Nuovo record per il debito pubblico italiano. Nel mese di luglio il debito delle amministrazioni pubbliche è infatti aumentato di 23,5 miliardi di euro rispetto al mese precedente (2.386.381 miliardi), portandosi a 2.409,9 miliardi. Un vero e proprio macigno per la nostra economia e il nostro futuro.
Da un punto di vista politico poi, un dato tutt’altro che rassicurante, specie in vista della prossima Legge di Bilancio che parte già, pronti via, dalla cifra base di oltre 30 miliardi, 23 dei quali servono solo per scongiurare l’aumento dell’Iva, cui si devono sommare i 4-5 miliardi per spese indifferibili e rifinanziamenti obbligati.
“Non ci sono stati ancora contatti” con il nuovo esecutivo Conte bis “ma penso che a breve ci sarà un’apertura per confrontarsi sulla legge di bilancio” e le “richieste sono quelle già espresse prima dell’estate”, a cominciare dal “nodo delle infrastrutture” e dal “cuneo fiscale“, ha detto proprio ieri il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, rispondendo ai giornalisti che, a margine di un evento alla Luiss, lo hanno incalzato in vista dell’incontro fra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ed i sindacati sulla manovra.
La marcia lunga del Governo giallorosso verso la manovra è partita e non mancano gli ostacoli per l’esecutivo targato Pd-M5s, che seppur alla luce di un clima di rinnovata fiducia con Bruxelles, è chiamato a muoversi, con estrema cautela, tra vincoli Ue e rilancio della crescita.
Ed ecco che la parola d’ordine è necessariamente, flessibilità. E, proprio in quest’ottica, uno dei punti su cui il nuovo esecutivo ha intenzione di andare avanti fin da subito è quello di un Green New Deal, convincendo cioè l’Europa a scorporare gli investimenti italiani in materia ambientale dal calcolo del deficit, come ha dichiarato nelle scorse ore il Ministro dell’Economia Gualtieri che ha anche lanciato un primo, chiaro messaggio all’UE, avvertendo che l’Italia non farà una manovra restrittiva perché sarebbe controproducente.
Margini di flessibilità potrebbero arrivare anche dallo spread che se si mantenesse su livelli così bassi, comporterebbe una minor spesa sul fronte degli interessi, stimata secondo i primi calcoli fino a 10 miliardi, una vera e propria boccata d’ossigeno dalle parti di Via XX settembre alle prese con la coperta corta e il solito nodo delle coperture.