il tanto odiato ed avversato passato? Nemmeno loro guardano all’interesse del Paese ma cercano di non scomparire dal panorama politico italiano: perché questo è il rischio concreto che corrono in caso di elezioni ad ottobre. E’ una reazione simmetrica ed opposta a quella della Lega. Avventurismo leghista e trasformismo grillino. Ancora una volta a braccetto. Mai come adesso, quindi, Costituzione, Quirinale e Parlamento sono le uniche garanzia contro tanta spregiudicatezza, superficialità e irresponsabilità. E’ difficile oggi capire se e quando si andrà alle elezioni. Certamente bisogna evitare ammucchiate di governo, ma anche frenare l’eccessiva fretta, che potrebbero causare fratture profonde per la tenuta del Paese e pregiudicare irrimediabilmente i rapporti con i nostri alleati europei. Le regole vanno rispettate, soprattutto da parte di chi pretende di infrangerle per il proprio interesse. Ed è ora che anche le opposizioni se ne rendano conto e si sveglino dal torpore in cui sono cadute. Si limiterebbero gli effetti dei tanti guasti che si sono prodotti.

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