Lo spettacolo Azzurro, tratto dal libro Azzurro, stralci di vita di Curzio Maltese, in scena al Teatro Sala Umberto di Roma fino al 17 novembre, è un viaggio teatrale intimo e intenso, che ripercorre la vita del celebre giornalista italiano, raccontando al tempo stesso la storia dell’Italia dagli anni del boom economico fino a oggi. Sul palco, Antonio Catania interpreta Maltese, accompagnato dal pianista Sergio Colicchio. La regia di Carmen Giardina e la scenografia minimale – uno schermo, tre poltrone rosse da cinema, e un’insegna al neon con il titolo Azzurro – evocano un cinema d’altri tempi, un luogo simbolico in cui il protagonista ripercorre ricordi e momenti significativi della sua vita, come in un film che scorre sullo schermo.
Lo spettacolo è costruito con una struttura non lineare, piena di flashback che mescolano il presente e il passato di Maltese. Vengono rievocati momenti toccanti della sua vita privata, come la perdita del padre quando era bambino e, molti anni dopo, della sorella Cinzia. C’è anche la storia della sua carriera giornalistica, dagli inizi nel giornalismo sportivo alla Gazzetta dello Sport fino all’approdo a Repubblica e al periodo in cui ha raccontato l’Italia di Mani Pulite, l’ascesa di Berlusconi, e i profondi cambiamenti del Paese. La rappresentazione si sofferma anche sul drammatico periodo di riabilitazione che Maltese ha dovuto affrontare in seguito a un malore: costretto a riscoprire la capacità di parlare e scrivere, sperimentò un momento di grande fragilità, ma anche di rinascita.
La narrazione intreccia vicende personali e collettive: l’Italia ingenua e ottimista del boom economico, la strage di Piazza Fontana del 1969 che segnò la fine di quell’innocenza, gli anni ’70 dei movimenti studenteschi e del terrorismo, e il passaggio alla “democratura” moderna. Questa fusione tra storia privata e storia d’Italia, tra dolore e ironia, è resa con grande delicatezza dall’interpretazione di Catania, che riesce a rappresentare un uomo profondamente innamorato della Vita, ma anche disilluso dai compromessi e dalle contraddizioni della Nazione che ha raccontato per decenni.
La messa in scena include momenti musicali e tocchi surreali: un modellino di una Fiat 500 rossa, simbolo dell’infanzia di Maltese, attraversa il palco come a evocare un’Italia passata, mentre in una scena finale, ambientata in una sorta di “paradiso laico”, il protagonista incontra figure importanti della sua vita. La musica di Nicola Piovani, abbinata alle luci e alla scenografia, arricchisce il racconto con toni ora malinconici, ora leggeri, in perfetta sintonia con il viaggio tra i ricordi e i momenti di un’intera esistenza.
In Azzurro, la vita di Maltese diventa quindi una lente attraverso cui riscoprire le trasformazioni, le speranze e le delusioni di un’intera generazione italiana.
Marco Zucchi