Fa un’eco disturbato l’opinione di Guillermo Mariotto a ‘Ballando con le Stelle’, quando afferma che la vista di due uomini che ballano insieme, potrebbe confondere un bambino. Stride la frase dello stilista lanciata in prima serata dopo aver visto Giovanni Ciacci ballare con Raimondo Todaro, nella semifinale del programma di Rai1. Un’affermazione che non può passare inosservata e soprattutto non deve passare con leggerezza, perché concima quella paura del diverso su cui si ergono odio e violenza. Sull’argomento è intervenuta Imma Battaglia dal suo profilo facebook con un chiaro attacco a Mariotto in difesa dello stylist Giovanni Ciacci: ‘L’omofobia delle persone omosessuali a volte, colpisce più di quella profusa dagli eterosessuali. E tutto ciò avviene proprio nel giorno in cui a Roma viene riconosciuta all’anagrafe, la figlia di due padri che vedono legittimata la loro bambina, nata in Canada. Mariotto è anacronistico e inopportuno. Un gay borghese fomentato dal problema inesistente dell’estetica e del giudizio, due cose di cui i bambini non sono portatori. Il problema è esattamente da ribaltare e soprattutto non è un problema! Il programma di Milly Carlucci sta mostrando la vera faccia della società. Quella reale. Quella che vede famiglie omogenitoriali orgogliose dei propri figli, bambini felici che vivono la loro vita serenamente. E’ giusto che i bambini imparino a conoscere e riconoscere una coppia, anche in due uomini o due donne. Che Guillermo Mariotto se ne faccia una ragione! La società si evolve e con essa i suoi bambini (grazie a Dio aggiungerei). Il mio appello e sostegno vanno a #GiovanniCiacci e a Milly Carlucci, che cominci a pensare di ruotare questi giurati che forse hanno bisogno di pensare più lucidamente al potenziale odio che una loro affermazione può causare’.
Ricordiamo che Imma Battaglia è un’attivista e politica italiana, una dei leader del movimento LGBT in Italia. Presidente del Circolo di cultura omosessuale ‘Mario Mieli’ dal 1995 al 2000, è tra i fondatori di Di’ Gay Project, di cui è stata presidente fino al febbraio 2014. Dal 2013 al 2016 è stata consigliere comunale a Roma. Laureata in Matematica, fu membro del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, diventandone anche presidente fino al 2000. Tra le protagoniste del movimento LGBT italiano fin dai primi anni novanta, fu organizzatrice insieme a Vladimir Luxuria del primo Gay pride ufficiale in Italia, che si tenne a Roma nel lontano 1994. Da presidente del Mario Mieli promosse l’ingresso dell’associazione nell’EPOA (European Pride Organisers Association) e, nel 1996, avanzò la candidatura di Roma a ospitare il Gay pride mondiale del 2000. Quando la Capitale ottenne l’organizzazione dell’evento Battaglia ne assunse il coordinamento; già nel 1999 era stata organizzatrice del Gay pride nazionale, che si tenne sempre a Roma. Imma Battaglia al Padova Pride del 2002 con Marco Cappato e Nichi Vendola Il periodo immediatamente precedente il World Pride la vide impegnata come Presidente del Mario Mieli e organizzatrice in una forte polemica con il mondo politico insieme a tutti gli esponenti del movimento omosessuale italiano.
Questo è quanto per la cronaca ma non possiamo esimerci da relative considerazioni e opportune riflessioni. Partiamo dalla cronaca partendo da un ‘Merlo maschio’, l’amatissimo attore siciliano che si chiama Lando Buzzanca, ascoltandolo in merito alla coppia di ballerini ‘same sex’ formata da Giovanni Ciacci con il maestro Raimondo Todaro: ‘Non ho nulla contro i gay, facessero in libertà quello che vogliono. Ma trovo ridicolo che si sposino e trovo patetico che ballino in tv emulando qualcosa che, almeno a Ballando, mi pare fuori contesto’. Poco è bastato per ricevere subito la risposta del giornalista e stylist di ‘Detto Fatto’: ‘Che sabato sera si goda uno scandaloso tango’. Tornando a Imma Battaglia ricordo che parla della registrazione all’anagrafe di una bimba con due padri, ecco l’ultimo delirio del M5S: l’abolizione della festa della mamma e del papà in un asilo comunale di Roma perché feste ‘ideologiche e divisive’. Stop alla propaganda e alle strumentalizzazioni sulla pelle dei bambini: difendiamo i nostri figli, è quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
In termini pratici si diffonde a Roma la rabbia per la sconcertante decisione dell’incaricato del sindaco Raggi: ‘Prima la registrazione all’anagrafe capitolina di un bimbo con due papà, avuto con il ricorso all’ignobile pratica dell’utero in affitto, poi l’abolizione della festa della mamma in una scuola romana. Siamo alla follia. Nessuna discriminazione verso gli omosessuali, ma non possiamo accettare che il diritto di un bambino ad avere una mamma e un papà venga calpestato dall’egoismo degli adulti. Così come è assurdo che su ‘ordine’ di una coppia gay una scuola si arroghi il diritto di discriminare gli altri bambini togliendo loro la festa della mamma.
Ometto i commenti e le considerazioni della rete perché desidero lasciare ai lettori del mio articolo applausi, reprimende e irritazioni, per quanto esaminato e diffuso attraverso il medium della scrittura. Ipotizzate che chi scrive non è una cronista ma un ‘segretario verbalizzante’ di un processo, mediatico e non, ancora in corso…
Antonella Di Pietro