ROMA – Bancarotta della Safin, condanna di 6 anni per Cecchi Gori. “Prendiamo atto di questa sentenza. Prima di esprimere un’opinione sull’esito di oggi dobbiamo leggere le motivazioni e quindi dovremo attendere 90 giorni. Peraltro devo dire da subito che la pena di sei anni, trattandosi di una bancarotta dove i soldi sono finiti in altre società del gruppo, doveva essere più mite”. Lo ha affermato Massimo Biffa, difensore del produttore cinematografico, Vittorio Cecchi Gori, condannato oggi a Roma a 6 anni di reclusione. Il crack da 24milioni di euro della Safin Cinematografica la società del gruppo risale a febbraio 2008. Inflitte altre 5 condanne ed una assoluzione. Il tribunale di Roma ha condannato gli imputati al pagamento di una provvisionale di 11 milioni e mezzo. Per Cecchi Gori il pm Stefano Rocco Fava aveva sollecitato una condanna a 7 anni. La I sezione penale, presieduta da Giuseppe Mezzofiore, ha inoltre inflitto cinque anni di reclusione a Luigi Barone, collaboratore di Cecchi Gori, e tre anni a Edoardo De Memme, liquidatore della società. Quattro anni e sei mesi per Giorgio Ghini, ex presidente del collegio sindacale della Safin. Tre anni e mezzo sono stati inflitti a Vittorio Micocci e Alessandro Mattioli, ex componenti del collegio sindacale della stessa Safin. Assolto l’altro liquidatore, Ettore Parlato. La I sezione ha inoltre stabilito la confisca del capitale sociale delle società ‘Cecchi Gori, cinema e spettacolo’ e New Fair Film. Confermato il sequestro delle quote delle societa’ Adriano Entertainment T e Vip 1997. I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, sono quelle di bancarotta per distrazione o dissipazione e omesso controllo sulla gestione della società. In particolare, per l’accusa, il dissesto sarebbe avvenuto attraverso lo spostamento dei beni, specie quote azionarie di alcune multisale romane, dalla Safin ad altre società del gruppo Cecchi Gori.