Baffo malefico

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da James Hansen il seguente articolo:

I baffi a spazzolino (toothbrush moustache in inglese, brosse à dents in francese e Fliege – mosca – in tedesco), sono una tipologia di baffi in voga a partire dal tardo Novecento fino a un anno molto preciso: 1945, fino cioè alla sconfitta della Germania nella Seconda Guerra mondiale…

Oggi quel baffetto è talmente identificato con Adolf Hitler che lo stile è portato solo per provocazione – con però qualche rara eccezione tra i despoti del Terzo Mondo, come Robert Mugabe, il dominus dello Zimbabwe dal 1980 al 2017, e Siad Barre, il sanguinario dittatore somalo tra il 1969 e il 1991. Malgrado l’associazione ai “cattivi” della storia, a portarlo quando era ancora in auge non era solo Charlie Chaplin ma anche Oliver Hardy (Stanlio e Olio), Max Fleischer, George Orwell, Jean Sibelius e perfino il padre dell’attuale presidente americano, Fred Trump.

Il nuovo baffo pare fosse un’invenzione americana, introdotta negli ultimi decenni del 19° secolo in reazione ai grandi baffoni “a manubrio” allora ancora comunemente portati negli Usa. Era facile da tenere, non occorreva incerarlo né pettinarlo, corrispondeva alle necessità di chi doveva presentarsi al lavoro ogni mattina per “timbrare”, la grande e infelice novità dell’era.

A popolarizzarlo a partire dal 1914 fu Hollywood, specialmente con Chaplin nel ruolo dell “vagabondo” Charlot, un personaggio allora assorto a simbolo melanconico delle vittime della nuova società industriale emergente negli Stati Uniti. Forse paradossalmente, per una generazione di giovani maschi americani e inglesi, il toothbrush fu una sorta di emblema di modernità e del rifiuto di condurre la vita “antiquata” dei padri. Chaplin – che i baffi li portava solo posticci, come trucco di scena – spiegò di avere scelto lo “spazzolino” per la sua caratterizzazione soprattutto perché non mascherava le espressioni facciali.

Si sa che Hitler fu – almeno inizialmente – un fan di Charlot, ma non c’è motivo per ritenere che avesse voluto emulare un attore comico anglo-americano che otteneva molti dei suoi effetti scenici facendo il patetico. Il soldato semplice e poi caporale Adolf Hitler entrò nella Prima Guerra mondiale con i generosi baffoni austro-ungarici dell’epoca e ne uscì invece con il noto spazzolino.

Secondo lo scrittore tedesco Alexander Moritz Frey, un suo commilitone nella Grande Guerra, l’aspirazione originale del futuro Führer era di avere i generosi mustacchi teutonici del periodo, ma gli ufficiali della fanteria bavarese in cui prestava servizio ordinarono di tagliarli perché interferivano con la maschera anti-gas che i combattimenti nelle trincee imponevano.

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