Banche a rischio con fallimento Signa: la vicenda

I venti di crisi soffiano ora da Austria e Germania, dove c’è un rischio concreto di dissesto finanziario nel settore immobiliare, che potrebbe coinvolgere il travagliato settore bancario ed allargarsi a macchia d’olio in Europa. Tutto inizia con il fallimento della conglomerata austro-tedesca Signa, nell’ambito della crisi che ha coinvolto il mercato immobiliare ed un settore bancario fragile.

Il gruppo immobiliare austriaco Signa, stando a quanto riferito dalla rivista tedesca Der Spiegel, rischia concretamente il fallimento, dopo che la sua filiale tedesca Signa Real Estate Management Germany ha presentato ufficialmente istanza di fallimento presso il tribunale distrettuale di Berlino Charlottenburg. Istanza che segue la bancarotta della controllata nella vendita al dettaglio di articoli sportivi Signa Sport.

La conglomerata austro-tedesca, che possiede fra gli altri i negozi della catena di grandi magazzini Selfridge, è attiva nel settore immobiliare con proprietà di pregio a Berlino, Monaco ed Amburgo, tramite la consociata Signa Prime Selection che fa capo all’imprenditore René Benko. Lo scoppio della bolla nel mercato immobiliare ha evidentemente inferto un duro colpo al gruppo, che secondo la stampa tedesca si prepara a presentare domanda di fallimento questa settimana.

La filiale tedesca Signa Real Estate Management Germany in realtà è una scatola vuota, giacché non possiede proprietà immobiliari di rilievo ma fornisce solo servizi per società immobiliari, gestendo i cantieri del gruppo in Germania. Nel suo patrimonio figurano proprietà per poco meno di 10 milioni di euro.

Il suo fallimento, però, rischia di coinvolgere la società immobiliare che fa capo alla famiglia Benko, che presenta un patrimonio di ben altro valore. L’imprenditore si sarebbe già mosso per cercare un sostegno  finanziario in Medioriente, intavolando trattative anche con il fondo d’investimento pubblico PIF, ma sinora senza successo.

Un fallimento a catena del gruppo Signa rischia di coinvolgere anche il settore creditizio austro-tedesco, che si trova esposto in un momento molto delicato per il settore a livello europeo. Si parla di un’esposizione bancaria di 2,2 miliardi di Euro, per circa due terzi in capo a Raiffeisen Bank International (RBI) e Bank Austria (UniCredit) ma l’esposizione potrebbe essere nettamente superiore di quanto dichiarato. La banca svizzera Julius Baer, la scorsa settimana, dopo esser crollata in Borsa,  si è affrettata a precisare di avere una esposizione limitata al gruppo e di aver messo da parte 70 milioni, ma oggi ha rivelato, senza far nomi una esposizione di 600 milioni verso un unico cliente europeo, che molta parte della stampa individua nel gruppo tedesco. Fra le più esposte vi sono poi una serie di banche austriache, dal momento che la società ha il quartier generale in Austria.

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