Nuovo capitolo della complicata indagine, portata avanti prima da Massimo Giletti a Non è l’Arena e ora da Report, sul possibile coinvolgimento di Silvio Berlusconi negli affari della mafia stragista degli anni ’90, e più precisamente con il boss Giuseppe Graviano. A parlare è ancora una volta Salvatore Baiardo, faccendiere dei fratelli Graviano: nella puntata andata in onda su Rai 3, ha rilasciato nuove pesanti dichiarazioni sull’ex premier.
L’antefatto è ormai noto a tutti: Baiardo ha rivelato di aver scattato, nel 1992, una fotografia in cui compaiono Giuseppe Graviano, Silvio Berlusconi e il Generale Francesco Delfino seduti ad un tavolino di un bar di Orta. Questa foto è già stata oggetto di innumerevoli indagini da parte dei magistrati di Firenze Luca Turco e Luca Tescaroli – nonostante Baiardo abbia più volte cambiato la sua versione dei fatti – e ora il faccendiere ha aggiunto nuovi dettagli sulla vicenda. Il giornalista di Report ha posto alcune domande che tutti si stavano facendo: “Cosa ci faceva Berlusconi in compagnia di Graviano? Qual era l’occasione di quell’incontro?”. Secondo quanto riferito da Baiardo, la motivazione ufficiale era una visita al genero – fidanzato della figlia Marina – che abitava proprio a Orta; quella ufficiosa, invece, era incontrare Graviano per parlare della nascita di Forza Italia. “Poi c’era anche la questione di Riina”, ha rivelato; “Quindi Berlusconi sapeva già tutto”.
Ma non è tutto. Salvatore Baiardo ha risposto anche ad un’altra domanda fondamentale per capire la vicenda: perché i Graviano hanno aspettato tutti questi anni per far emergere la questione e non hanno approfittato della famosa fotografia per ricattare Berlusconi? Secondo Baiardo, non era così semplice. Giuseppe Graviano aveva tutti gli interessi a mantenere un buon rapporto con l’ex premier, dato che aveva investito una cifra enorme – ben 500 miliardi di vecchie lire – nell’impero di Fininvest e Mediaset. Dunque, se avesse provato a ricattare il Cavaliere, facendo crollare la sua azienda, Graviano sarebbe stato il primo a perderci: “Se lo bastonano subito, l’impero che hanno lì svanisce. Dovevano garantirsi”. Per questo, dunque, da quell’ormai lontano 1992 siamo arrivati al 2020: “Sperava di riuscire a fare delle cose prima. Ma poi hanno iniziato a stringergli il c**o al Parlamento Europeo, a farli muovere sull’ostativo. Parliamo di due anni e mezzo fa”, ha raccontato Baiardo, affermando che questa azione è stata senza dubbio opera di Berlusconi in persona.
Fonte: Letizia Bonardi